Chi è Nadia Calviño, la prima donna alla guida della Banca europea per gli investimenti
Dal 2024 Nadia Calviño guiderà la Bei, la più grande istituzione finanziaria multilaterale del mondo, nonché "banca europea per il clima"
Svolta epocale in arrivo per la BEI, la Banca europea per gli investimenti. Che viene considerata – Banca centrale europea ovviamente a parte – il “braccio armato” finanziario dell’Unione europea nel mondo, essendo l’istituzione finanziaria multilaterale più grande del Pianeta. I ministri delle Finanze dell’Unione europea hanno infatti raggiunto l’accordo per eleggere il sostituto dell’attuale presidente, il tedesco Werner Hoyer. Al vertice della BEI, per la prima volta nella sua storia dalla costituzione nel 1958, siederà una donna. È Nadia Calviño, attuale ministra dell’Economia e vice-presidente del governo spagnolo.
Chi è Nadia Calviño
Nadia Calviño, che ha battuto la concorrenza della danese Margrethe Vestager e dell’italiano Daniele Franco, ex-ministro dell’Economia nel governo Draghi, si insedierà all’inizio del 2024. E ha dalla sua una lunga esperienza di governo nel proprio Paese. Dove, anche prima del governo Sanchez, aveva ricoperto ruoli sempre nel ministero dell’Economia sia con l’esecutivo conservatore di José María Aznar, sia con quello progressista di José Luis Rodríguez Zapatero. Fra i meriti che le vengono riconosciuti come ministra, c’è l’aver saputo prima attutire i colpi della pandemia di Covid-19 e poi risollevare l’economia spagnola.
Doppia laurea in Economia e in Giurisprudenza, a suo agio con le principali lingue europee, inglese ovviamente compreso (al contrario ad esempio del ministro dell’Ambiente italiano, Gilberto Pichetto Fratin), Calviño ha una robusta esperienza anche di ambienti e meccanismi decisionali in Europa. Ciò avendo ricoperto numerosi ruoli dirigenziali a partire dal 2006. È stata in particolare direttrice generale del Bilancio della Commissione europea tra il 2014 e il 2018.
Due anni fa, nel dicembre 2021, Nadia Calviño è stata inoltre eletta presidente del Comitato monetario e finanziario internazionale del Fondo monetario internazionale. Nel 2019 era entrata anche nel novero dei candidati per la sostituzione di Christine Lagarde alla guida del Fondo monetario internazionale. Al suo attivo Calviño ha poi riconoscimenti prestigiosi, dal Women’s Leadership Awards 2012 della Aliter Business School al Premio Avvocato dell’anno nel settore pubblico 2007 della rivista dell’Avvocato Iberico.
L’eredità della «banca europea per il clima»
La BEI sostiene, soprattutto attraverso prestiti ma non solo, attività e progetti in linea con le politiche e gli obiettivi dell’Unione europea. In particolare per quanto riguarda gli SDGs (gli Obiettivi di Sviluppo sostenibile dell’Onu) e, sempre più negli ultimi anni, il contrasto alla crisi climatica. In virtù di una serie di iniziative e decisioni in cui ha in effetti giocato un ruolo da apripista nel campo della finanza verde e in particolare della finanza climatica, la BEI si auto-definisce la “banca europea per il clima”.
Nel 2007 ad esempio la BEI ha letteralmente fatto la storia con l’emissione del primo green bond al mondo. Aprendo un mercato che negli anni successivi sarebbe cresciuto esponenzialmente, in risposta alla “fame” di investimenti green degli investitori istituzionali di mezzo mondo nella prospettiva della transizione ecologica. Nel 2019, di nuovo, la BEI ha segnato uno spartiacque annunciando la decisione, in linea con l’Accordo di Parigi e sotto la pressione di organizzazioni e movimenti climattivisti, di mettere entro la fine del 2020 uno stop ai finanziamenti per progetti legati alle fonti fossili. Settore a cui, fino a quel momento, era fortemente legata.
Smettere di finanziare le fossili: «Estremamente necessario, ma dannatamente difficile»
Un passo che anche dai watchdog finanziari più severi applaudirono. E sulla cui complessità e difficoltà il presidente Hoyer si era espresso senza mezzi termini quando, in occasione dell’evento annuale #PRIinPerson di PRI (Principi per l’investimento responsabile) tenutosi nel novembre dello stesso anno a Parigi, aveva affermato che abbandonare il finanziamento delle fossili era allo stesso tempo «incredibly necessary, but bloody difficult» (estremamente necessario, ma dannatamente difficile).
La BEI si è anche impegnata a sostenere la transizione verde con mille miliardi di euro di investimenti climatici entro il 2030.
L’auspicio è che Calviño sappia prendere in consegna questa eredità, “pesantemente verde”, magari riuscendo a rafforzare ulteriormente il ruolo e l’impatto della “banca per il clima”. In Europa e nel mondo.