Regno Unito, pronto un giro di vite su ESG e impact investing
L’autorità di regolamentazione finanziaria del Regno Unito si scaglia contro il greenwashing nella finanza. E prepara regole molto più severe
«Il greenwashing inganna i consumatori ed erode la fiducia in tutti i prodotti ESG (basati su parametri ambientali, sociali e di governance, ndr). I consumatori devono avere fiducia nel fatto che, quando i prodotti si dichiarano sostenibili, lo siano realmente». Parola di Sacha Sadan, a capo della divisione ESG della Financial Conduct Authority (FCA), l’autorità di regolamentazione finanziaria del Regno Unito. È per questo che la FCA si è messa all’opera per redigere nuove regole sulla finanza sostenibile, molto più severe rispetto al passato.
Come cambieranno le regole nel Regno Unito
Il comunicato con cui la FCA rende noti i suoi piani risale al 25 ottobre 2022. La novità più radicale sta nell’introduzione di tre etichette per i prodotti finanziari ESG:
- Sustainable Focus: fondi che investono prevalentemente in asset che raggiungono elevati standard di sostenibilità.
- Sustainable Improvers: prodotti finanziari che hanno l’obiettivo di migliorare il profilo di sostenibilità dei propri asset nel corso del tempo.
- Sustainable Impact: fondi che si propongono di avere un impatto ambientale e sociale positivo e misurabile.
Solo i prodotti finanziari che soddisfano i parametri necessari per ottenere queste etichette potranno usare termini come “ESG”, “verde”, “responsabile” o “Paris-aligned” nel proprio nome o nei propri contenuti promozionali. Da parte loro gli investitori, istituzionali e retail, avranno diritto a ricevere informazioni molto più chiare e dettagliate sul profilo di sostenibilità dei prodotti finanziari. Queste, però, per ora sono soltanto proposte, sottoposte a una consultazione. Potrebbe dunque esserci ancora spazio per alcune modifiche prima dell’entrata in vigore, prevista per la metà del 2024.
L’impact investing alla prova delle nuove regole
Al netto dei possibili cambiamenti in corso d’opera, la direzione intrapresa dal Regno Unito è chiara e coerente con quella già intrapresa dalla autorità degli Stati Uniti e dell’Unione europea. Ma quali saranno le conseguenze? Secondo un’analisi di Bloomberg, le nuove regole potrebbero scatenare un terremoto soprattutto nel comparto dell’impact investing.
Ritenuta come l’ultima frontiera della finanza sostenibile, questa categoria comprende gli investimenti che puntano a generare sia un rendimento, sia un impatto sociale o ambientale intenzionale, misurabile e addizionale rispetto agli investimenti tradizionali. Stando al Global Impact Investing Network, nel 2022 questo mercato ha raggiunto un volume di 1.164 miliardi di dollari. Di cui circa 71 miliardi nel Regno Unito.
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Cifre che però ben presto potrebbero essere radicalmente ridimensionate. È vero, infatti, che la FCA vuole introdurre un’etichetta ad hoc per l’impact investing. Il rischio paventato da alcuni operatori, però, è che anche i prodotti finanziari più evoluti possano far fatica a rispettare i parametri previsti per ottenerla.
Tra i punti più criticati c’è il riferimento all’addizionalità dell’impatto sociale e ambientale; una dimensione difficile da quantificare e da comunicare, sostiene l’Impact Investing Institute. Un altro timore è che gli investimenti scambiati in Borsa vengano inevitabilmente tagliati fuori perché è più difficile misurare il loro impatto. Insomma, il problema del washing è sotto gli occhi di tutti. Il dibattito è aperto. Ma le soluzioni sono ancora, in parte, da scrivere.