Clima e trasparenza, Total cede agli azionisti critici

Grazie alla pressione degli azionisti critici, il colosso francese Total ha accettato di assumere nuovi impegni nella lotta ai cambiamenti climatici

La sede di Total a Parigi © dany13/Flickr

Gli azionisti critici hanno centrato una significativa vittoria in vista della prossima assemblea generale del colosso delle fonti fossili TotalEnergies. La risoluzione sul clima appena presentata da un gruppo di dodici investitori – tra i quali Meeschaert Amilton, OFI, Sycomore, La Banque Postale Asset Management, La Financière de l’Echiquier e Mandarine gestion – è stata ritirata poiché i dirigenti del gruppo francese hanno accettato una serie di impegni.

Gli impegni di Total per il clima

In particolare, l’azienda ha promesso di adottare nuovi standard in materia di trasparenza sui piani di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra legate alle proprie attività. In una lettera inviata al gruppo Climate Action 100+, che riunisce investitori che gestiscono asset per un totale di 68mila miliardi di dollari – l’amministratore delegato Patrick Pouyanné ha promesso di adottare degli obiettivi di abbattimento della CO2 dispersa nell’atmosfera sia sul medio (al 2030) che sul breve termine (al 2025). E ha accettato il principio secondo il quale tali target saranno relativi a tutti business di Total.

Ciò significa che saranno coinvolti i cosiddetti scope 1, 2 e 3. Il livello 1 (“scope 1”) corrisponde alle emissioni dirette: ad esempio la combustione di energie fossili. Il livello 2 (“scope 2”) è relativo alle emissioni indirette legate al consumo di energia necessario per la fabbricazione di un prodotto. E il livello 3 (“scope 3”) è relativo appunto alle altre emissioni indirette. Ad esempio quelle provocate dall’estrazione di materiali necessari per realizzare un prodotto. O ancora le emissioni legate ai trasporti utilizzati dai dipendenti per recarsi al lavoro.

La strategia climatica di Total sottoposta al voto degli azionisti

Secondo il documento – pubblicato venerdì 22 aprile sul sito internet – Total si è anche impegnata a sottoporre ogni anno la propria strategia sul clima ad un voto da parte degli azionisti (benché consultivo). E ciò già a partire dalla prossima assemblea generale, il 25 maggio 2022.

Inoltre, il gruppo petrolifero si è detto pronto a dettagliare i dati relativi al proprio mix di produzione energetica. Anche in questo caso con obiettivi al 2025 e al 2030. Nonché il proprio allineamento progressivo ai target indicati dall’Accordo di Parigi del 2015.

La soddisfazione, con qualche riserva, degli azionisti critici

I dodici azionisti critici hanno accolto con soddisfazione le scelte di Total. Sottolineando come rappresentino «il frutto di un dialogo continuo e approfondito tra la società e le diverse coalizioni di investitori. Che dovrà proseguire anche in futuro». Tuttavia, l’organizzazione non governativa Reclaim Finance ha mantenuto uno sguardo critico: «Gli annunci dell’azienda non rispondono a tutti i punti avanzati nella risoluzione presentata dal gruppo di investitori».

Parlando all’agenzia Afp, l’ong ha precisato inoltre come non sia sufficiente il riferimento all’Accordo di Parigi. Ciò in quanto quest’ultimo chiede di limitare la crescita della temperatura media globale ad un massimo di 2 gradi centigradi, alla fine del secolo, rispetto ai livelli pre-industriali. «Rimandando il più possibile vicini agli 1,5 gradi», recita il testo. Mentre secondo Reclaim Finance sarebbe necessario indicare una traiettoria che consideri gli 1,5 gradi come un tetto massimo, alla luce delle evidenze scientifiche che, dal 2015 ad oggi, hanno mostrato come la differenza tra i due obiettivi rappresenti la distanza esistente tra una crisi e una catastrofe climatica.


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