Perché il fallimento di Ftx è un campanello d’allarme per le criptovalute

A novembre è crollata una delle maggiori piattaforme di criptovalute al mondo. Cosa c'è dietro il clamoroso fallimento di Ftx

Le Bahamas hanno puntato sulle criptovalute, ospitando Ftx © poladamonte/iStockPhoto

Se il Bitcoin rischia di far saltare l’economia di El Salvador, c’è un altro Stato che è già alle prese con le ripercussioni generate dal fallimento di una famosa piattaforma di criptovalute. Parliamo delle Bahamas, la cui economia è stata danneggiata dal crollo, clamoroso, della piattaforma di scambio di criptovalute Ftx. 

Come racconta il Wall Street Journal, l’azienda statunitense aveva promesso un investimento di 4,5 milioni di dollari in un ambizioso progetto per la costruzione di una nuova sede nel piccolo Stato insulare dei Caraibi. Ma Ftx è fallita, il progetto si è bloccato e centinaia di lavoratori locali ne hanno fatto le spese.

Ma questo è nulla in confronto alle conseguenze che il fallimento di Ftx rischia di comportare. E dietro a questa caduta non ci sono solo scelte strategiche finanziarie sbagliate: c’è anche l’avidità. L’azienda spendeva più di centomila dollari alla settimana in voci superflue come il catering e il servizio di trasporto riservato ai dipendenti. Ad alcuni di questi veniva offerta “l’opportunità” di investire nell’industria delle criptovalute. Subito dopo il crollo, tutti i ricchi dipendenti stranieri dell’azienda sono spariti. E tra i lavoratori locali – come spiega la testata americana – sono rimaste solo le guardie private locali a sorvegliare edifici ormai vuoti.

Alla base del crollo di Ftx anche scelte finanziarie sbagliate © Kanchanara/Unsplash

Le Bahamas hanno puntato tutto sulla criptovaluta

Alle Bahamas, la finanza offshore ha sempre rappresentato il cuore dell’economia, oltre al turismo. Questi due settori contribuiscono all’85 per cento del Pil nazionale. Un paradiso fiscale come le Bahamas non poteva certo farsi scappare l’occasione di trasformare l’isola in un incubatore del nascente mercato delle criptovalute.

Questa, perlomeno, era l’intenzione del governo guidato da Philip Davis. A causa prima dell’uragano Dorian nel 2019 e poi della pandemia nel 2020, i turisti erano rimasti lontani dalle Bahamas. Così il governo ha deciso di “diversificare” puntando proprio sulle criptovalute come motore della ripresa economica. Nell’aprile 2022, Davis inaugurò la costruzione di un campus in grado di ospitare mille dipendenti. Era la nuova sede di Ftx e al fianco del primo ministro delle Bahamas c’era lui, Sam Bankman-Fried, il fondatore della piattaforma.

Ftx ha un milione di creditori in tutto il mondo e debiti per miliardi di dollari

Sam Bankman-Fried, detto più semplicemente SBF, è un giovane e ricco imprenditore, che si lancia nell’affare nel 2019. Il patrimonio netto di SBF raggiunge il suo picco di 26 miliardi di dollari a marzo 2022, ma nell’ottobre di quest’anno si riduce a 10,5. Per poi scendere ancora – l’8 novembre 2022, durante la crisi di solvibilità di Ftx – a 991,5 milioni di dollari. Una contrazione del 94%. Secondo il Bloomberg Billionaires Index si tratta del più grande calo nella storia dell’indice. L’11 novembre 2022, giorno in cui è stato dichiarato il fallimento di Ftx, lo stesso indice considerava Bankman-Fried privo di ricchezza materiale. Attualmente, Ftx ha più di un milione di creditori in tutto il mondo. Nei confronti dei 50 maggiori creditori ha un debito di 3,1 miliardi di dollari. 

All’origine del fallimento di Ftx c’è un documento rivelato da CoinDesk, sito di notizie del settore, in cui si descrive come nei conti di un’altra società dello stesso Bankman-Fried, la Alameda, ci fosse una grande quantità di “token FTT”, ossia la criptovaluta creata da Ftx stessa. Un segnale di mancanza di affidabilità e solidità di Ftx che ha spinto il più grande concorrente, Binance, l’altra grande piattaforma di scambio di criptovalute fondata dal cinese Changpeng Zhao, ad annunciare che si sarebbe liberato di tutti i “token FTT” in suo possesso. Annuncio che ha gettato gli investitori nel panico.

Questo grafico visualizza il bilancio di Ftx datato 10 novembre e pubblicato dal Financial Times il 12 novembre

La scelta di Zhao ha innescato una crisi di fiducia nei confronti di Ftx (c’è chi dice che sia proprio Zhao ad aver diffuso il documento), che ha spinto gli investitori a ritirare nel giro di pochi giorni più di 6 miliardi di dollari sotto forma di token FTT. Come nel più classico dei copioni di esplosionedi bolle finanziarie.

Ftx si è così ritrovata senza risorse, tanto da spingere Sam Bankman-Fried a tentare la vendita della società al suo concorrente Binance. Che ha detto di no. A quel punto, non rimaneva altro da fare per Ftx di dichiarare la bancarotta.

Ville di lusso e jet privati dietro la caduta di Ftx

Prima della caduta, SBF era un imprenditore ambizioso (celebre la sua battuta secondo la quale l’acquisizione del colosso bancario Goldman Sachs non fosse affatto da scartare) che si poteva permettere alte frequentazioni. A una sua conferenza hanno partecipato personaggi celebri tra cui Bill Clinton e Tony Blair. Con la promessa di lasciare in eredità il 99% della sua fortuna e i suoi lunghi discorsi sulla priorità di affrontare il riscaldamento globale o debellare le malattie, il «trentenne dall’aspetto trasandato» – così lo descrive il quotidiano francese Les Echos – si era costruito una reputazione di filantropo miliardario.

Pubblicava foto che lo ritraevano addormentato in un sacco a pelo alla sua scrivania, o in cui guidava una Toyota Corolla «perché non sentiva il bisogno di avere una Lamborghini». Tutta scena che, una volta crollato l’impero, ha lasciato spazio alla realtà. 

La casa di SBF era in realtà condivisa da sei trentenni americani: un attico di 1.000 metri quadrati con cinque camere da letto, sei bagni, marmi, un ascensore privato con codice di sicurezza e un’ampia terrazza con una piscina ovale a sfioro. I conti dell’azienda riveleranno che questa proprietà e una dozzina di altre sono state pagate direttamente con i soldi dei clienti Ftx. Per un importo stimato di 300 milioni di dollari. Naturalmente, SBF aveva anche un jet privato, del valore di 30 milioni di dollari, con il quale si spostava da e verso le Bahamas.

I depositi di Ftx erano gestiti come un patrimonio personale dal suo fondatore, il quale ha firmato diversi atti di proprietà intestandoli ai propri parenti. Grazie a tali somme, SBF è riuscito anche a ottenere un prestito da un miliardo di dollari, un sistema di cui hanno beneficiato anche altri dipendenti della piattaforma. 

Sam_Bankman-Fried
Sam Bankman-Fried © Wikimedia Commons

Il «momento Lehman Brothers» delle criptovalute

Il settore delle criptovalute è famoso per i suoi alti e bassi, ma diverse testate – tra cui il New York Times – hanno definito il fallimento di Ftx come «il momento Lehman Brothers» delle monete digitali, riferendosi al crollo della banca d’affari all’origine della crisi economica del 2008. Infatti, la caduta di Ftx ha generato la perdita di valore di molte criptovalute (il Bitcoin ha perso il 22%) e danni a grandi investitori. Gli enti regolatori delle attività delle criptovalute – che Bankman-Fried stava cercando di persuadere della necessità di regolare meglio il settore – saranno ancora più scettici nei confronti del potenziale delle monete digitali.

Per questo ora le Bahamas sono in fibrillazione: l’autorità finanziaria ha annunciato di aver mantenuto per sé, a mo’ di precauzione, 477 milioni di dollari del portafoglio digitale di Ftx, il giorno dopo il suo fallimento. Una misura che non è piaciuta alle autorità americane, preposte al dossier negli Stati Uniti. Infatti è in corso una battaglia giurisdizionale tra le autorità di regolamentazione statunitensi e delle Bahamas, che si contendono la sovranità sul caso Ftx.

Anche perché, a differenza dei depositi in un conto corrente tradizionale, quelli sugli scambi di criptovalute non sono garantiti dallo Stato e non si sa se Ftx abbia risorse sufficienti per compensare le perdite dei suoi clienti. Potrebbero essere coinvolti fino ad 1 milione di investitori, fra istituzionali e retail. E la perdita potenziale è stimata in 30 miliardi di dollari.