Il calcio italiano affoga nei debiti, ma continuiamo a crederci i migliori

Da sole, le otto più importanti squadre di calcio della Serie A hanno accumulato ormai 3,3 miliardi di euro di debiti

Le squadre di calcio di serie A sono sempre più indebitate © Alice Pasqual/Unsplash

Pochi giorni fa, su un importante quotidiano è uscito un articolo molto critico sulla Saudi Pro League, il ricchissimo campionato di calcio saudita, in cui lo si accusava senza mezzi termini di non avere dirigenti sportivi all’altezza. Poi si spiegava come, nonostante le faraoniche offerte ricevute, i nostri migliori dirigenti preferiscano rimanere qui. Forse, verrebbe da rispondere, perché solo da noi possono accumulare così tanti debiti. Secondo il Report 2023 della Figc, il livello complessivo per la sola Serie A al termine della stagione 2021-22 superava i 4,9 miliardi di euro. Fare debiti e continuare a essere lo stesso considerati dei grandi dirigenti. Ecco perché siamo i migliori.

Negli stessi giorni, tra l’altro, il portale Calcio e Finanza si è portato avanti. E leggendo gli ultimi bilanci depositati a dicembre ha analizzato l’indebitamento degli otto più importanti club della Serie A a giugno del 2023. Parliamo quindi dei club e dei dirigenti migliori, quelli di cui avrebbe bisogno il campionato saudita. Almeno secondo qualcuno. E che però non riesce ad avere, forse per loro fortuna. Bene, solo per queste otto squadre parliamo di un indebitamento complessivo di 3,3 miliardi di euro: dagli 800 milioni di Inter e Juventus agli 80 della Fiorentina.

Milano capitale del debito

L’Inter, con 807,3 milioni di euro, non solo è quella con più debiti. Ma è anche quella più a rischio. Circa la metà di questa cifra, infatti, è parte di una serie di prestiti ricevuti dalla proprietà Suning a partire dal maggio 2021 da Oaktree Capital Management. Un fondo d’investimenti americano già proprietario del Caen in Francia e dello Swansea in Galles. Soldi che sono serviti per la gestione corrente del club, per gli stipendi e il mercato. Soldi che devono essere restituiti entro maggio 2024, tra pochi mesi. Altrimenti il club nerazzurro diventerà di proprietà del fondo.

La stessa situazione si ripete dall’altra parte di Milano, dove il Milan a bilancio ha iscritto debiti per “soli” 250,7 milioni di euro. Da questo conteggio sono però stati esclusi i debiti che il fondo americano RedBird Capital Partners, proprietario del club, ha nei confronti del fondo americano Elliott Management Corporation. L’ex proprietario che ha prestato i soldi per comprare la squadra ai nuovi proprietari. Si tratta di circa di 550 milioni di euro, con tassi all’8% e scadenza a maggio 2025. Altrimenti, anche qui sarà Elliott a tornare proprietaria del Milan, cosa che era già successa quando nel luglio 2018 il fantomatico Li Yonghong non gli aveva restituito parte dei 415 milioni presi in prestito per rilevare il club da Silvio Berlusconi.

E gli aumenti di capitale

Non è messa bene nemmeno la Juventus, che ha debiti per 791 milioni di euro. Il tutto nonostante i 200 milioni di euro appena messi dal proprietario Exor come aumento di capitale. Soldi che vanno ad aggiungersi agli oltre 700 milioni in aumenti di capitale versati dalla stessa proprietà nei tre anni precedenti. Per arrivare a sfiorare il miliardo. E neppure la Roma, con 688 milioni di debiti di cui poco meno della metà verso la proprietà dei Friedkin. Nonostante anche qui ci siano già stati oltre 200 milioni in aumenti di capitale.

Il tutto ricordando che, a parte la Conference della Roma, il calcio italiano non vince una Champions League dal triplete dell’Inter del 2010. E una Europa League dal millennio scorso, quando si chiamava ancora Coppa Uefa. Grandi squadre per grandi dirigenti, insomma. Alla faccia dei sauditi.