Paga da capogiro per 100 CEO, investitori in rivolta
Nome per nome i 100 CEO la cui paga è inaccettabile sia per l'etica che per i rendimenti. Gli investitori si ribellano: votano contro i top manager
Qual è la vostra paga mensile (se un lavoro ce l’avete, naturalmente)? E a fine 2019 che retribuzione complessiva vi siete portati a casa? Noi vi auguriamo il meglio, tuttavia dubitiamo che possiate aver staccato numeri migliori del signor Sundar Pichai. Top manager di grande capacità e competenza, Pichai è infatti il CEO (cioè Chief Executive Officer, che vale il nostro amministratore delegato o ad) di Alphabet, la società che controlla nientemeno che Google.
Sundar Pichai ha racimolato un compenso di 280 milioni 621mila e 552 dollari nel 2019.
Una somma sconvolgente che vale oltre 768mila dollari al giorno. Ma non solo. Perché si traduce anche in una CEO pay ratio di 1085:1. In pratica l’amministratore delegato di Alphabet riceve 1.084 dollari in più per ogni dollaro che compone la paga mediana di tutti gli altri dipendenti della sua stessa compagnia. E, con queste cifre, il CEO di Alphabet è primo indiscusso nella classifica dei “100 CEO più pagati in eccesso” contenuta nel recente rapporto dell’organizzazione americana As you sow, secondo cui la sua paga eccede il dovuto di oltre 266 milioni di dollari.
CEO primi anche per disuguaglianza retributiva
Pichai è primo in classifica, ma non unico. Subito dietro, nella lista dei 100 strapagati elaborata dal documento, c’è David M. Zaslav, CEO di Discovery, con 45,8 milioni di dollari guadagnati. E poi Larry J. Merlo, appena pensionato, presidente e AD di CVS Health Corporation, coi suoi 36,4 milioni di compenso. E tutti costoro spiccano non solo per l’ammontare della busta paga, ma anche nella disparità di trattamento rispetto ai loro vicini di scrivania. A conferma di quanto rilevato da uno studio del 2020, secondo cui gli amministratori delegati di 350 grandi compagnie americane guadagnano in media 21,3 milioni di dollari. Circa 320 volte di più di un lavoratore “normale” (typical worker).
Un aspetto fotografato bene dalla CEO pay ratio e che esplode letteralmente pensando a quei manager – come Pichai – per i quali il rapporto è maggiore di 1000:1. Ad esempio Miguel Patricio, CEO di The Kraft Heinz Company, con 1034:1, e il fuoriclasse semisconosciuto Stephen Angel, amministratore delegato di Linde. Angel, con 66 milioni e passa di retribuzione annua, straccia tutti per disuguaglianza retributiva, vantando una pay ratio da 1629:1 (milleseicentoventinove a uno!).
Paga dei CEO scollegata dai risultati aziendali
Ma non è tutto. L’analisi sviluppata da As you sow, la cui missione principale è operare in difesa degli azionisti, evidenzia anche le discrepanze tra i rendimenti delle compagnie guidate dai “100 CEO più pagati in eccesso” e i rendimenti di altre società.
«HIP Investor riferisce che tra il 2015 e il 2020 le società dell’S&P 500 che non sono mai state sulla nostra lista hanno avuto un rendimento totale annualizzato per gli azionisti (dividendi più apprezzamento delle azioni) del 5,6%, superando in modo significativo il rendimento annualizzato di appena 1,95% delle nove società che sono state ripetutamente nella nostra lista dei “100 CEO più pagati in eccesso”. Questo divario di prestazioni, equivale a circa 223 miliardi di dollari di rinuncia al valore per gli azionisti».
Una rinuncia poco gradita, che i ricercatori traducono in una precisa quota di compensi che i 100 amministratori delegati nel mirino non meriterebbero quindi di percepire. Dai 266 milioni di troppo su 280 per Pichai, in giù. 33 su 45 per Zaslav, 24 su 33 per Merlo, 31 su 43 per Patricio, 52 su 66 per Angel e così via.
Investitori scontenti votano contro la super paga del CEO
Di fronte a queste cifre, insomma, cresce l’insofferenza dei fondi d’investimento e, ancora di più, dei fondi pensione. Insofferenza verso pacchetti retributivi che appaiono sproporzionati e ingiustificati sul piano etico e finanziario, nonché verso i consigli di amministrazione che periodicamente li approvano. E nell’anno della pandemia di coronavirus, della crisi occupazionale e aziendale che dilaga, la tematica si diffonde. Inizia ad animare le stanze dei bottoni finanziari con preoccupazioni anche per il ritorno di reputazione.
Tant’è che questa insofferenza sempre più spesso spinge al voto contrario sui compensi dei manager, oppure ad opporsi a una rielezione dei membri dei cda delle compagnie. Sia per le società condotte dai “100 CEO più pagati in eccesso”, sia per quelle incluse nel famoso indice S&P500, che raggruppa quelle a maggior capitalizzazione.
Segnali di riflessione: cambio di rotta in vista?
E così, mentre il sottotitolo dell’indagine di As you sow pone una domanda provocatoria («Are Fund Managers Asleep at the Wheel?», cioè «I manager dei fondi si sono addormentati al volante?») qualche segnale positivo va registrato. Per esempio, il fondo BNP Paribas Asset Management avrebbe espresso voto contrario sull’87,3% dei pacchetti retributivi dei CEO delle società S&P 500 e addirittura sul 90,5% per quanto riguarda i CEO della lista As you sow. Così il suo livello di opposizione ai piani di pagamento delle compagnie nello S&P 500 è aumentato nettamente rispetto al 75,7% dell’anno precedente.
Non solo. «Nel gennaio 2021 Goldman Sachs, il cui CEO David Solomon è stato pagato 24,6 milioni di dollari nel 2019 (ed è il numero 39 nella nostra lista dei 100 CEO più pagati in eccesso, con uno stipendio in eccesso di 12 milioni di dollari), ha annunciato che taglieranno il suo compenso 2020 di 10 milioni di dollari perché, sotto la sua supervisione, la compagnia ha ricevuto a una multa di 3 miliardi di dollari per comportamento scorretto». Se sia un fuoco di paglia o principio di incendio lo vedremo presto.