Il virus del riciclaggio
Corruzione, illegalità, economia e finanza. Ogni martedì il commento di Rosy Battaglia
C’è un altro contagio che sembra salire di pari passo con la pandemia. Affligge, però, la nostra economia ed è quello causato dal “virus del riciclaggio”. L’allarme lo ha lanciato l’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia qualche settimana fa, ma senza clamore. Sono state oltre 113 mila le segnalazioni di operazioni finanziarie sospette (SOS) per un valore di almeno 49 miliardi di euro nel 2020. Un fenomeno in aumento, favorito dalla crisi economica e dall’enorme liquidità di chi gestisce proventi illeciti con denaro contante. Come scrivono gli analisti dell’istituto, le 60.220 operazioni individuate nel secondo semestre dell’anno 2020, costituiscono in assoluto il maggior numero di segnalazioni mai pervenute nello stesso lasso di tempo. E di queste il 99,3% riguarda proprio il riciclaggio di denaro.
Un fenomeno che riguarda tutta la Penisola. La classifica regionale per numero di azioni finanziarie sospette vede in testa la Lombardia, seguita da Campania, Lazio, Sicilia e Emilia Romagna. «Contrastare le mafie, la presa che esse conservano al Sud, l’infiltrazione che tentano nel Nord, serve a rinsaldare la fibra sociale del Paese, ma anche a togliere uno dei freni che rallentano il cammino della nostra economia». Parole di Mario Draghi, pronunciate esattamente 10 anni fa, in un convegno organizzato da Libera che vedeva l’allora governatore della Banca d’Italia a confronto con Don Luigi Ciotti. Ora sappiamo per certo, dati alla mano, che in dieci anni, la criminalità organizzata si è “trasformata” in criminalità finanziaria.