Il Rapporto globale sulle crisi alimentari 2025 dice che il mondo muore di fame
Conflitti, crisi climatiche e shock economici sono le cause dell'aumento della fame nel mondo, dice il Rapporto globale sulle crisi alimentari
Lo scorso anno 295,3 milioni di persone hanno dovuto affrontare i livelli più elevati di insicurezza alimentare acuta. E questa è una cifra al ribasso., perché si riferisce solamente a 53 dei 65 Paesi (o territori) presi in esame dal Rapporto globale sulle crisi alimentari 2025. delle Nazioni Unite. Questo dato, seppur parziale, ci dice che soffre la fame a livelli critici quasi un quarto della popolazione dei territori presi in esame. Oltretutto crisi alimentari e crisi nutrizionali spesso si sovrappongono, anche se non si tratta della stessa cosa. Le crisi alimentari, infatti, riguardano la scarsità o l’accesso al cibo, mentre le crisi nutrizionali indicano la mancanza di nutrienti adeguati anche quando il cibo è disponibile.
La maggior parte dei bambini affetti da malnutrizione acuta si trova nei Paesi con le maggiori crisi alimentari. E così si scopre che nei 26 Paesi (o territori) con crisi nutrizionali, ben 37,7 milioni di bambini di età compresa tra 6 mesi e 5 anni hanno sofferto di malnutrizione acuta. Le crisi nutrizionali più gravi, quelle che riguardano i bambini, sono state in Sudan, Yemen, Mali e nella Striscia di Gaza in Palestina. In generale, invece, i Paesi più colpiti nel 2024 sono stati Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Bangladesh, Etiopia, Myanmar e Pakistan per quello che riguarda i numeri assoluti. Striscia di Gaza (Palestina), Sud Sudan, Haiti, Namibia, Repubblica Centrafricana e Zambia per i numeri relativi. Ovvero con il più alto numero percentuale rispetto alla popolazione. Mentre Afghanistan, Sudan, Repubblica Araba Siriana e Yemen sono tra i Paesi che soffrono del terribile combinato disposto di avere il numero e la percentuale più elevata di persone che soffrono la fame.
Conflitti, eventi metereologici estremi e shock economici sono le principali cause della fame nel mondo
Circa 190 milioni di persone in 40 dei territori presi in esame hanno dovuto affrontare quella che potremmo definire una semplice una crisi alimentare acuta, classificata come Fase 3 dagli esperti dell’indice analitico Ipc (Integrated food security phase classification). Oltre 35,1 milioni di persone in 36 territori si sono trovate invece in una fase più critica o di emergenza (Fase 4). Quasi un quarto di loro si trovava in Sudan. Mentre in ben nove Paesi si sono contate più di 1 milione di persone in questa fase. Mentre numero totale di persone che hanno dovuto affrontare una catastrofe (Fase 5) è più che raddoppiato tra il 2023 e il 2024. Soprattutto a causa dei conflitti. Oltre il 95% di loro si trovava non a caso in Palestina e in Sudan.
Come spiega il Rapporto globale sulle crisi alimentari, infatti, i conflitti sono il principale fattore scatenante di queste crisi, con circa 140 milioni di persone costrette ad alti livelli di insicurezza alimentare acuta. I conflitti sono stati quindi il fattore scatenante principale del significativo deterioramento della situazione in Palestina, Nigeria, Sudan e Myanmar. E in generale sono la causa principale per la maggior parte delle popolazioni che affrontano una catastrofe di Fase 5. Oltre ai conflitti, le altre cause di queste crisi alimentari sono gli eventi meteorologici estremi (96 milioni), intensificati dal raggiungimento di massimi storici delle temperature medie. Poi gli sfollamenti forzati (95 milioni) e le crisi economiche improvvise, con poco meno di 60 milioni di persone interessate.
Il Rapporto globale sulle crisi alimentari e il massacro in Palestina
I conflitti saranno ancora una delle principali cause della fame nel 2025, dice il rapporto. Basti pensare al caso della Palestina, dove a seguito dell’invasione israeliana dell’ottobre 2023 il 75% dei terreni agricoli della Striscia di Gaza è stato danneggiato. Oltre al 67% dei pozzi. Già nel 2024 si è stimato che oltre 1,1 milioni di persone, metà della popolazione, si trovavano in stato di catastrofe (Fase 5). E l’81% delle famiglie fosse senza accesso all’acqua potabile. Le previsioni fatte per l’anno in corso, oltretutto, sono ancora peggiori.
«In uno scenario di operazioni militari prolungate e su larga scala e di continuazione del blocco umanitario e commerciale, l’insicurezza alimentare acuta, la malnutrizione e la mortalità sono destinate a superare ogni soglia critica», scrive il Rapporto globale sulle crisi alimentari. E come sappiamo poche settimane fa l’Ipc ha pubblicato un nuovo rapporto in cui si scrive che nella Striscia di Gaza è in corso una delle peggiori carestie di sempre. E che «questa carestia è interamente causata da Israele». Uno steminio si perpetra anche affamando la popolazione.




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