TPNW, da Vienna un piano d’azione contro la minaccia delle armi nucleari
Gli Stati Parte del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW) condannano in modo inequivocabile «qualsiasi minaccia nucleare»
Nella giornata di giovedì 23 giugno, dopo tre giorni di approfondito dibattito e confronto alle Nazioni Unite a Vienna, gli Stati parte del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW) hanno concluso la prima riunione del Trattato condannando in modo inequivocabile «qualsiasi minaccia nucleare, sia essa esplicita o implicita e a prescindere dalle circostanze». Una presa di posizione, in risposta alle intimidazioni nucleari della Russia, che costituisce la più forte ed esplicita condanna multilaterale di sempre della minaccia di usare armi nucleari.
Esiste un’alleanza globale per ridurre i rischi di guerra nucleare
La “Dichiarazione di Vienna” – approvata per acclamazione e con pieno consenso – dimostra che esiste una nuova alleanza globale che utilizza il quadro di riferimento del Trattato TPNW per ridurre i rischi di guerra nucleare. Definendo passi concreti e collettivi per porre fine all’era delle armi nucleari. I 65 Stati Parti del Trattato, gli altri Stati sostenitori, i sopravvissuti alle detonazioni nucleari, le organizzazioni internazionali, i parlamentari, le istituzioni finanziarie, i giovani e la società civile fanno parte di questa nuova alleanza.
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La prima riunione degli appartenenti al TPNW dopo la sua entrata in vigore doveva affrontare vari passaggi anche procedurali ed organizzativi. Ciò al fine di rendere il Trattato realmente operativo. Ma proprio perché non si tratta di un documento vuoto e retorico il confronto tra gli 83 Stati presenti (molti solo osservatori non Parti del Trattato, ma con l’assenza dell’Italia) ha portato ad altri risultati tangibili.
Il ruolo cruciale della società civile
Nei tre giorni di Vienna si è lavorato duramente, anche con il contributo degli attivisti di “Italia, ripensaci” la mobilitazione promossa da Senzatomica e Rete Pace Disarmo. Obiettivo: concordare una vasta gamma di azioni specifiche e pratiche per portare avanti ogni aspetto dell’attuazione di questo cruciale Trattato.
«Dal 2017 abbiamo una norma legale che proibisce le armi nucleari, grazie agli sforzi della società civile internazionale», sottolinea Francesco Vignarca, coordinatore campagne di Rete Pace Disarmo. «Da oggi», prosegue Vignarca, «esiste anche la strategia che ci porterà a quel risultato. L’innovativo Piano d’azione di Vienna, sviluppato in ben 50 punti, delinea infatti i passi concreti per impedire agli Stati dotati di armi nucleari di usarle e per progredire verso la loro eliminazione».
Le decisioni chiave degli Stati Parti
Gli Stati Parti hanno preso decisioni chiave sulla condanna delle recenti minacce nucleari, sull’avvio dei lavori per la creazione di un fondo fiduciario a sostegno delle persone danneggiate dall’impatto delle esplosioni nucleari, sull’istituzione di un comitato consultivo scientifico, sulla fissazione di una scadenza di 10 anni per la distruzione delle armi nucleari e sull’adesione di altri Paesi al TPNW al fine di fermare le minacce, la guerra e la corsa agli armamenti nucleari.
Queste decisioni si sono basate sulla testimonianza e sull’esperienza vissuta da coloro che conoscono in prima persona l’impatto delle armi nucleari. Il Piano d’azione sottolinea l’importante principio del «nessuna decisione che ci riguardi, senza ascoltare le nostre voci». E garantisce che le persone più colpite siano maggiormente coinvolte nei processi decisionali e di implementazione delle norme del Trattato.
La Dichiarazione e il Piano d’azione di Vienna sono il modo in cui il mondo sta costruendo una potente norma contro le armi nucleari. Non attraverso dichiarazioni altisonanti o vuote promesse, ma grazie ad un’azione concreta e mirata che coinvolge una comunità veramente globale di governi e società civile. A Vienna tutti sono stati ascoltati.
Il disarmo nucleare deve diventare un tema di dibattito pubblico anche in Italia
«Le armi nucleari devono essere eliminate prima possibile. La Conferenza di Vienna ha sottolineato ancora una volta quanto lavorare insieme società civile, associazioni, attivisti scienziati e governi porti a risultati concreti», evidenzia Daniele Santi presidente di Senzatomica. «Continueremo a impegnarci dimostrando quanto sia efficace e potente questo partenariato pubblico-privato. Sono certo che anche in Italia riusciremo a far diventare il disarmo nucleare un tema pubblico. E che, come successo per la messa al bando delle mine anti persona e delle munizioni a grappolo, sarà determinante per la loro eliminazione totale».
La Dichiarazione di Vienna si è conclusa con un chiaro impegno da parte di questi Stati. «Di fronte ai rischi catastrofici posti dalle armi nucleari e nell’interesse della stessa sopravvivenza dell’umanità… Non ci fermeremo finché l’ultimo Stato non avrà aderito al Trattato, l’ultima testata non sarà stata smantellata e distrutta e le armi nucleari non saranno state totalmente eliminate dalla Terra».
«Siamo imperterriti e niente ci fermerà», ha commentato la Direttrice Esecutiva della International Campaign to Abolish Nuclear Weapons, Beatrice Fihn. «Insieme stiamo ponendo fine all’era delle armi nucleari».