Il sistema fiscale degli Stati Uniti avvantaggia i bianchi

Il sistema fiscale degli Stati Uniti è iniquo a monte: lo dimostrano gli studi del Dipartimento del Tesoro

Caterina Orsenigo
Il sistema fiscale degli Stati Uniti va a svantaggio delle minoranze © eddtoro/123rf.com
Caterina Orsenigo
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Le riforme fiscali non servono solo a riempire le casse dello Stato, magari per tagliare il deficit o anche per migliori politiche pubbliche. C’è bisogno anche di un sistema fiscale “smart”, che miri espressamente a ridurre le disuguaglianze

Che negli Stati Uniti la ricchezza sia soprattutto bianca non sembra poi una grossa scoperta. Eppure è significativo vederlo dimostrato da studi del Dipartimento del Tesoro secondo i quali il sistema stesso favorisce i bianchi e sfavorisce neri e ispanici. Si tratta di analisi che leggono i dati delle dichiarazioni dei redditi in rapporto a razza ed etnia. Sono le prime in assoluto di questo tipo e hanno l’obiettivo di esaminare l’impatto di alcune importanti agevolazioni fiscali.

Emerge una situazione che ci si poteva aspettare e che allo stesso tempo sorprende per la sua nettezza. Gli americani bianchi ricevono il 92% dei benefici derivanti dalla riduzione dell’aliquota fiscale sui dividendi e sulle plusvalenze e circa la stessa percentuale per le deduzioni delle donazioni di beneficenza e dei redditi d’impresa. Detrazioni speciali e agevolazioni ricadrebbero insomma enormemente più sui bianchi che sulle altre etnie.

Joe Biden promette di tassare i ricchi

Proprio in queste settimane il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha recuperato alcune proposte che erano state bocciate con il pacchetto economico Build Back Better e che non sono rientrate nell’Inflation Reduction Act. L’idea sarebbe quella di tagliare 3.000 miliardi di dollari di deficit grazie a un aumento delle entrate che cancellerebbe gran parte della riforma fiscale entrata in vigore durante la presidenza di Donald Trump (e che era molto favorevole per i più ricchi).

La proposta è che i miliardari americani (lo 0,01% della popolazione) paghino un’aliquota fiscale del 25% e che l’aliquota massima per coloro che guadagnano oltre i 400mila dollari salga dal 37% al 39,6%. Non verrebbero toccate le tasche di chi guadagna meno di 400mila dollari l’anno. Per gli investitori che guadagnano oltre il milione di dollari, poi, l’aliquota sugli investimenti a lungo termine passerebbe dal 20% al 39%, quasi un raddoppio. 

Questo sistema fiscale impedirebbe inoltre alcune scappatoie introdotte da Trump che permettevano a lavori ad alto reddito e proprietari di aziende di non pagare appieno le tasse dovute per il fondo fiduciario dell’assicurazione ospedaliera Medicare.

L’aspetto più rivoluzionario ha a che fare con le agevolazioni fiscali che da sempre hanno favorito gestori di fondi di private equity, compagnie petrolifere, investitori in immobili e – più recentemente – in criptovalute. Ben 31 miliardi di dollari rientrerebbero infatti solo eliminando le preferenze fiscali per il comparto oil&gas. E risparmi considerevoli deriverebbero anche dagli interventi su immobiliare e criptovalute.

Un piano ambiziosissimo, la cui approvazione però è quasi impossibile. Se il Build Back Better non era passato quando Biden aveva la maggioranza, avrà vita ancora più difficile ora che la Camera dei Rappresentanti è sotto il controllo dei repubblicani. 

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden © Gage Skidmore/iStockPhoto

Un sistema fiscale iniquo e sbilanciato

Eppure, anche se dovesse passare, l’analisi fatta dal Dipartimento del Tesoro sottolinea un problema che sta a monte.

Il piano di Biden va a toccare soprattutto i “super ricchi” ma, in generale, un’aliquota bassa avvantaggia chi ha dei risparmi da investire. Ossia i bianchi. Secondo un’analisi della Federal Reserve Bank di St. Louis, le famiglie nere e soprattutto ispaniche possiedono un quarto della ricchezza media di una famiglia bianca. Anche a parità di reddito, un nero benestante riceve meno benefici derivanti da aliquote più basse rispetto a un bianco altrettanto benestante. Un ragionamento simile vale per il credito di imposta. Le famiglie ispaniche (che sono il 15% della popolazione) ricevono il 28% del credito; i neri il 19% e i bianchi il 49%. 

Quel che appare chiaro è che il sistema fiscale è iniquo a monte. Eliminare o almeno ridurre le agevolazioni destinate ai più ricchi è necessario, ma non basta. C’è un razzismo endemico, visibile nei suoi effetti (i bianchi si arricchiscono più facilmente rispetto a neri e ispanici) ma molto difficile da dipanare.

Gli studi del Dipartimento del Tesoro e di alcuni ricercatori universitari (in particolare Dorothy A. Brown, The Whiteness of Wealth), sono per ora a uno stadio preliminare ma potrebbero diventare in futuro sempre più precisi, confrontando i dati delle dichiarazioni dei redditi con altri database federali. E, così, essere utili a disinnescare disuguaglianze sistemiche attraverso le giuste chiavi per un sistema fiscale che sia davvero equo.