Così l’etica efficace si oppone alla ‘ndrangheta. La storia (e la lezione) di Goel
Vincenzo Linarello descrive l'etica efficace, il modello che ha portato al successo di Goel. E che può essere replicato
Nel 2023, Goel compie vent’anni. Compie vent’anni un gruppo cooperativo, nato e radicato nella Locride, che ha avuto il coraggio di guardare in faccia la ‘ndrangheta e contrapporle un modello fatto di onestà, lavoro, collaborazione. A un primo sguardo, dunque, poteva sembrare piuttosto prevedibile che Vincenzo Linarello, fondatore e anima di questa realtà, decidesse di scrivere un libro per festeggiare simbolicamente il traguardo dei due decenni. Ma ecco la prima sorpresa: il suo Manuale dell’etica efficace non racconta la storia di Goel.
«Mi sono reso conto del fatto che, quando parlavo in giro di Goel, le persone la ritenevano come un’esperienza eccezionale. Ma questo non è un bene. Non è un bene che sia considerata una storia unica e irripetibile, che è successa perché si sono allineati i pianeti», sottolinea Linarello rivolto alla platea venuta ad ascoltare la presentazione presso i Frigoriferi milanesi, nel pomeriggio del 13 settembre.
Una storia come quella di Goel, infatti, nasce da tre elementi: le persone, la cultura e il metodo. Cultura e metodo hanno un vantaggio: si possono insegnare. Ed è proprio ciò che si propone di fare il volume, mettendo a sistema quanto appreso fin qui e ricavandone strumenti da condividere con chiunque sia mosso dalla stessa etica e voglia metterla a frutto. In una forma che sia, appunto, efficace.
Perché, per cambiare le cose, l’etica deve essere efficace
L’aggettivo efficace, protagonista del libro fin dal titolo, è anche il filo conduttore della conversazione tra Vincenzo Linarello e Marco Cabassi, presidente di Bastogi, holding a cui fa capo – tra le altre cose – anche la location dei Frigoriferi milanesi. Ma cosa significa esattamente, in questo contesto?
«L’etica – spiega Linarello – si sforza di perseguire la dignità delle persone, in ogni circostanza. I fatti della vita generano delle asimmetrie di dignità: l’etica è efficace se prova a guarirle, se risolve un problema senza crearne un altro, se salvaguarda la dignità di una persona senza ledere quella di un’altra. I pensatori del passato non parlavano di efficacia nell’etica, ma è vero anche che la filosofia l’hanno scritta gli uomini privilegiati, non i deboli. E l’efficacia va misurata dal punto di vista del più debole».
Costruire il consenso sociale contro la ‘ndrangheta
Questo ragionamento potrebbe sembrare astratto, ma Goel l’ha fatto proprio in un modo molto tangibile. Lo dimostrano i numeri: più di trecento i dipendenti, impiegati in settori che spaziano dalla moda etica di alta gamma (con Cangiari) all’agricoltura biologica, dalla comunicazione al turismo responsabile e ai servizi socio-sanitari. Tutto questo, opponendosi apertamente e dichiaratamente al modello mafioso.
«Come fa un gruppo di cooperative sociali a mettersi contro la ‘ndrangheta? Con il consenso sociale. In precedenza l’antimafia era retta su principi morali (“Voi siete i cattivi e noi i buoni”). L’etica però non deve essere solo giusta: deve essere anche efficace», spiega Linarello. Da qui la scelta di fondare, una dopo l’altra, diverse imprese sociali: sono micce che innescano un processo di cambiamento. Un innesco inteso in senso chimico, non certo come imposizione. Perché l’imposizione, in contesti in cui la ‘ndrangheta è così radicata, non può funzionare.
L’intervista
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«Il primo step dell’etica efficace è l’ascolto non pregiudiziale: si cancella la lavagna e ci si pone in modo aperto e senza pregiudizi nei confronti di tutti, vittime e colpevoli, senza tenere distanze», racconta. «Il secondo step è la fede pregiudiziale, cioè l’essere convinti del bene che si professa. Il terzo è la follia creativa e parte da un assunto: ciò che non ha funzionato continuerà a non funzionare, a parità di condizioni».
Quella incarnata da Goel è una rivoluzione gentile, una rivoluzione che ha incassato tanti fallimenti ma li ha accettati come parte di un percorso. Un buon termometro dei risultati raggiunti? Dopo anni di intimidazioni e minacce ai loro danni, oggi i membri della grande comunità di Goel possono svolgere con serenità il loro lavoro. La ‘ndrangheta ha deciso di lasciarli in pace.