Aumentano le multe per riciclaggio di denaro
Nel 2022 il totale delle multe per riciclaggio di denaro comminate a istituti finanziari è raddoppiato rispetto all'anno precedente
Nel 2022 sono tornate ad aumentare le multe per riciclaggio di denaro comminate alle banche. Rispetto al 2021, l’incremento è stato addirittura del 52%. La multa più salata – 2 miliardi di dollari – l’ha pagata la danese Danske Bank. Ma nella classifica degli istituti finanziari che hanno sborsato di più troviamo i soliti nomi noti. Tanto da far sorgere una domanda: siamo sicuri che le multe abbiano davvero un effetto punitivo e deterrente?
Dal 2007 ad oggi multe per 56 miliardi di dollari
Secondo la società britannica Fenergo, nel 2022 le autorità competenti hanno inflitto complessivamente 5 miliardi di dollari di multe nell’ambito della lotta al riciclaggio. Cifra che appare irrisoria in confronto all’ammontare dei fondi illeciti che circolano ogni anno nel sistema finanziario. La stima oscilla tra i 2mila e i 5mila miliardi di dollari, ovvero tra il 2 e il 5% del Pil globale.
ESG è acronimo di Environmental, Social, GovernanceApprofondisciLa cosa più sorprendente è che le multe comminate nel 2021 fossero meno della metà. Ed erano sempre rimaste attorno a quel livello, dal 2016 ad oggi. È nel 2022 che si è registrato un incremento significativo. Che ha portato ad un totale di 56 miliardi di dollari le ammende pagate da istituti finanziari e singoli per violazioni delle normative in materia di antiriciclaggio, protezione dei dati personali e standard ESG. Nello specifico, 37 miliardi negli Stati Uniti, 11 in Europa, Medio Oriente e Africa e il resto in Asia.
Chi è stato multato
La banca danese Danske Bank è stata multata per lo scandalo venuto a galla tra il 2017 e il 2018, definito poi come il più grande a livello europeo (forse anche mondiale) in tema di riciclaggio di denaro sporco. Ma i colossi non sono pochi.
Stando al Financial Times, nella classifica delle grandi banche internazionali più multate tra il 2008 e il 2022, al primo posto c’è la francese BNP Paribas (con 8,9 miliardi di dollari). Al secondo la svizzera UBS (4,5) e al terzo la statunitense Goldman Sachs (poco più di 4). Seguite da JP Morgan Chase, HSBC e Standard Chartered (tutte più di due miliardi). Poco più giù troviamo UniCredit con quasi 1,5 miliardi di dollari.
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Tra l’altro, sempre secondo Fenergo, nel 2022 è stata inflitta anche la prima multa per quanto riguarda gli standard ESG. A maggio, la Securities and Exchange Commission (l’equivalente della Consob negli Stati Uniti) ha imposto a BNY Mellon Investment Adviser di pagare 1,5 milioni di dollari per omissioni ed errori riguardo alcuni suoi fondi. E anche Goldman Sachs Asset Management è stata condannata a pagare 4 milioni di dollari per non aver rispettato le sue stesse politiche e procedure ESG.
Il ruolo delle criptovalute nel riciclaggio di denaro
Per quanto invece l’ammontare delle multe antiriciclaggio inflitte ad operatori e soggetti del settore delle criptovalute esso appare abbastanza basso rispetto al totale. Colpisce tuttavia l’aumento esponenziale (+92% rispetto al 2021). Che probabilmente verrà replicato anche nell’anno in corso. Infatti, le multe complessive al settore nel 2022 si attestavano a 193 milioni di dollari. Ma già nel gennaio di quest’anno, Coinbase, il più noto exchange di criptovalute, è stato condannato a pagare 50 milioni di dollari (e a spenderne altri 50 per adattarsi alle normative) dal dipartimento per i Servizi finanziari dello Stato di New York.
Inoltre, al settore delle cripto è anche legata la maggior parte delle multe verso gli individui (aumentate dell’89% rispetto all’anno scorso). Su più di 31 milioni di dollari, ben 30 sono stati pagati da solamente tre individui. Ovvero dai fondatori della piattaforma di trading BitMEX, ritenuti colpevoli dalla Commodity Futures Trading Commission americana di una serie di violazioni anche in materia di antiriciclaggio.
L’efficacia della lotta al riciclaggio di denaro
Il settore delle valute digitali è anche quello attualmente meno regolamentato. I primi tentativi di inquadrarne l’attività (anche al fine di contrastarne l’utilizzo per attività illecite come il riciclaggio di denaro) sono molto recenti. In Europa, ad esempio, una bozza di normativa ha visto la luce l’anno scorso, ma il regolamento MiCA (Markets in Crypto-Assets) non è ancora stato votato dal Parlamento Europeo.
Lo stesso si può dire del pacchetto normativo in materia di antiriciclaggio. Quest’ultimo dovrebbe estendere le norme europee per contrastare il finanziamento al terrorismo e il riciclaggio di denaro al settore delle cripto. Ma anche a gioiellieri, orafi, orologiai e in generale a tutti coloro che commerciano metalli preziosi, pietre preziose e beni culturali. Oltre a fissare a 10mila euro il tetto massimo al contante in tutta l’Unione.
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In ogni caso, la repressione dei crimini finanziari attraverso ingenti multe era stata una delle risposte delle autorità alla crisi del 2008. Ma le condanne a pagare somme di denaro non sembrano avere gli effetti sperati. Anche rispetto ai ricavi e ai profitti delle banche.