Polveri sottili, una ricerca svela i rischi per donne incinte e neonati
Uno studio presentato questa mattina negli Stati Uniti spiega che tanto più l'aria è inquinata, tanto più frequenti sono le nascite di bambini di peso inferiore ...
Esiste un legame diretto tra la qualità dell’aria e la salute dei neonati. Le donne incinte maggiormente esposte agli agenti inquinanti legati alle automobili e alle centrali a carbone, infatti, partoriscono mediamente bambini troppo magri. A rivelarlo è un vasto studio pubblicato questa mattina negli Stati Uniti, che ha preso in considerazione ben tre milioni di parti in America del Nord, Sudafrica, Europa, Asia e Australia.
Si tratta della ricerca più estesa mai effettuata su questo tema, guidata dalla dottoressa Tracey Woodruff, docente di Ginecologia e di Scienze della riproduzione all’università di San Francisco, in California. L’analisi ha constatato che, in differenti luoghi del mondo, a più alti tassi di inquinamento corrispondono più possibilità di veder nascere bambini il cui peso risulta inferiore a 2 chilogrammi e mezzo. Un livello – ha sottolineato il dottor Payam Dadvand, epidemiologo del Centro di ricerca CREAL di Barcellona – che implica rischi accresciuti di malattie e di mortalità prenatale, nonché possibilità maggiori di contrarre problemi cronici di salute in età avanzata.
Gli autori dello studio hanno anche evidenziato le differenze molto marcate esistenti oggi tra le regolamentazioni nazionali in termini di inquinamento atmosferico, in particolare per quanto riguarda le polveri sottili “PM2, 5”. I limiti per tale tipologia di particolato (la più pericolosa tra quelle misurate) sono infatti fissati ad un massimo di 12 microgrammi per metro cubo negli Stati Uniti, mentre ad esempio in Europa si può arrivare a 25 microgrammi. In Cina, di recente, in alcune città si è arrivati a misurare 700 microgrammi: dati, hanno specificato gli autori della ricerca, che risultano del tutto incompatibili con un livello accettabile di salvaguardia della salute pubblica mondiale.
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