Pannolini, in Francia trovate sostanze tossiche: «Rischi per la salute»

Pesticidi, diossina, derivati del petrolio: i test sui pannolini hanno dato esiti disastrosi. In Francia è polemica e il governo pensa al divieto

Il 23 gennaio scorso tutti i produttori e distributori di pannolini usa e getta della Francia sono stati convocati presso il ministero dell’Economia. Sul tavolo attorno al quale sono stati fatti accomodare, campeggiava uno studio firmato dall’Agenzia nazionale per la sicurezza sanitaria (Anses). Oggetto: i rischi legati alle sostanze chimiche presenti nei prodotti utilizzati quotidianamente, 24 ore su 24, da tutti i bambini della nazione europea.

Il governo francese vuole eliminare le sostanze tossiche dai pannolini«Alcune sostanze aggiunte intenzionalmente»

Il rapporto sui pannolini è stato illustrato dal direttore generale dell’agenzia Gérard Lasfargues. Intervenendo all’emittente radiofonica France Info, il dirigente ha spiegato che esiste la possibilità «di sviluppare allergie cutanee». Ma anche «rischi oncologici, per via dei policlorobifenili (PCB, composto brevettato dalla Monsanto, ndr) e della diossina».

«Alcune di queste sostanze – si legge nel documento – vengono aggiunte in modo intenzionale, ad esempio per profumare, per ragioni di marketing. Altre tra quelle identificate possono provenire da materie prime contaminate o dai processi di fabbricazione». Vengono citati in proposito gli idrocarburi policiclici aromatici, noti anche con la sigla PAH.

Lo studio – che non ha indicato i marchi coinvolti – ha scatenato un vespaio di polemiche in Francia. Il che non sorprende, se si considera che un bambino utilizza in media 4mila pannolini usa e getta nei primi tre anni di vita.

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Il numero di febbraio 2017 di 60 millions de consommateurs, che ha denunciato la presenza di residui tossici nei pannolini © 60millions-mag.com

I pannolini nel mirino in Francia dal 2013

L’Anses ha precisato che, in ogni caso, per ora non ci sono «pericoli immediati». Il governo di Parigi ha però reagito, spiegando che occorre applicare un principio di precauzione. Anche perché quella dell’Anses è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Altre analisi, infatti, avevano già portato alla luce lo scandalo. E in quel caso erano stati fatti nomi e cognomi.

La prima risale 2013 e fu effettuata dalla testata “60 millions de consommateurs”, che fece verificare differenti tipi di fazzoletti umidificati per neonati. Quindi, nel gennaio del 2017, la stessa rivista ha analizzato 12 tra i più noti marchi di pannolini. «Esattamente come nel caso degli assorbenti, essi dovrebbero proteggere la pelle». E invece «contengono residui di pesticidi», spiegò lo studio.

Che aggiungeva la lista dei prodotti ritrovati: dal glifosato (sostanza contenuta nell’erbicida Roundup) ai PAH. Dalla diossina ai composti organici volatili. La buona notizia fu che almeno due marchi – meno noti rispetto ai colossi del settore – vennero promossi. Si tratta dei pannolini Love&Green (ecologici) e dei Mots d’enfants. Questi ultimi, commercializzati dal gruppo Leclerc, sono anche tra i più economici sul mercato in Francia.

Bocciate, invece, alcune linee del colosso Pampers. Che ad ottobre del 2016 era stato oggetto anche di un’altra analisi, che rivelò la presenza di due derivati del petrolio classificati come cancerogeni dall’Unione europea: il benzoapirene e il crisene.

L’Anses ha lanciato dunque un appello affinché vengano eliminate tutte le sostanze profumate. A cominciare da quelle che possono provocare reazioni cutanee. Ha chiesto poi una gestione migliore delle materie prime, controlli sui rischi di contaminazioni e miglioramenti dei processi industriali.