LEI rooms, il bnb che aiuta a uscire dalla violenza economica

Alle porte di Maranello, in un bene confiscato alle mafie, è nato LEI rooms, un bed and breakfast gestito da donne vittime di violenza

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Questa Storia dal futuro è un’opportunità di emancipazione per donne che hanno subito violenza: è il bed and breakfast LEI rooms.

Dall’approvazione della Convenzione di Istanbul del 2011, la violenza economica è ritenuta a tutti gli effetti una forma di violenza di genere. È difficile costruire una fotografia del fenomeno a livello comunitario. La raccolta di dati nei singoli Stati, quando esistente, non avviene in maniera uniforme. Complicato quindi confrontarli, complesso costruire una visione d’insieme del fenomeno.

Guardando ai dati su alfabetizzazione e competenze finanziarie per la popolazione adulta, possiamo provare a disegnarne i contorni. Il 15,8% della popolazione intervistata, in venti Paesi di area OCSE, è a rischio di violenza economica. Il fenomeno riguarda il 18,5% di donne, il 13% di uomini. In Italia colpisce il 10,7% della popolazione, ma la caratterizzazione di genere del fenomeno è molto più evidente. A rischio il 13,7% delle donne e poco più della metà, il 7,5% degli uomini. La dipendenza finanziaria, nel nostro Paese, riguarda il 21,5% delle donne.

I numeri della violenza economica di genere in Italia

Nell’ultimo report realizzato da WeWorld Onlus sul tema, il 49% delle donne intervistate ha dichiarato di aver subito violenza economica almeno una volta nella vita. Se guardiamo alle donne che hanno vissuto un divorzio o una separazione, la percentuale arriva al 67%. Più di una donna separata o divorziata su 4 racconta di aver subito le decisioni finanziarie di qualcun altro. Che il fenomeno derivi da una disuguaglianza di accesso al mondo del lavoro è ormai chiaro a un italiano su due.

Del resto, delle 15.559 donne che nel 2020 hanno iniziato un percorso di uscita dalla violenza, quasi la metà (48,7%) non era autonoma dal punto di vista economico. Solo il 35,5% aveva un lavoro. Nel 2022 il 42,7% della popolazione femminile in età occupabile non aveva un impiego. 6 milioni e 773mila donne, per la gran parte dipendenti da qualcun altro per i propri bisogni.

LEI Rooms Mondo Donna
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Uscire dalla violenza, costruire autonomia economica: LEI rooms

Costruire percorsi di inclusione lavorativa per le donne vittime di violenza è essenziale per garantire loro la capacità di emanciparsi. È il ragionamento che ha fatto anche il gruppo Mondo Donna, che gestisce una Onlus e una Cooperativa con sede a Bologna e una serie di attività distribuite in Emilia Romagna.

Come LEI rooms, un bed and breakfast che abita le mura di un bene confiscato alle mafie alle porte di Maranello, in Val Grizzaga. La struttura era la sede di attività criminali sul territorio. Dopo il sequestro e la confisca, è stata ristrutturata dal Comune di Maranello e messa a bando. Ha vinto la proposta di Mondo Donna: una struttura ricettiva dedicata al contrasto della violenza di genere. Me lo ha raccontato Irina Biafore, presidente della Cooperativa e responsabile del b&b.

Una struttura completamente dedicata alla donne

«Abbiamo deciso di chiamarlo LEI rooms usando l’acronimo Legalità, Emancipazione, Indipendenza. La nostra è una struttura completamente dedicata alle donne». Le quattro stanze sono intitolate ad altrettante donne che hanno segnato la storia: Margherita Hack, Malala, Franca Viola e Angela Davis. «Appena letto il bando, abbiamo capito che quella struttura poteva essere destinata all’inclusione lavorativa per donne in uscita da percorsi di violenza e provenienti da contesti sociali svantaggiati. Le persone che collaborano con noi alla gestione del b&b adesso hanno una piena occupazione. Per noi l’inclusione lavorativa e l’autonomia economica di donne, in particolare vittime di violenza è fondamentale. Lo scorso anno, delle quasi 300 donne che si sono rivolte ai nostri Centri antiviolenza, la metà aveva subito anche violenze psicologiche ed economiche». 

LEI Rooms Mondo Donna 2
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Con Irina concordiamo sul fatto che non sia necessario esplicitare le loro storie. «Ci basta sapere che sono donne che, per una serie di questioni, non lavoravano o a un certo punto hanno dovuto smettere e che adesso sono state formate e assunte. Un’opportunità aperta anche a nuovi soggetti, per il futuro».

La scorsa primavera c’è stata l’inaugurazione e la risposta del pubblico pare entusiasta. Le recensioni, racconta, sono sempre positive e i punteggi sui siti di rating molto elevati. Le quattro camere possono ospitare fino a 11 persone, ma la struttura è dotata anche di spazi comuni e un grande giardino attrezzato, una sala conferenze, una lavanderia e una piccola palestra con sauna e idromassaggio. 

Il contributo dell’amministrazione di Maranello, sottolinea Irina, è stato indispensabile. «Sono nostri grandi sostenitori e sono stati e restano molto presenti sul progetto. Il loro supporto è prezioso. Dovrebbe essere sempre così, ma non è scontato».

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Una storia dal futuro, anzi due

Secondo Irina, LEI rooms è una storia dal futuro per almeno due ragioni. «È un bene confiscato alle mafie, innanzitutto. Sono moltissimi in tutta Italia, ed è sempre importante quando diventano contesti in cui si possono rinnovare vite. Ci piacerebbe entrare in rete con gli altri esistenti».

L’altra ragione riguarda le peculiarità specifiche del b&b. «È un progetto che aiuta le persone a rifarsi una vita. Tornare ad avere un lavoro è essenziale in un percorso di emancipazione e fuoriuscita da situazioni di violenza. È una storia dal futuro perché consente, materialmente, di costruire un nuovo futuro»


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