Napoli Inter: i numeri che volete sapere e non avete mai osato chiedere
Dai numeri sportivi e finanziari di Napoli e Inter emergono due mondi e due modi di fare calcio assai distanti, e per questo molto simili
I numeri della sfida scudetto tra Napoli e Inter raccontano due mondi lontanissimi. E pertanto complementari, sovrapponibili e quindi identici. Da una parte una squadra che incarna gli splendori e le miserie del Sud del mondo. Il Napoli, che prima del manifestarsi della divinità calcistica di Maradona non aveva vinto nulla. Dall’altra una squadra che rappresenta alla perfezione il potere derivato dall’accumulazione originaria di capitale. L’Inter, uno dei club più famosi e vincenti del mondo. Da una parte una classica proprietà novecentesca, con l’industriale locale che macina utili e controlla il territorio, dall’altra un fondo d’investimento globale che naviga beato tra conti in rosso e debiti alle stelle.
Ma nella dialettica dello scontro tra capitale e moneta, entrambi i modi di fare calcio hanno necessità che l’altro esista. E non solo. Entrambi hanno necessità di nutrirsi a vicenda dell’altro. Se Napoli e Inter rappresentano due modi opposti di fare calcio, in realtà sono il riflesso dello stesso specchio. Per questo abbiamo deciso di raccogliere tutti i numeri e le statistiche che avreste sempre voluto sapere su Napoli e Inter, ma non avete mai osato chiedere. Perché numeri e statistiche servono solo a confermare le proprie ipotesi. O come diceva Baudrillard, a realizzare i propri sogni.
Napoli e Inter: i numeri delle due squadre
Non c’è confronto tra l’accumulazione di capitale calcistico delle due squadre. Nella sua storia il Napoli ha vinto 3 volte lo scudetto, 6 volte la Coppa Italia e 2 volte la Supercoppa Italiana. Mentre in Europa ha vinto 1 Coppa Uefa. Dal canto suo l’Inter ha vinto 20 scudetti, 9 volte la Coppa Italia e 8 la Supercoppa Italiana. Mentre in campo internazionale ha sollevato 3 volte la Coppa dei Campioni/Champions League, 3 volte la Coppa Uefa e 3 volte la Coppa Intercontinentale/Coppa del mondo per club. E la bacheca dei due club si rifletterà anche venerdì sera in campo, dove sono pochi i giocatori del Napoli ad avere già vinto qualcosa.
Solo otto giocatori del Napoli hanno già vinto lo scudetto con Spalletti. Lobotka e Rahmani anche, oltre ad avere vinto nel proprio Paese. Spinazzola ha vinto uno scudetto, ma con la Juve. Lukaku anche, con l’Inter di Conte nel 2020-21, oltre a due campionati in Belgio. Neres ha vinto 4 campionati tra Olanda e Portogallo. Basta. Dall’altra parte invece quasi tutti i giocatori nella rosa dell’Inter hanno vinto lo scudetto nerazzurro dell’anno scorso. Lautaro, Bastoni, Barella, De Vrij e Darmian hanno vinto anche quello della stagione 2020-21 con in panchina Conte. Poi ci sono giocatori abituati a vincere campionati come Sommer (6), Pavard (5) e Mikhitaryan (9). Oltre a svariate coppe italiane internazionali.
E quelli degli allenatori
La situazione si ribalta quando si parla delle panchine. Il palmares dell’allenatore del Napoli, che da giocatore ha vinto tutto con la Juventus, parla di 4 scudetti (3 con la Juve e 1 con l’Inter) e 2 Supercoppa italiana. Oltre a 1 campionato inglese e una Fa Cup con il Chelsea. Mentre l’allenatore dell’Inter ha vinto un solo scudetto, lo scorso anno con l’Inter. Oltre ad avere sollevato 3 volte la Coppa Italia e 5 la Supercoppa Italiana con Lazio e Inter. Per questo, o forse per altri motivi, alla sfida incrociata il Napoli arriva con un punto in più dell’Inter. Il Napoli ha 79 punti, con 23 partite vinte, 10 pareggiate e 4 perse. 57 gol fatti e 27 subiti, con una differenza reti di +30. L’Inter ha invece 78 punti, con 23 vinte, 9 pareggiate e 5 perse. 77 gol fatti e 35 subiti con una differenza reti di +42.
Conte e Inzaghi: due tecnici e una capanna
In campo venerdì sera con Napoli e Inter non ci saranno né Conte né Inzaghi, entrambi espulsi domenica scorsa. Se è difficile dare un valore al cartellino degli allenatori, dato che non potrebbero e dovrebbero essere oggetto di trattative di calciomercato, anche se poi lo sono, questo lo si può evincere dagli stipendi. Il tecnico del Napoli Conte percepisce un salario di 6,5 milioni di euro netti a stagione circa. Oltre 12 lordi. Questo ingaggio può lievitare fino a 10 milioni di euro in caso di raggiungimento di determinati obiettivi sportivi, i famosi bonus. All’Inter Inzaghi prende la stessa identica cifra: 6,5 milioni netti (12 lordi) con bonus che dovrebbero arrivare a 10. Significa che Conte e Inzaghi hanno lo stesso valore? Come dicevamo prima, non significa nulla, se non quello che già avete deciso debba significare.
Di sicuro le similitudini tra i due tecnici non finiscono qui. Entrambi sono ex calciatori di livello in Serie A e entrambi da allenatori ripropongono la scuola italiana in cui sono cresciuti, quella che si fonda su una solida fase difensiva e che privilegia il carattere e l’agonismo rispetto alla disposizione tattica. Per capirci, se entrambi sono ovviamente evoluti rispetto alla vecchia scuola del catenaccio, è assai raro vedere le loro squadre in Europa stazionare nella metà campo avversaria. Molto più facile trovarle rintanate nella propria. Forse per questo Napoli e Inter sono anche le due squadre più anziane del campionato. Analizzando l’età media dei giocatori scesi in campo quella del Napoli è di 28,2 anni. E al primo posto c’è proprio l’Inter, con un età media 29,1 anni che sale a 29,5 per i giocatori iscritti in Champions League.
Il valore dei giocatori della rosa del Napoli è la metà dell’Inter
Al di là della difesa con tre o quattro giocatori, anche la disposizione tattica delle due squadre è quindi molto simile. Ma se gli allenatori, come abbiamo visto, hanno lo stesso stipendio e quindi il medesimo valore, per i giocatori cambia tutto. E in termini di valore di scambio i giocatori del Napoli valgono la metà di quelli dell’Inter. Il valore della rosa del Napoli, secondo i dati di Transfermarkt, è infatti di 355,55 milioni di euro. Mentre quella dell’Inter vale 663,80 milioni di euro. Il doppio, appunto. Nel dettaglio i giocatori di maggior valore del Napoli sono Buongiorno (45 milioni), McTominay (40), Neres (30), Anguissa (27), Lobotka (25), Lukaku (22), Raspadori (20). Mentre per l’Inter in testa c’è Lautaro, con un valore di 90 milioni di euro. Seguito da Barella (80), Bastoni (80), Thuram (75), Dimarco (60), Calhanoglu (35), Frattesi (32), Pavard (30), Bisseck (30) e così via.
Questi valori si riflettono ovviamente negli stipendi. Prendiamo i dati sempre dallo stesso portale. Il Napoli spende 79 milioni per gli ingaggi della sua rosa. Di questi ben 58,6 vanno alla formazione titolare. A partire da Lukaku con uno stipendio da 7,7 milioni l’anno. Seguito da Politano (5,9), Neres, McTominay e Di Lorenzo (5,5). Poi Lobotka, Buongiorno e Raspadori (4,6), Meret (3,7) e Anguissa (3,5). Se la rosa del Napoli vale la metà di quella dell’Inter, pare logico che l’Inter spenda il doppio del Napoli per quel riguarda gli stipendi. Sono 140,5 i milioni spesi dall’Inter per gli ingaggi della sua rosa, di questi 91,9 vanno alla formazione titolare. A partire Da Lautaro con 16,6 milioni, Barella (12), Calhanoglu (11,1), Bastoni (10,2), Zielinski (8,3) e Thuram (7,7) che prendono tutti più del giocatore più pagato del Napoli. Poi Dimarco (7,4), De Vrij (7), Pavard e Correa (6,5), sopra al secondo giocatore del Napoli. E infine i vari Frattesi, Taremi (5,5), Dumfries (5,2) e Mkhitaryan (5) per continuare a dare un’idea della sproporzione.
Anche i bilanci di Napoli e Inter evidenziano numeri di segno opposto
Il Napoli ha chiuso il bilancio al 30 giugno 2024 con un utile pari a 63 milioni di euro, rispetto all’utile record di 79,7 milioni fatto segnare al 30 giugno 2023. Secondo i documenti ufficiali consultati da Calcio e Finanza, il fatturato della società partenopea è stato pari a 328,2 milioni di euro (contro i 359,2 milioni di euro relativi al 2023). Mentre i costi sono rimasti sostanzialmente in linea passando da 242,5 a 244,4 milioni di euro. Complessivamente, il Napoli nella stagione 2023/24 ha registrato 328,2 milioni di euro di ricavi, rispetto ai 359,2 milioni del 2022/23. Il patrimonio netto a giugno 2024 è positivo per 211,6 milioni, rispetto al patrimonio netto pari a 148,5 milioni al 30 giugno 2023. Infine i debiti complessivi sono risultati in calo a 242,5 milioni di euro (264,4 milioni nel 2023) di cui 50 milioni verso le banche. Mentre l’indebitamento finanziario netto è invece positivo per 159,9 milioni di euro.
Dal canto suo invece l’Inter ha chiuso il bilancio al 30 giugno 2024 con un rosso pari a 35,7 milioni di euro. Un miglioramento di circa 50 milioni di euro rispetto al 2023 che si era chiuso in perdita per 85,8 milioni. Il fatturato della società nerazzurra è stato pari a 473,2 milioni di euro (contro i 425,5 milioni del 2023), mentre i costi sono rimasti sostanzialmente stabili a quota 464,3 milioni. Nella stagione 2024 l’Inter ha registrato 473,2 milioni di euro di ricavi, rispetto ai 425,5 milioni del 2023. Il patrimonio netto consolidato è negativo per 99,7 milioni, rispetto ai meno 161,9 milioni del 2023. Sempre secondo Calcio e Finanza, i debiti complessivi sono ancora mostruosi: 734,8 milioni di euro. Anche se meno degli 807 milioni del 2023. L’indebitamento finanziario netto è invece pari a -277,1 milioni di euro, rispetto al -308,8 milioni del 2023.
I mondi lontanissimi di De Laurentiis e Oaktree
Il Napoli, di proprietà dell’imprenditore cinematografico De Laurentiis che la controlla dal 2004 attraverso la Filmauro, è quindi una società con i bilanci in attivo. L’indebitamento alla fine è positivo – per capirci sul calciomercato il Napoli ha più crediti che debiti – così come il patrimonio netto del club. Inoltre, da diversi anni chiude il bilancio in attivo, tanto che, come ricorda anche il Mattino, «il 92 per cento dei ricavi del gruppo Filmauro sono frutto dell’attività del Calcio Napoli». In pratica De Laurentiis con i soldi che guadagna dal Napoli mantiene la sua società di produzione cinematografica.
Dall’altra parte invece, dopo l’era Suning e l’escussione per il mancato rifinanziamento dei famosi bond, l’Inter dallo scorso maggio è controllata da Oaktree Capital Management. O meglio, i suoi bilanci perennemente in rosso e i suoi mostruosi debiti sono controllati dal fondo d’investimento americano. Ma la cosa non deve apparire strana. Perché se il guadagno di un imprenditore è avere degli utili da redistribuire a sé stesso, quello di un fondo finanziario è rifinanziare continuamente un debito infinito che aumenti il giro di affari intorno al suo asset. Ecco perché i mondi lontanissimi di Napoli e Inter sono in realtà molto prossimi, e distano appena un punto in classifica. D’altronde i numeri servono solo a confermare i propri bisogni, e a realizzare i propri sogni.
Nessun commento finora.