Il cattivo sviluppo uccide. Le prime vittime? I più piccoli
Malformazioni congenite, problemi respiratori, tumori: il Rapporto "Sentieri" evidenzia un forte incremento dei casi nelle aree ad alto rischio ambientale fra le nuove generazioni
Aumento delle malformazioni congenite, problemi respiratori, asma sin dal primo anno di vita: sono 1.050 i nuovi casi di tumori maligni osservati nella fascia di popolazione tra 0 e 29 anni dall’Associazione italiana di epidemiologia. Le malattie oncologiche, per i più giovani che vivono nelle aree ad alto rischio ambientale, sono diventate la seconda causa di decesso, dopo le morti per cause violente e incidenti. Sebbene siano rare e rappresentino lo 0,2% della totalità.
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— Amerigo Zona (@Amerigo_Zona) June 5, 2019
I dati, per nulla confortanti, raccolti tra il 2006 e il 2013, sono contenuti nel quinto Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento (Sentieri), pubblicato su Epidemiologia & Prevenzione ed effettuato con l’Istituto Superiore di Sanità in Italia. Il rapporto fotografa, insieme a quello degli adulti, già anticipato lo scorso anno, lo stato di salute di un milione e 160mila bambini e ragazzi di età fino a 19 anni e 660mila giovani adulti tra i 20 e i 29 anni, che vivono in 28 del 45 Siti di Interesse Nazionale (SIN) presi in esame.
Approfondimento
Ilva e le sue sorelle: nei siti contaminati, la mortalità sale del 5%
L'Istituto Superiore di Sanità denuncia: nelle aree da bonificare, 12mila morti in più del previsto. Tumori in netto aumento. Bambini e giovani i più colpiti
Lo studio identifica, per la prima volta in Italia e in Europa, il possibile aumento del rischio di cancro nei bambini e nei giovani adulti che vivono a ridosso delle aree più contaminate del Paese. Sentieri apre, così, la strada a ulteriori ricerche su scala nazionale e internazionale, in quanto l’incidenza del cancro infantile sta aumentando nel continente europeo e in tutto il mondo.
Queste aree, in particolare quelle di origine industriale, sono estremamente preoccupanti per il complesso mix di inquinanti pericolosi e il loro potenziale impatto sulla salute dei bambini. Tanto che la prevenzione delle malattie causate da un ambiente contaminato è priorità dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e della Conferenza Ministeriale Ambiente e Salute di 53 paesi europei tenutasi a Ostrava, in Repubblica Ceca.
I risultati di “Sentieri”
Analisi di mortalità, ricoveri ospedalieri e incidenza oncologica nella popolazione più giovane, sono stati elaborati dall’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con la Rete nazione dei Registri Tumori (AIRTUM) e per la prima volta, quella dei Registri delle Malattie congenite, insieme all’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa. A partire dal ricorso all’ospedalizzazione poco dopo la nascita.
Nel rapporto è presente anche il dettaglio dello stato di salute e mortalità per la popolazione adulta, per ognuno dei 45 siti di interesse nazionale per le bonifiche. Quasi 12mila morti in più rispetto all’atteso, 5.267 tra gli uomini e 6.725 tra le donne.
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Tra i bambini nel primo anno di vita, il gruppo di lavoro Sentieri ha registrato ben 7mila ricoveri in eccesso, 2mila dei quali per condizioni di origine perinatale, cioè nei primi 28 giorni di vita.
In età pediatrica (0-14 anni) sono stati 22mila i ricoveri in eccesso per tutte le cause: 4mila dovuti a problemi respiratori acuti, e 2mila ad asma. Nella fascia d’età compresa tra 0 e 24 anni sono stati diagnosticati 666 nuovi casi di tumori, prevalentemente dovuti a sarcomi dei tessuti molli e leucemie mieloidi acute nei bambini e giovani adulti. Questi ultimi colpiti anche da linfomi non Hodgkin e tumori del testicolo.
Eccesso di malformazioni in un sito su 2
I dati però sono parziali e in alcuni casi sottostimati. Non tutte le regioni hanno infatti istituito tali registri, almeno durante il periodo preso in esame, come nella Valle del Sacco. Le malformazioni congenite nel primo anno di vita o in epoca prenatale, quindi, sono state indagate solo in 15 siti di interesse nazionale su 45. Un eccesso di malformazioni congenite è stato osservato nel 50% dei 15 Siti indagati sul periodo 2002-2015: Gela, Mantova, Livorno, Manfredonia, Milazzo, Piombino e Taranto.
Malformazioni congenite: non sottovalutare e prevenire
Taranto, sede dell’impianto siderurgico Ilva (ora Arcelormittal), di una raffineria ENI, di un’area portuale e di diverse discariche, rimane al centro delle cronache, anche dopo l’accorata richiesta pubblica al governo della società civile, di avere dati certi su malattie e mortalità.
La ministra della Salute, Giulia Grillo, ha annunciato, lo scorso 24 giugno, che i dati epidemiologici verranno aggiornati e comunicati ai cittadini ogni sei mesi. Taranto è anche, per lo Stato Italiano, uno dei 58 Siti di Interesse Nazionale e regionale, ad alto rischio ambientale e sanitario, che dovrebbe essere in priorità di bonifica.
In età pediatrica e adolescenziale il rapporto Sentieri ha rilevato un numero di casi di tumori del sistema linfo-emopoietico, in eccesso rispetto all’atteso: in particolare linfomi non Hodgkin, sarcomi dei tessuti molli e altri extra ossei. Mentre in età giovanile (20-29 anni) si evidenzia un eccesso del 70% per l’incidenza dei tumori della tiroide, tumori delle cellule germinali, trofoblastici e gonadici.
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Nell’arco temporale compreso tra il 2002 e il 2015, su 25.853 nati da madri residenti, è stato rilevato il 9% in più di malformazioni congenite in base alle media regionale: 600 casi su 550 casi attesi. Un numero di casi che potrebbe essere sottostimato, fa notare Fabrizio Bianchi, dirigente dell’Unità Epidemiologia Ambientale di IFC-CNR, perché manca l’apposito registro, da poco istituito dalla Regione Puglia: «Il limite principale di questa statistica è che attraverso le Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO) non si registrano casi al momento della interruzione di gravidanza a seguito di diagnosi prenatale, che per certi tipi di malformazioni sono rilevanti».
Da Mantova a Gela, tumori infantili e malformazioni
Oltre Taranto però, sono diverse le aree SIN in cui malattie oncologiche e malformazioni nei neonati in eccesso rispetto ai valori medi delle relative regioni. Come a Mantova, Gela, Livorno, Manfredonia, Milazzo. «Dati che vanno interpretati con cautela in ragione dei limiti ben descritti dagli autori dello studio, ma non per questo vanno sottovalutati» ricorda Bianchi a Valori.
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A Mantova, sede del petrolchimico Versalis ENI, della raffineria IES ora riconvertita, tra il 2002 e il 2014 sono nati 6360 bambini, 311 con malformazioni congenite al sistema nervoso, cuore, genitali e apparato digerente, contro 249 attesi. Un eccesso, quindi, di 62 casi, 5 all’anno, pari al 20% in più. Anche la mortalità generale per le fasce più giovani della popolazione «è sostanzialmente in eccesso in tutte le classi di età considerate». Così come le malattie oncologiche con «un eccesso per tutti i tumori maligni in età giovanile (20-29 anni)».
Vent’anni dopo dall’istituzione del Sito di Interesse nazionale, a bonifiche ferme, a Gela, tra il 2010 e il 2015 sono nati 4606 bambini. I casi di malformazione sono stati 200 contro 149 casi attesi, 51 in più, pari al 34% in eccesso.
Nella città dell’ex-polo petrolchimico ENI, ora destinato a green-refinery, l’incidenza di neoplasie in età pediatrica, tra 1-4 anni, supera ben 3 volte l’atteso. Mentre tra i giovani adulti (20-29 anni) lo studio Sentieri rileva un eccesso di rischio per i tumori maligni e non maligni del sistema nervoso centrale, dei tumori delle cellule germinali, trofoblastici e gonadici.
Dove c’è un petrolchimico, c’è un aumento tumori
Sempre in Sicilia, alla valle del Mela, a Milazzo, sede di raffinerie, petrolchimico e centrali, spetta il triste record per eccesso di malattie congenite, con 117 casi, su 2.235 nati tra il 2010 e il 2015. Con un eccesso dell’ 80%: i casi attesi in questo caso avrebbero dovuto essere 65.
Anche Livorno è in un’area SIN: oltre l’area portuale, insiste un’altra raffineria ENI e una centrale Enel. Qui, la prevalenza delle malformazioni congenite è superiore alla media della regione Toscana del 43%. I nati residenti nei due comuni presi in oggetto, nel periodo 2002-2015 sono stati complessivamente 20.153. Nello stesso periodo sono stati osservati 576 casi con malformazione congenita, contro i 402 attesi.
#Bonifiche siti inquinati: Il Sito di interesse Nazionale di #Livorno https://t.co/t1u80EHvM1 @ReteComuniSIN @alebratti @ComunediLivorno pic.twitter.com/PmrVW22h6F
— ARPAT (@arpatoscana) April 21, 2017
A Manfredonia, in Puglia, sede dell’ex petrolchimico Enichem e discariche in via di bonifica, sono nati 9338 bambini tra il 2002 e il 2015. Nel periodo in studio sono stati osservati 274 casi con malformazione congenita su cuore, apparato digerente e urinario. Un eccesso di ricoverati anche per tumori del sistema nervoso centrale in età pediatrica, e per tutti i tumori in età giovanile.
Valle del Sacco, Brescia e Campania
In alcune delle aree più contaminate, in cui da tempo i cittadini contestano il ritardo delle bonifiche, nel 2013 non esistevano ancora i registri tumori infantili e malformazioni congenite. Così è nella Valle del Sacco, dove è in corso una delle prime indagini di biomonitoraggio al mondo, a seguito della contaminazione di beta-esaclorocicloesano, insetticida che i cittadini si ritrovano nel sangue. Il registro tumori nella Regione Lazio è stato istituito solo nel 2015.
La situazione di #ambiente e #Salute a #Taranto è nuovamente alla ribalta, con la pubblicazione del quinto rapporto #Sentieri.
Ci vuole una prospettiva basata su studi partecipati, a #Taranto e negli altri siti contaminati👇🏼https://t.co/JyyJHNmX9U pic.twitter.com/DkoIYKTAPc— Ambiente-Salute IFC (@AmbienteSalute) June 24, 2019
In Campania, con la legge sulla Terra dei Fuochi del 2014, era stata già realizzata un’apposita indagine epidemiologica. Mentre l’altra “Terra dei fuochi”, Brescia, è tutt’ora compromessa dalla presenza di discariche, l’inceneritore più grande d’Italia, la contaminazione di terra e acque di falda da diossine, PCB e cromo esavalente. Tra il 2006 e il 2013, lo studio Sentieri ha rilevato nel primo anno di vita dei bambini bresciani un aumento della mortalità.
Motivi per cui la tutela della salute di bambini e ragazzi, alla luce dei risultati di Sentieri, dovrebbe essere una priorità nazionale. Eppure, la presentazione ufficiale del rapporto inizialmente prevista dall’Istituto Superiore di Sanità per il 21 maggio 2019, prima delle elezioni europee, è stata spostata al 4 luglio, a più di un anno dalle prime anticipazioni.