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Poesia della bassafinanza

Guarda che banca! bella spaziosa col direttore che si mette in posa. Ma che bei crediti! Son di giornata? Ehm, no, stagionati quasi incagliati… Ma ...

Guarda che banca!
bella spaziosa
col direttore
che si mette in posa.
Ma che bei crediti!
Son di giornata?

Ehm, no, stagionati
quasi incagliati…
Ma venga avanti
e si rilassi
si sieda qui
e ammiri i tassi.
Tassi speciali
solo per lei!
Ma son sicuri?
Se me lo chiede
quasi mi offendo.
Sono più alti
di tutti gli altri.
Insuperabili,
non so se rendo.
Ah che buon uomo!
E che dedizione!
Solo una firma
e si fa un affarone.
E quei faldoni
tutti ammucchiati?

Ah, non ci badi
son “derivati”,
pratiche vecchie
di tempi ormai andati.
Li conservate per…nostalgia?
Sono in attesa
che il prezzo rimbalzi.
Li vuol provare?
Le faccio uno sconto
Ma è proprio roba
per palati fini,
come il tartufo
sui tagliolini.
Poi a Gigetto viene un sospetto
E dice: un attimo, ci devo pensare!
Faccia con comodo
c’è il salottino
e se gradisce
le porto un panino!
E lui si apparta
con il cellulare
(fa un po’ impressione
la sua riluttanza)
e legge avido
e con passione
l’ultimo numero di #bassafinanza!
Trova risposte a molte domande
scopre che i tassi son come esche
sente parlare di obbligazioni
che hanno alla base
strutture pazzesche.
E i derivati?
Son da temere,
altro che roba per intenditori!
Che se li tenga il signor direttore
e la sua banca di millantatori.
Photo credit: PhotoAtelier via Foter.com / CC BY