COPcast, il diario della Cop28 di Dubai
Ogni giorno da Dubai aggiornamenti sulla ventottesima conferenza sul clima delle Nazioni Unite
Segui ogni giorno il diario della ventottesima conferenza sul clima della Nazioni Unite che si svolge a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre 2023. Lo trovi anche su Instagram e, il podcast, sulla tua piattaforma preferita.
11 dicembre – La quarta bozza di testo della Cop28 è un enorme passo indietro
Tre giorni dopo la terza bozza e alla vigilia della fine programmata della Cop28, nel pomeriggio di lunedì 11 dicembre è stata diffusa una nuova versione provvisoria del testo di accordo finale della ventottesima conferenza sul clima delle Nazioni Unite. Nelle intenzioni, questa bozza avrebbe dovuto sgomberare il campo dal florilegio di opzioni che campeggiavano nel secondo e nel terzo draft.
Da questo punto di vista, il lavoro è riuscito: diverse opzioni sono effettivamente sparite. Il problema è che si tratta di tutte quelle più ambiziose.
Ne abbiamo parlato con Eleonora Cogo e Jacopo Bencini.
10 dicembre – Dalla Cop28 un piano per trasformare i sistemi agroalimentari
Nella puntata di COPcast di oggi abbiamo incontrato a Dubai Michele D’Ostuni e con lui abbiamo parlato di come i sistemi agroalimentari devono cambiare per adattarsi alla crisi climatica e, cambiando, possono contribuire a combatterla.
9 dicembre – Come giudicare i risultati che arriveranno dalla Cop28?
La parola d’ordine della Cop28 è “phase out”. Abbandono delle fonti fossili. Riusciranno i delegati a trovare un accordo per un’uscita o almeno una diminuzione dello sfruttamento di carbone, petrolio e gas? E come dovremo giudicare i risultati di una conferenza sul clima che si tiene in un Paese che basa la propria economia sul petrolio?
Ne abbiamo parlato con Tommaso Perrone, direttore di Lifegate.
8 dicembre – Nella giornata tematica su giovani e educazione a mancare è l’azione
6 dicembre – La Cop28 è in alto mare
Una seconda bozza della decisione finale è stata pubblicata a ridosso della pausa nei lavori della Cop28 di Dubai. Il testo mostra chiaramente la siderale distanza ancora esistente tra i gruppi di Paesi presenti al tavolo negoziale. Si parla di fonti fossili, di sussidi, di rinnovabili e di carbone, ma in fondo a ciascun tema campeggia l’opzione «No text». Il che significa che i governi sono pronti a stralciare ciascuno di questi temi in mancanza di un accordo.
5 dicembre – L’esercito di lobbisti che inquina la Cop28
Erano 503 alla Cop26 di Glasgow, nel 2021. Sono diventati 636 alla Cop27 di Sharm el-Sheikh, lo scorso anno. E stavolta, alla Cop28 di Dubai, si sono presentati in 2.456. Parliamo dei lobbisti del settore delle fossili. Un esercito di persone addestrate e pagate con un obiettivo: far fallire i negoziati. Evitare che possano essere prese decisioni troppo stringenti in termini di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra. Scongiurare rischi di contraccolpi per le aziende che rappresentano.
4 dicembre – Una giornata della finanza climatica in sordina
Alla Cop28 il 4 dicembre è il giorno della finanza climatica. Con meno annunci rispetto alle edizioni precedenti e promesse insufficienti
3 dicembre – Il presidente della Cop28 toglie la maschera
Nel quarto giorno di Conferenza sul clima piombano le dichiarazioni al limite del negazionismo climatico di Sultan al-Jaber, presidente della Cop28 e petroliere.
2 dicembre – Da 50 colossi fossili un’immensa operazione di marketing
Si chiama Oil and Gas Decarbonization Charter (Carta per la decarbonizzazione del petrolio e del gas, Ogdc) ed è stata presentata come un passo avanti storico alla Cop28 di Dubai. Come già accaduto per il fondo per le riparazioni dei danni e delle perdite subite (loss and damage), sul quale c’è ancora molto da fare, la presidenza emiratina della conferenza sembra presentare come sostanziali, acquisite ed efficaci anche le iniziative che, di fatto, non lo sono. O lo sono solo in parte.
1 dicembre – E adesso obiettivo 1,5 gradi
Nel secondo giorno della Cop28 di Dubai sono andati in scena i leader mondiali. Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha ribadito la necessita, ora, di concentrarsi sul problema della mitigazione: «Gli 1,5 gradi sono ancora un obiettivo possibile. A mancare non sono i mezzi, ma la volontà politica».
La presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, nel suo discorso, è sembrata invece dimenticarsi completamente la questione climatica, concentrandosi solo su cibo e alimentazione. E promettendo 100 milioni di euro per il fondo per il loss and damage.
Quest’ultimo è stato magnificato come una vittoria dal presidente della Cop28, Sultan al-Jaber. Nella speranza che nei prossimi giorni non prevalga il suo ruolo di dirigente di un colosso delle fossili, le stesse che numerosi delegati sono costretti ad osservare dalle finestre delle loro camere d’albergo.
30 novembre – Loss and damage, il fondo da riempire
Nel primo giorno della Cop28 di Dubai è stato approvato il fondo per il loss and damage. Restano tuttavia tanti punti interrogativi. Finora, l’industria fossile avrebbe potuto coprire interamente il loss and damage e guadagnare comunque 10mila miliardi di dollari.
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