Come l’Unione europea vuole regolamentare il far-west delle criptovalute

Il Parlamento europeo ha approvato due proposte normative con le quali si punta a regolamentare il settore delle criptovalute

Le criptovalute sono utilizzate soprattutto fini speculativi © Chris Tamas/iStockPhoto

Il 14 marzo la commissione per gli Affari Economici e Monetari (ECON) del Parlamento Europeo ha votato sul Regolamento MiCA (Markets in Crypto-Assets). Il 31 marzo, invece, è stata votata la bozza di un nuovo pacchetto di norme anti-riciclaggio che riguardano anche le transazioni in criptovalute. Due testi che dovrebbero rappresentare la base di una nuova regolamentazione del comparto. E che ora dovranno passare al vaglio delle altre istituzioni e dei governi europei.  

Quattordici anni di far-west digitale

Dalla nascita di Bitcoin (nel 2008) ad oggi il mondo delle criptovalute è profondamente cambiato. Oltre ad essere diventate migliaia, le monete digitali hanno raggiunto una capitalizzazione di mercato superiore al Pil della Francia. La promessa iniziale di rivoluzionare il mondo delle valute ha lasciato il posto, molto spesso, a speculazione, truffe e rischi.

Tra i problemi legati al loro uso, che l’Europa punta a disciplinare, ci sono l’enorme consumo energetico delle blockchain. Quindi l’utilizzo per riciclare denaro o finanziare attività illecite. Infine, l’assenza di tutele stringenti nei confronti del consumatore. Senza dimenticare le questioni legate alla stabilità finanziaria, viste le ampissime oscillazioni dei prezzi, dipese da attività speculative. Per questo da anni si parla di regolamentare il settore. Per ora, però, sono in pochi ad averlo fatto (l’Italia appena due mesi fa). Spesso, infatti, si è cercato di applicare la normativa esistente – non di rado molto vecchia – ottenendo scarsi (se non nulli) risultati.

Il Parlamento europeo deve vagliare la proposta della Commissione sulla riforma del reporting ESG
Il Parlamento europeo ha proposto una nuova regolamentazione delle criptovalute © Unione europea/Flickr

Le proposte europee

L’obiettivo del legislatore europeo è quello di garantire agli utenti più trasparenza e maggiori informazioni su costi e rischi. In questo senso, gli europarlamentari vogliono che l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) e l’Autorità bancaria europea (EBA) vigilino sull’emissione di alcuni token. Riguardo l’aspetto ambientale, invece, chiedono alla Commissione europea di tenere conto, anche nell’ambito della tassonomia europea, dell’impatto climatico delle attività legate all’estrazione di criptovalute (il cosiddetto mining).

Le nuove norme anti-riciclaggio, invece, prevedono la raccolta delle informazioni relative all’origine della transazione e all’identità del beneficiario. Informazioni che dovranno essere accessibili alle autorità. Dato che per l’obbligo di tracciabilità non è prevista una soglia minima, dovranno esserlo tutte le transazioni, a prescindere dall’importo. Inoltre, l’EBA dovrebbe creare un registro delle aziende del settore considerate ad alto rischio in termini di potenziali attività illegali. Nonché una lista di provider (i fornitori dei servizi) non conformi alla normativa. Questi dovrebbero eseguire un controllo preventivo prima di rendere disponibili i fondi al destinatario. Cioè verificare che il soggetto non sia sottoposto a misure restrittive e che non ci siano rischi di riciclaggio di denaro o di finanziamento del terrorismo.

Le reazioni dei parlamentari e del settore delle criptovalute

«Con l’adozione del MiCA, il Parlamento Europeo ha aperto la strada ad una regolamentazione delle criptovalute amica dell’innovazione e che può dettare gli standard in tutto il mondo», ha commentato Stefan Berge, membro della commissione ECON. «Questo regolamento è pionieristico in termini di innovazione, protezione del consumatore, certezza del diritto […]».

Le aziende del settore, tuttavia non sembrano altrettanto entusiaste. L’amministratore delegato di Coinbase – uno delle principali piattaforme di scambio di criptovalute – ha scritto su Twitter che la proposta di normativa anti-riciclaggio «azzera lo sforzo dell’UE per essere leader mondiale in materia di privacy. Punisce sproporzionatamente i detentori di criptovalute ed erode i loro diritti individuali in maniera preoccupante».

Inoltre, Reuters riporta che 46 tra organizzazioni e leader di industrie del mondo cripto hanno inviato una lettera ai ministri delle Finanze europei in cui, tra le altre cose, si dicono preoccupati sulla sicurezza e la privacy degli utenti.