Così in Normandia l’energia eolica batte il nucleare

Energia, trasporti, CO2. E gli intrecci con la finanza. Ogni settimana il punto sui cambiamenti climatici firmato da Andrea Barolini

«Il n’y a plus de marge», «non c’è più margine» per l’avvio entro la fine del 2022 del reattore nucleare EPR in costruzione a Flamanville, in Francia. A dichiararlo è stato, mercoledì 7 aprile, il presidente dell’Autorità transalpina per la sicurezza nucleare (ASN), Bernard Doroszczuk, nel corso di un’audizione tenuta presso il Senato di Parigi. 

«Se tutto va bene, le riparazioni delle saldature delle differenti parti del circuito secondario del reattore dovrebbero essere completate entro il 2022. Si tratta di operazioni cruciali per il progetto». Se «tutto va bene». Il problema è che nel cantiere di Flamanville queste parole sono state pronunciate molto raramente. 

Riepilogo delle puntate precedenti: avviata nel 2006, la costruzione del reattore «ha moltiplicato le battute d’arresto», ricorda il quotidiano Le Monde. Sarebbe dovuto entrare in servizio sei anni dopo, nel 2012, per un costo totale di 3,3 miliardi di euro. Secondo la compagnia elettrica francese EDF, il costo è triplicato a 12,4 miliardi di euro. Tuttavia, la Corte dei Conti di Parigi ha effettuato altri calcoli, parlando di un totale di 19,1 miliardi di euro: +480% rispetto al prezzo iniziale. Per ora. E ragionevolezza impone di credere più alla Corte dei Conti, piuttosto che alle previsioni di un’azienda che ha tutto l’interesse a minimizzare il gap tra le stime e la realtà. 

La sorte del reattore ora dipenderà dalle riparazioni imposte dall’ASN. Ammettendo che si riesca ad avviarlo alla fine del 2022, ci saranno voluti 16 anni per costruirlo. Avrà una potenza di 1.600 MW. La stessa EDF ha lanciato un altro cantiere, per la costruzione di un parco eolico offshore, al largo di Fécamp, sempre in Normandia. Investimento totale previsto: 2 miliardi di euro. Potenza 500 MW.

Certo, il costo potrebbe salire anche nel caso di Fécamp, ma è ragionevole ipotizzare che non lo faccia come nel caso – industrialmente drammatico – dell’EPR. Stanti tali cifre, il costo per MW di potenza sarebbe di 4 milioni di euro per l’eolico e di 12 milioni di euro per il nucleare. Va detto però che la concessione del parco eolico è trentennale, mentre il reattore (teoricamente) potrebbe produrre energia per 60 anni. Ma anche raddoppiandone il costo, Fécamp resta nettamente meno caro. Ah, en passant: il parco eolico non produrrà scorie nucleari e non presenterà rischi di fughe radioattive.