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Ambiente

Il nucleare è pulito, sicuro e salverà il clima? Costi, scorie, filiera industriale

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Secondo appuntamento di approfondimento sul tema del nucleare con esperti che ci aiutano a fare chiarezza su un tema che in queste settimane suscita dibattito.

Dopo aver parlato con Walter Ganapini, ex presidente di Greenpeace Italia, e Gianluca Ruggieri, ricercatore presso l’università dell’Insubria e vicepresidente di ènostra, abbiamo invitato Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia, per approfondire alcuni aspetti della produzione di energia nucleare.

Il nucleare al centro del dibattito in Europa

La Commissione europea avrebbe dovuto decidere mercoledì 21 aprile se inserire questa fonte di energia all’interno della tassonomia, la classificazione delle attività economiche “sostenibili”. Per il momento l’organo esecutivo europeo ha preso tempo e rimandato di tre mesi la decisione.

In questo tempo, infatti, due gruppi di esperti indipendenti –  il Gruppo di esperti sulla radio-protezione e la gestione dei rifiuti e il Comitato scientifico su Salute, Ambiente e Rischi emergenti – dovranno revisionare il rapporto redatto dal Joint Research Centre, un organismo interno alla Commissione. Su cui pesano oggi i dubbi di parzialità sollevati da un report di Greenpeace che svela gli stretti legami tra il centro di ricerca e l’industria del nucleare.

Nucleare: una tecnologia datata e costosa

Per Giuseppe Onufrio quella del nucleare è una tecnologia che, negli ultimi decenni, ha avuto pochi avanzamenti e solo su aspetti ingegneristici. Inoltre, mentre per quasi tutte le altre fonti di energia si è assistito a un progressivo calo dei costi, l’atomo continua a risultare carissimo. Anche quando non si verificano autentici disastri industriali come quelli di Olkiluoto, in Filandia, e Flamanville, in Francia.

Il problema delle scorie, inoltre, risulta ancora «del tutto irrisolto. E chi afferma il contrario mente. Tanto che negli Stati Uniti, in assenza di soluzioni alternative praticabili, si sta immaginando di stoccare il combustibile per secoli nei siti nucleari, anche quando dismessi». La realtà, conclude Onufrio, è che «il nucleare è una fonte di energia utile soltanto alle grandi potenze mondiali che intendono continuare a sfruttare le tecnologie non soltanto a scopo civile ma, anche e soprattutto, a scopo militare».

«La sicurezza assoluta non esiste»

La vicenda di Fukushima è emblematica, secondo Giuseppe Onufrio. Nei dieci anni dalla tragedia un team di esperti in radiazioni di Greenpeace ha raccolto dati sulle conseguenze radiologiche, per un totale di 32 indagini. Ciò che ne risulta è che gli sforzi per la decontaminazione dell’area da parte del governo sono stati fino ad ora limitati. Anche il piano dell’esecutivo per lo smantellamento della centrale si sta rivelando un fallimento.