ThyssenKrupp, le risposte sulle armi nucleari e i dubbi su Leonardo
All'assemblea degli azionisti una risposta di ThyssenKrupp sui sistemi d'arma solleva dubbi sulla posizione dell'italiana Leonardo
ThyssenKrupp è nota agli italiani soprattutto per il drammatico incidente avvenuto a Torino il 6 dicembre 2007, in cui in seguito ad un’esplosione e al conseguente incendio, morirono sette operai. Herald Espenhahn, amministratore delegato della società, fu condannato – dopo un lungo processo – a dieci anni di reclusione per omicidio colposo. Con lui altri cinque manager dell’azienda.
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ThyssenKrupp non è solo ascensori e montacarichi: è anche sottomarini e armi
Oppure l’azienda è riconosciuta ogni volta che si usa un ascensore, un montascale o una scala mobile. Ma pochi sanno che ThyssenKrupp fornisce sottomarini per le marine militari di venti Paesi nel mondo. Insieme ai sottomarini, ThyssenKrupp realizza i sistemi d’arma con cui essi sono equipaggiati.
Per questo, in quanto azionisti (critici) abbiamo partecipato all’Assemblea degli azionisti della società in Germania, delegando ad intervenire il nostro collega Tommy Piemonte di Bank für Kirche und Caritas eG, con noi fondatrice di Shareholders for Change, la rete di azionisti responsabili costituita da 16 entità (perlopiù investitori istituzionali) in sette Paesi europei, che gestiscono un totale di asset pari a 35 miliardi di euro.
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Il colosso tedesco non sente la necessità di una policy sui sottomarini a guida autonoma
Le domande che abbiamo rivolto al management erano tese a comprendere se vi fosse una policy della società sui veicoli sottomarini a guida autonoma potenzialmente armati di esplosivi (e abbiamo appurato che la società non sente la necessità di tale policy). Ma soprattutto abbiamo chiesto se ThyssenKrupp, nel produrre missili per sottomarini, svolgesse una propria indipendente due diligence per evitare che tali missili fossero dotati di testata nucleare. Infatti tale evenienza sarebbe in contrasto con la normativa tedesca in fatto di armi, oltre che con il Trattato contro la produzione di tali armamenti controversi.
La risposta, tesa a dichiarare che ThyssenKrupp non partecipa a programmi di realizzazione di armi nucleari, è tuttavia interessante e utile per i nostri fini.
ThyssenKrupp rivela come ci si può accertare che un missile non possa essere dotato di testata nucleare
In primo luogo ThyssenKrupp ci dice che l’unico modo per prevenire che un missile possa essere dotato di testata nucleare è quello di definirne il contenuto nella licenza statale di esportazione. Ciò perché non è possibile apportare delle modifiche tecniche strutturali per rendere un missile capace di trasportare testata nucleare se non è specificamente costruito per farlo.
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Si tratta di un’informazione assai interessante per replicare alla risposta che, su argomento analogo, ci fornisce dal 2016 Leonardo SpA. L’azienda italiana dice: «Noi non partecipiamo alla realizzazione di armamenti nucleari, perché attraverso il consorzio MBDA (di cui deteniamo il 25%), noi realizziamo solo il vettore. Mentre della testata nucleare si occupa direttamente l’esercito francese, per il quale il missile ASMP-A a capacità nucleare è realizzato». Ma questa è una risposta sbagliata, diremmo elusiva.
Perché la risposta dell’azienda tedesca chiama in causa l’italiana Leonardo
Stante la risposta di ThyssenKrupp, infatti, se tu realizzi un missile, sei coinvolto e sei perfettamente consapevole di partecipare ad un sistema d’arma nucleare. Tanto che non puoi apportare modifiche o realizzare tecnicamente un vettore che possa essere indifferentemente equipaggiato di testata nucleare o convenzionale.
C’è un’autorizzazione statale di esportazione che specifica il tipo di sistema d’arma che, complessivamente, deve essere consegnato allo Stato acquirente. E, comunque, alla società fornitrice di parte del sistema d’arma (MBDA nel caso francese) viene chiesto quel tipo di vettore, proprio per essere dotato di testata nucleare tattica. Infatti questo è propriamente quello che si definisce un sistema d’arma. Cioè l’associazione tra l’arma vera e propria e un dispositivo servente. Ad esempio, un sommergibile nucleare con i suoi missili SLBM, o i missili e il loro lanciatore.
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Per quanto riguarda ThyssenKrupp, la società dichiara di non svolgere ricerca o attività di produzione di componenti di armi nucleari. E per quel che riguarda sistemi di consegna di armi nucleari come i sottomarini, laconicamente la società ci informa di adeguarsi ai sistemi di controllo sulle esportazioni del governo tedesco, ma al tempo stesso non ha delle proprie linee guida in merito.