Perù, gli indigeni occupano il più grande sito petrolifero nazionale
Le comunità locali esigono la bonifica delle aree contaminate dal petrolio.
Circa 500 manifestanti indigeni hanno occupato il più grande giacimento di petrolio del Perù , nella foresta amazzonica , non lontano dal confine con l’Ecuador. L’obiettivo della protesta è di esigere i lavori necessari per bonificare l’area, dopo decenni di inquinamento dovuto al greggio riversato liberamente sul territorio.
In particolare, le comunità autoctone hanno preso il controllo di una centrale termoelettrica, di alcune riserve di petrolio e delle strade principali nella regione amazzonica di Loreto, secondo quanto riferito dalla società che gestisce dal 2001 il giacimento, l’argentina Pluspetrol.
Uno dei leader dell’iniziativa, Carlos Sandi, ha spiegato al Guardian che gli indigeni sono stati «avvelenati in silenzio», perché la compagnia petrolifera non ha rispettato un accordo firmato nel 2006 nel quale si impegnava a ripulire le aree contaminate. «Quasi l’80% della nostra popolazione è malata a causa della presenza di piombo e cadmio nel cibo e nell’acqua», ha dichiarato.
Lo scorso anno, il Perù ha dichiarato lo stato di “emergenza ambientale” nel settore petrolifero. Ma secondo i manifestanti, il governo non ha fatto seguire azioni concrete dopo tale annuncio.