Il caldo estremo, la siccità e il nucleare francese
I cambiamenti climatici moltiplicheranno ondate di caldo e siccità. A rischio anche la produzione di energia delle centrali nucleari francesi
Alla metà dello scorso mese di giugno, la compagnia elettrica francese EDF ha annunciato che la produzione di energia della centrale nucleare di Saint-Alban, nel dipartimento dell’Isère, avrebbe potuto subire una riduzione per alcuni giorni. A mancare è l’acqua: il caldo estremo che ha colpito la Francia ha provocato infatti un netto calo del livello del Rodano.
Già a maggio ridotta la produzione della centrale nucleare di Blayais
Le centrali nucleari pompano infatti acqua dai fiumi o dal mare per garantire il raffreddamento dei reattori. Quindi la rigettano riscaldata, dovendo rispettare alcune limitazioni legate alle temperature, al fine soprattutto di preservare la biodiversità acquatica.
Per questo capita a EDF di dover non poter far girare i propri reattori al massimo, se non di doverli fermare del tutto. Il punto, come sottolineato dalla stampa transalpina, è che normalmente ciò accade in piena estate: nella seconda metà di luglio o ad agosto. Stavolta si è cominciato invece in primavera, a giugno. E a maggio, le previsioni di temperature elevate nell’estuario della Gironde avevano già costretto EDF a ridurre la produzione della centrale di Blayais, in Nuova Aquitania.
Nel 2019 in alcune fasi produzione elettrica da nucleare giù del 10%
E in futuro andrà sempre peggio, poiché i cambiamenti climatici renderanno sempre più frequenti e intense le ondate di caldo e di siccità. Basti pensare che – come riferito dal quotidiano Le Monde – nel 2019 il caldo estremo ha costretto in alcuni momenti a far calare la produzione complessiva del parco nucleare francese di circa il 10%.
EDF, da parte sua, ovviamente minimizza il problema. Secondo la compagnia, dal 2000 il problema delle temperature elevate o dei livelli idrici troppo bassi dei fiumi avrebbe impattato solo per lo 0,3% della produzione annuale. Ma in una nota del 2020 l’Istituto per la radioprotezione e la sicurezza nucleare (Irsn) ha ammesso che «i periodi di canicola possono comportare delle conseguenze sulla produzione elettrica, per ragioni di protezione ambientale, ma anche, potenzialmente, sulla sicurezza stessa delle centrali nucleari».
Gli avvertimenti dell’Irsn (Istituto per la radioprotezione e la sicurezza nucleare)
L’Irsn ha aggiunto che «alte temperature esterne possono perturbare il funzionamento di materiali essenziali per garantire la sicurezza dei reattori in diverse situazioni di incidente». D’altra parte, se non fosse così EDF non avrebbe effettuato numerosi lavori negli ultimi anni per installare «potenti sistemi di raffreddamento» e materiali maggiormente in grado di resistere al caldo estremo.
Energia
«Le centrali nucleari francesi non sono sicure»
Mediapart ha raccolto la testimonianza di un membro della direzione del sito nucleare di Tricastin, che ha parlato coperto da anonimato
Thomas Veyrenc, dirigente della RTE, gestore della rete elettrica francese, ha non a caso precisato a chiarissime lettere: «Il riscaldamento climatico accrescerà il rischio di indisponibilità dei reattori nel corso delle ondate di caldo o di siccità». La stessa RTE, in un recentissimo rapporto intitolato “Futuri energetici” ha spiegato che le perdite nel 2050 potrebbero essere di più di 10 terawattora all’anno.
Cina, «problemi anche nel secondo reattore EPR di Taishan»
Nel frattempo, dall’altra parte del mondo i reattori EPR continuano ad avere problemi. Da un anno (!), uno dei due della centrale di Taishan è chiuso per anomalie. E da alcuni giorni l’Autorità per la sicurezza nucleare ha affermato che problemi sono stati riscontrati anche all’altro impianto. Problemi, in particolare, di usura di materiali.
In Francia si teme «di riscontrare gli stessi problemi anche nel reattore EPR in costruzione a Flamanville, sulla Manica – ha osservato l’emittente BFMTV -. Gli equipaggiamenti sono in effetti gli stessi che sono presenti in Cina e che sono stati prodotti nella fabbrica di Creusot. Da parecchi mesi ormai EDF tarda a trasmettere le sue conclusioni all’ASN. E se occorrerà cambiare qualcosa anche nel reattore in cantiere in Francia, questo subirà l’ennesimo ritardo».
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