Ci mancavano le sabbie bituminose sostenibili

C'è grossa crisi, la rubrica di Andrea Baranes che vi spiega perché dovete interessarvi di finanza. Prima che la finanza si interessi di voi

Istruzioni per estrarre petrolio dalle sabbie bituminose. Per raggiungere gli strati di sabbia ricchi di bitume, radete al suolo le foreste sovrastanti; trasportate tonnellate di sabbia all’impianto; utilizzate enormi quantitativi di acqua e solventi per estrarre il bitume; raffinatelo consumando altra energia; tenete conto che le emissioni di gas a effetto serra legate al ciclo delle sabbie bituminose potrebbero essere il triplo o il quadruplo rispetto al petrolio estratto con tecniche tradizionali. Eh, si, perché ricordiamo che tutto questo lo si fa per ottenere petrolio, che poi verrà bruciato nell’atmosfera.

Un riassunto di un processo che sembra tutto tranne che “sostenibile”, giusto? Eppure persino chi opera lungo questa filiera utilizza un termine che appare talmente abusato da essere svuotato di senso. La campagna Reclaim Finance ha recentemente denunciato il caso della Enbridge, società di trasporto dell’energia che sta realizzando un nuovo oleodotto che parte dai giacimenti di sabbie bituminose dell’Alberta per arrivare oltre 1.600 km dopo in Wisconsin. Nel febbraio del 2021 la Enbridge ha annunciato di avere portato a termine un finanziamento legato alla sostenibilità (“Sustainability Linked Credit Facility”) per 1 miliardo di dollari.

I promotori della campagna sono piuttosto chiari nel commentare la notizia: «Nascondendosi dietro obiettivi ESG (acronimo per indicare obiettivi ambientali, sociali e di governo d’impresa) risibili, una società specializzata nel trasporto dei combustibili fossili più inquinanti utilizza i cosiddetti strumenti finanziari “sostenibili” per aiutare a finanziare il suo nuovo oleodotto che distrugge il clima e viola i diritti. Le istituzioni finanziarie devono smetterla di essere complici di un greenwashing così spudorato».

Non è un caso isolato. Sempre secondo Reclaim Finance, a dicembre 2020 la NRG ha emesso un’obbligazione legata alla sostenibilità, nonostante la società non abbia in programma di uscire dalla produzione di energia dal carbone. Attività che rappresenta un terzo del suo portafoglio.

Due esempi che mostrano quanto sia al momento arbitraria la definizione di “sostenibilità” e in particolare di prodotti finanziari sostenibili. Due esempi che confermano la necessità di un’iniziativa come quella dell’Action Plan sulla finanza sostenibile dell’Ue, che introduce criteri e parametri per inquadrare e definire tali attività e prodotti.

Un percorso ancora troppo timido e oggetto di diverse critiche, come spesso abbiamo descritto qui su Valori. Nello stesso momento, un percorso che dovrebbe, per lo meno, evitare che casi simili possano ripetersi in futuro. E che risparmiatori attenti alla sostenibilità ambientale possano ritrovarsi i propri soldi investiti in questi progetti. Per esserne certi, al momento, la cosa migliore è informarsi e affidarsi a chi descrive e pubblica con trasparenza sia i criteri che usa per selezionare i titoli, sia gli stessi settori e attività di investimento ammessi nei propri fondi.