Ciro Immobile, l’incidente e il complotto
Il calcio è in qualche modo un "complotto". E allora chi ha incastrato il bomber della Lazio Ciro Immobile?
La Lazio volava. Reduce da otto risultati utili consecutivi, di cui sette vittorie, aveva sconfitto Napoli in trasferta, Juve e Roma in casa. Raggiunto il secondo posto in classifica, con 61 punti e 5 di vantaggio sulla terza, addirittura 10 sulla quinta, il posto nella prossima Champions League (con tutti i milioni che vale) sembrava oramai blindato. Tanto quanto lo scudetto del Napoli. Oltretutto, era una delle squadre che giocava meglio in Serie A. Poi improvvisamente, dopo la vittoria sullo Spezia, ecco l’incidente in auto del suo capitano, simbolo e goleador: Ciro Immobile. Un caso? Probabilmente no.
L’incidente – il suv di Ciro Immobile distrutto dopo lo scontro con un tram sul lungotevere, per fortuna con pochi feriti lievi e nessuna grave conseguenza – ha contorni assai sospetti. Chi dei due non ha rispettato la segnaletica? Non si sa. I testimoni si contraddicono, le telecamere in quel tratto di strada non sono in funzione. Il mistero si infittisce. I risultati delle perizie arriveranno dopo lunghe indagini, ma intanto il capitano Immobile, con una frattura alla costola, salterà almeno due partite: contro Toro e soprattutto Inter, decisiva per la Champions. E i suoi milioni. C’è qualcosa che non va.
Chi ha incastrato Ciro Immobile? I primi indizi portano ai rivali cittadini della Roma, terzi in classifica a ridosso della Lazio. Il guidatore del tram, hanno scritto tutti i giornali, è romanista. E non è finita qui. È risaputo che il tecnico giallorosso José Mourinho sia uomo di potere, da sempre vicino ai piani alti, capace di tessere legami in ogni città in cui allena. Il guidatore del tram potrebbe quindi essere un agente al servizio delle trame occulte del tecnico portoghese. Oppure l’Inter. La squadra, controllata da un agglomerato di cui fanno parte il Partito Comunista Cinese e le maggiori banche d’affari americane, è a rischio esclusione della Champions. Ma è too big to fail.
Per non parlare di Juve o Milan, da sempre al centro dei più oscuri intrallazzi del pallone italico. Ma ecco che si affaccia un’altra, più incredibile ma non meno concreta ipotesi. Il complotto è stato ordito da Claudio Lotito, presidente della Lazio, i cui agganci nella politica e nell’industria sono noti. Quest’anno infatti Immobile è stato a lungo infortunato, e il tecnico Maurizio Sarri ha schierato Felipe Anderson come falso nove. Come fece a Napoli inventandosi Mertens centravanti. E la squadra ne ha beneficiato, cominciando a volare. Ecco quindi che, non potendo lasciare in panchina il suo totem e simbolo una volta rientrato dall’infortunio, è stata la stessa Lazio a organizzare il complotto ai suoi danni.
Tutto è possibile. D’altronde il calcio non nasce innocente, perché nasce il 26 ottobre 1863 alla Freemasons’ Tavern, pub londinese davanti alla sede della più importante loggia massonica dell’Impero. Sir Alfred Ramsey, il commissario tecnico vincitore del Mondiale, era iscritto alla Waltham Abbey Lodge massonica. E il Mondiale fu vinto nel ’66, numero caro agli occultisti. Ma è tutta la numerologia del football – 11, 22, 90, 12 e via dicendo, immutabile nel tempo – a richiamare antiche credenze esoteriche. Per non parlare di come il pallone sia stato usato da regimi e dittature per controllare le masse. Il calcio è un complotto, questo è certo. Ma come tutti i complotti è impossibile stabilire chi lo abbia ordito. E a vantaggio di chi.