La filiera corta entra a scuola, con Slow Food
«Vorremmo riuscire a far si che il 20% dei prodotti utilizzati nelle mense scolastiche provenisse dal territorio»: così Elena Sandrone dell’ufficio educazione di Slow Food ...
«Vorremmo riuscire a far si che il 20% dei prodotti utilizzati nelle mense scolastiche provenisse dal territorio»: così Elena Sandrone dell’ufficio educazione di Slow Food Italia parlando del cuore del percorso formativo Pensa che mensa, ideato per il Parco delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna, nelle aree di Forlì‐Cesena, Mugello e Levante Fiorentino e Casentino, all’interno del più ampio progetto Oltreterra, elaborato e seguito dalla Condotta Slow Food di Forlì.
Un progetto ambizioso iniziato nel 2015 con una ricerca sul territorio, e proseguito dal settembre scorso avviando la formazione dei formatori e degli operatori (insegnanti, genitori e nonni, cuochi, amministratori e personale delle mense, produttori…) nelle prime tre di sei aree in cui è suddiviso, coprendo 12 comuni in cui sono serviti ogni anno circa 240 mila pasti, tra scuole e case di riposo.
Protagonisti di questa prima tranche di corsi il racconto della filiera dei cereali e del pane, quello delle razze suine e il consumo responsabile della carne, ma a partire dall’idea del buon mangiare e dell’approvvigionamento di cibo a filiera corta, attraverso i servizi di refezione, l’obbiettivo a lungo termine è quello di migliorare l’alimentazione dei bambini e allo stesso tempo offrire una fetta importante di mercato locale alle aziende agricole del territorio, sostenendo quindi molte realtà dell’economia italiana più sostenibile.
A medio termine, invece, cioè alla fine del triennio preventivato, i promotori sperano di aver raggiunto i seguenti traguardi:
- Condurre una ricognizione sullo stato dell’arte delle mense scolastiche e delle realtà produttive negli 12 Comuni del Parco.
- Organizzare attività di sensibilizzazione ed educazione in merito al servizio e funzionamento di una mensa per aumentare il livello di consapevolezza e di partecipazione della comunità scolastica e del comune (genitori, insegnanti, personale ausiliario, amministratori, produttori,…). Fra i contenuti trattati si darà attenzione all’elaborazione di un menù sano e vario, espressione della cultura gastronomica del territorio, ma anche occasione per conoscere altre culture presenti nella Comunità.
- Organizzare una rete per l’approvvigionamento dei prodotti locali in mensa e nelle case delle famiglie che lo desiderano.
- Attivare progetti pilota di una mensa più buona, pulita e giusta, monitorandone il funzionamento almeno per un anno. Si pensa di lavorare, ad esempio, su approvvigionamenti, menù, vettovaglie e pratiche ecosostenibili, riduzione degli sprechi, responsabilizzazione dei bambini, piacevolezza dei locali mensa, convivialità del momento del pasto, formazione e coinvolgimento del personale.
- Estendere le migliori pratiche dei progetti pilota a tutti i comuni interessati dal progetto in base alle differenti esigenze e realtà e in accordo con la Comunità che vi gravita.