Per riadattare un sistema finanziario al suo scopo di servizio per la società, occorre renderlo subito più stabile e riorientare il capitale laddove la società nel suo insieme ha più bisogno.
Come abbiamo valutato i gruppi politici?
Finance Watch ha analizzato e valutato le proposte suddividendo gli interventi politici necessari per riportare la finanza al servizio della società in quattro aree:
- Stabilizzare il sistema finanziario
- Democratizzare le istituzioni e le politiche finanziarie,
- Reindirizzare il capitale verso un’economia sostenibile
- Preparasi ad una nuova crisi finanziaria
Stabilizzare
È necessario che il sistema finanziario divenga più resiliente, per poter assorbire da solo gli shock al da solo, evitando di socializzare le perdite. La stabilità, in fondo, ha un impatto positivo sull’orizzonte temporale degli investitori e dei finanziatori, incoraggiandoli a concentrarsi sul lungo termine. È fondamentale scoraggiare speculazioni dannose e bolle alimentate dal credito, ma anche garantire che nessuna impresa finanziaria sia troppo grande per fallire.
Per saperne di più
Il nostro obiettivo è una maggiore stabilità per il sistema finanziario:
- Garantire che nessuna impresa finanziaria sia troppo grande per fallire, anche proponendo una normativa che separi le attività bancarie di investimento da quelle tradizionali.
- Regolamentare la governance delle imprese finanziarie per evitare il rischio di stranded assets (attivi bloccati) da danni sociali e ambientali.
- Scoraggiare tramite una severa regolamentazione la speculazione dannosa e le bolle alimentate dal credito, ad es. attuando proposte normative per tutto il sistema bancario ombra, introducendo un’imposta sulle transazioni finanziarie a livello UE e ponendo fine alla frammentazione dei titoli.
Che cosa propongono i gruppi politici per favorire la stabilità del sistema finanziario?
I VERDI (Greens/EFA) promettono misure per affrontare i rischi sistemici e impedire alle istituzioni finanziarie di diventare troppo grandi per fallire, compresi requisiti patrimoniali più stringenti, la separazione bancaria e una tassa sulle transazioni finanziarie. Vogliono anche introdurre misure più forti per combattere la manipolazione del mercato, la speculazione abusiva e l’insider trading. Inoltre, intendono stabilire limiti aggregati per le esposizioni verso entità del sistema bancario ombra, aumentare la trasparenza sul riutilizzo di garanzie collaterali nonché sul synthetic leverage e autorizzare le autorità competenti a monitorare le esposizioni degli enti creditizi verso soggetti operanti nel sistema bancario ombra. Propongo anche una regolamentazione della governance delle imprese finanziarie volta ad arginare il rischio di stranded assets da danni sociali e ambientali.
I SOCIALISTI E DEMOCRATICI (S&D) promettono di rafforzare le regole dei settori finanziario e bancario, inclusi adeguati sistemi di firewall tra l’attività bancaria tradizionale e l’investment banking oltre a una tassazione delle transazioni finanziarie. Sostengono, inoltre, un nuovo modello economico che combini progresso sociale, sviluppo economico e stabilità ambientale, basato sui criteri ambientali, sociali e di governance (ESG).
LA SINISTRA (GUE/NGL) si batte per una revisione sostanziale del panorama bancario europeo, compresa la separazione dell’investment banking dal retail banking, per il rafforzamento del controllo pubblico sul settore finanziario, la revisione degli accordi quadro di Basilea III sui requisiti patrimoniali e l’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie .
Democratizzare
Le grandi istituzioni finanziarie ad azionariato diffuso hanno scarso controllo democratico (democratic accountability) e risultano disconnesse da una visione economica più ampia e coerente. Abbiamo bisogno di più istituzioni finanziarie focalizzate sullo scopo comune (mission oriented) quali, ad esempio, le banche pubbliche, le banche di sviluppo, quelle basate sulla comunità, ad azionariato diffuso ed etiche, o di impact investors.
Ciò consentirà ai cittadini di investire i propri soldi in una serie diversificata di progetti locali, etici e sostenibili, ottenendo un impatto positivo per la società. Serve, inoltre, garantire che la finanza soddisfi le esigenze di tutti i cittadini, per favorire l’inclusione e ridurre i danni sociali.
Per saperne di più
Il nostro obiettivo è la democratizzazione delle istituzioni finanziarie e dei processi decisionali:
- Rendere le istituzioni finanziarie private responsabili dell’impatto di prestiti e investimenti rispetto agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite, rendendo anzitutto obbligatoria la segnalazione di tali impatti.
- Garantire un settore bancario diversificato promuovendo banche piccole, locali, comunitarie ed etiche, con diverse strutture di proprietà e la rappresentanza di un’ampia gamma di parti interessate.
- Liberare la capacità di investimento pubblico adeguando le norme sul disavanzo, modificando le priorità di spesa e/o rafforzando il gettito fiscale.
- Analizzare e, se necessario, ridefinire le norme in tema di aiuti di Stato e la contabilità fiscale al fine di rimuovere potenziali ostacoli all’attività bancaria pubblica.
- Aumentare la responsabilità della BCE nei confronti del Parlamento europeo per quanto riguarda gli effetti delle loro politiche sulle disuguaglianze, sui cambiamenti climatici, sull’impoverimento ambientale e lo sviluppo sostenibile delle economie e delle società dell’UE.
- Garantire che tutti i cittadini abbiano accesso a una serie di servizi finanziari di base necessari per partecipare pienamente e in modo equo alla società.
- Garantire che l’interesse pubblico sia adeguatamente rappresentato nella regolamentazione del sistema finanziario, tramite una rappresentanza adeguata delle organizzazioni della società civile e delle parti interessate nelle commissioni tecniche e la trasparenza del processo legislativo.
- Ridurre l’influenza della lobby finanziaria, limitando la partecipazione a luoghi di responsabilità, nelle autorità di regolamentazione, tra supervisori e politici che dovrebbero garantire l’integrità della normativa e restituendo priorità all’interesse pubblico dei cittadini.
Che cosa propongono i gruppi politici per democratizzare le istituzioni finanziarie e il processo decisionale?
I VERDI (Greens/EFA) promuovono misure per incoraggiare le comunità di tutta Europa a sviluppare alternative sostenibili e accessibili, in contrasto con i soggetti attualmente dominanti dell’economia di mercato e delle sue lobby. Chiedono una stabilità e una crescita aggiornate e riformulate che pongano gli obiettivi sociali e ambientali su un piano di parità con gli obiettivi di bilancio, integrati da un patto di sostenibilità e prosperità. Sostengono una trasparenza radicalmente maggiore delle istituzioni europee, compresa la BCE, nonché nuove regole di trasparenza ed etica per ridurre l’influenza della lobby finanziaria, come ad esempio l’impronta legislativa obbligatoria per le leggi UE, un registro delle lobby vincolante per tutte le istituzioni europee e l’avvio di una fase di “raffreddamento” per “chiudere le porte girevoli” troppo aperte tra la politica e le grandi imprese. Richiedono anche l’accesso garantito ai servizi finanziari di base.
Chiedono, inoltre, definizioni chiare di “investimenti verdi” e di “investimenti marroni” per la trasparenza nei confronti degli investitori. Sostengono un regime più semplice, e quindi meno oneroso, per banche più semplici e più piccole che possano offrire servizi di base alle famiglie e alle piccole imprese (e non solo ai requisiti più stringenti per le Banche di rilevanza sistemica globale – G-Sib). Chiedono la ridefinizione delle norme sugli aiuti di Stato al fine di eliminare i potenziali ostacoli all’attività bancaria pubblica. Continuano a cercare maggiore trasparenza nel processo legislativo e deplorano la sottorappresentazione dei gruppi della società civile nelle consultazioni.
LA SINISTRA (GUE/NGL) promuove una migliore informazione dei consumatori sui rischi ESG e vogliono conferire maggiori poteri alle autorità nazionali competenti per vietare i prodotti che partecipano della speculazione sui carburanti e comportano rischi elevati. Vogliono anche promuovere attività bancarie locali su piccola scala. Chiedono più spazio fiscale di manovra per favorire maggiore liquidità per gli investimenti e rafforzare lo stato sociale, l’abolizione del Fiscal Compatc e porre fine ai piani di austerità attraverso un programma di investimenti pubblici in aree socialmente importanti e rivedendo le norme sugli aiuti di Stato. Vogliono intervenire in modifica della missione della Banca Centrale Europea (BCE), compresi gli obiettivi occupazionali e superarne l’autonomia per raggiungere una vera responsabilità democratica. Sostengono la necessità di garantire un accesso universale ai servizi bancari di base e di riappropriarsi del potere dal capitale finanziario rispettando la sovranità popolare e promuovendo la partecipazione dei cittadini al processo decisionale dell’UE. Vogliono anche limitare l’influenza della lobby finanziaria affrontando i problemi delle “porte girevoli”.
SOCIALISTI E DEMOCRATICI (S&D) si battono per un Patto di Sviluppo Sostenibile con obiettivi sociali ed ecologici, incluso un passaporto di responsabilità aziendale che imponga il rispetto di un insieme di esigenze di corporate governance, sociali e ambientali. Propongono l’introduzione di un fondo per la Giusta Transizione e di misure per contrastare il greenwashing. Vogliono porre fine alle politiche di austerità, riesaminare le regole fiscali europee per promuovere la crescita sostenibile e l’occupazione e introdurre una golden rule per gli investimenti pubblici produttivi. Tramite una revisione del Patto di Stabilità e Crescita, mirano a escludere gli investimenti pubblici per la transizione dal calcolo del disavanzo pubblico, riportandolo all’interno di un quadro preciso al fine di evitare pratiche abusive. Promettono misure per contrastare collettivamente la disoccupazione e l’esclusione sociale. Vogliono promuovere l’inclusione finanziaria e l’imprenditoria sociale attraverso lo sviluppo di adeguati meccanismi di garanzia e/o la creazione di “fondi per l’imprenditoria sociale” a livello nazionale ed europeo. Mirano, inoltre, a garantire che le parti interessate nei processi policy making, come le ONG, dispongano di finanziamenti adeguati per rappresentare l’interesse pubblico nonché una maggiore democratic accountability e un ruolo congruo nei processi decisionali finanziari ed economici europei.
Il Partito Popolare Europeo (PPE), i Conservatori (ECR) e i Liberali (ALDE) propongono addirittura misure controproducenti, quali la limitazione delle potenziali capacità di spesa pubblica.
Reindirizzare
Per riuscire a trasferire i flussi di capitale da investimenti non sostenibili verso quelli sostenibili e socialmente responsabili, compreso l’allineamento con l’attenzione alla biodiversità e al ripristino e la conservazione degli ecosistemi, è necessario ricorrere a ogni mezzo possibile: dalla regolamentazione economica a quella finanziaria, dalle diverse sanzioni agli incentivi, alle relazioni migliorate, a fronte di un aumento della domanda dei consumatori e di impegno dei dipendenti finanziari.
Per saperne di più
Il nostro obiettivo è reindirizzare il capitale verso un’economia sostenibile:
- Garantire che il piano d’azione dell’UE sul finanziamento della crescita sostenibile compia passi chiari verso il conseguimento degli obiettivi climatici di Parigi e degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. Tutta la legislazione dovrebbe mirare a eliminare progressivamente i prestiti e gli investimenti in tutte le attività dannose a livello sociale e per l’ambiente.
- Garantire che le banche centrali integrino i rischi e gli impatti ambientali e climatici, nonché i rischi per l’aumento della disuguaglianza nella conduzione della loro politica monetaria e dei compiti di vigilanza prudenziale.
- Garantire che i legislatori tengano adeguatamente conto dei rischi legati al clima, alla società e all’ambiente e facciano pieno ricorso agli strumenti micro e macroprudenziali – quali requisiti patrimoniali aggiuntivi, riserve di capitale, indici di leva settoriali, linee guida sul credito, limiti di esposizione elevati e stress test.
Che cosa propongono i gruppi politici per reindirizzare il capitale verso un’economia sostenibile?
I VERDI (Greens/EFA) sostengono ogni sforzo possibile per limitare l’aumento della temperatura a 1,5 gradi sopra i livelli preindustriali. Chiedono un’implementazione ad alto livello degli obiettivi di sviluppo sostenibile in tutte le politiche interne ed esterne dell’UE. Propongono un Green New Deal di notevoli dimensioni per finanziare e sfruttare gli investimenti in aree come i collegamenti ferroviari transfrontalieri, le energie rinnovabili, l’innovazione sostenibile e la Giusta Transizione. Chiedono maggiori finanziamenti per attuare misure di base per ambienti sani e una regolamentazione finanziaria più forte per garantire che il settore finanziario contribuisca appieno a un’economia resiliente e sostenibile.
Puntano al collegamento chiaro agli Obiettivi di Parigi dei due tipi di benchmark del carbonio. Si oppongono all’introduzione di un Green Supporting Factor (GSF). Per quanto riguarda la tassonomia della finanza sostenibile, vogliono introdurre una “lista marrone” che consenta agli investitori di identificare e agire contro gli investimenti più dannosi per l’ambiente. Vogliono che la BCE indaghi su come l’esposizione a investimenti ad alto contenuto di carbonio potrebbe rappresentare un rischio sistemico per il nostro sistema finanziario. Chiedono anche che la BCE tenga esplicitamente conto degli accordi di Parigi e degli obiettivi ESG nelle proprie linee guida di orientamento sui programmi di acquisto; che riduca la detenzione di obbligazioni legate all’industria dei combustibili fossili e aumenti le posizioni in obbligazioni legate a investimenti sostenibili; infine, chiede di esplorare la fattibilità legale di reindirizzare il denaro appena creato verso investimenti sostenibili.
LA SINISTRA (GUE/NGL) si impegna a integrare le politiche sui cambiamenti climatici in tutte le politiche dell’UE e chiede più coraggio rispetto agli obiettivi vincolanti finora perseguiti dalla Commissione europea. Vogliono garantire che le banche centrali integrino i rischi e gli impatti ambientali e climatici nella conduzione della loro politica monetaria e l’introduzione di compiti di supervisione prudenziale. Desiderano anche che le autorità di regolamentazione tengano adeguatamente conto dei rischi legati al clima, alla società e all’ambiente e utilizzino appieno gli strumenti micro e macroprudenziali quali requisiti patrimoniali aggiuntivi, riserve di capitale, coefficienti di leva settoriale, massimali di credito, ampi limiti di esposizione e stress-test.
I SOCIALISTI E DEMOCRATICI (S&D) si impegnano per un Patto di Sviluppo Sostenibile con obiettivi sociali ed ecologici combinato con un Fondo per la Giusta Transizione, ossia un nuovo modello economico europeo che combina progresso sociale, sviluppo economico e stabilità ambientale basato su criteri ESG (Environmental, Social and Governance) e una maggiore trasparenza del settore finanziario in relazione con un’economia a basse emissioni di carbonio e efficiente nell’impiego delle risorse, migliori prodotti finanziari ESG e nuove emissioni pubbliche di strumenti finanziari verdi a livello europeo. Chiedono una struttura tassonomica europea che ricomprenda fattori ambientali e sociali. Vogliono una migliore calibratura degli incentivi prudenziali e dei disincentivi all’adeguamento a un’economia a basse emissioni di carbonio, compresi specifici sovrapprezzi di capitale per gli “investimenti marroni” e uno stress test di sostenibilità per le banche al fine di accelerare il graduale abbandono degli stranded assets.
IL PARTITO POPOLARE EUROPEO (PPE) punta a creare incentivi per maggiore efficienza energetica e da fonti rinnovabili, attraverso lo scambio di emissioni (emission trading) e un consumo più sostenibile in generale. Vorrebbero affrontare le sfide dell’approvvigionamento idrico e fermare il degrado ambientale in generale, ma senza proporre misure concrete.
I LIBERALI (ALDE) chiedono un quadro stabile per investimenti e finanza sostenibili, un aumento della cooperazione internazionale in materia di clima e ambiente e la creazione di un valore economico per il capitale naturale e i servizi ecosistemici.
Prepararsi
Se gli effetti a lungo termine dell’attuale politica monetaria sperimentale non sono certi, ciò che è certo è che le nostre economie non si sono ancora riprese dall’ultima crisi finanziaria. I cicli economico, di affari e del credito indicano che siamo in oltre la scadenza per un’altra crisi, ma le decisioni dei responsabili politici non riflettono la situazione.
Per saperne di più
Il nostro obiettivo è la preparazione utile in previsione della prossima crisi finanziaria:
- Istituire piani di emergenza per affrontare un’altra crisi economico-finanziaria.
- Riesaminare gli attuali strumenti normativi e assicurarsi che siano operativi in caso di grave crisi.
- Creare livelli sufficienti nei sistemi di garanzia dei depositi nazionali e ridurre i livelli dei prestiti in sofferenza, per poterli introdurre gradualmente nel Sistema Europeo di Assicurazione dei Depositi, se del caso.
- Garantire l’uso pieno e corretto del meccanismo di risoluzione unico ed evitare ulteriori ricapitalizzazioni precauzionali.
- Ridurre il rischio operativo attraverso una governance rafforzata, porre fine allo spostamento di responsabilità verso il basso nella gerarchia organizzativa e garantire al personale delle società finanziarie le risorse, il tempo e la formazione di cui hanno bisogno per soddisfare adeguatamente i necessari requisiti normativi.
- Migliorare gli attuali stress test includendo non soltanto le banche, ma anche i fattori ESG e gli scenari lungimiranti.
- Garantire la sicurezza e l’integrità dell’infrastruttura dei servizi IT per la finanza, essenziale per la protezione delle infrastrutture IT critiche a livello nazionale ed europeo.
Che cosa propongono i gruppi politici per prepararsi meglio a un’altra crisi finanziaria?
I VERDI (Greens/EFA) s’impegnano a rivedere gli statuti della Banca Centrale Europea affinché possa agire in qualità prestatore di ultima istanza per gli Stati membri e per fornire un temporaneo sollievo dalla crisi dei mercati dei titoli di Stato, noché per promuovere la piena occupazione e il completamento dell’unione bancaria, dotandola di un efficace sistema di assicurazione dei depositi dell’UE.
Chiedono la creazione di un fondo di crisi, adeguatamente finanziato da una piccola percentuale del PIL annuo – un “Fondo Monetario Europeo”. Vogliono che il quadro sia negoziato e attuato secondo il metodo comunitario e coinvolga da vicino il Parlamento europeo. Propongono di aumentare il fondo di risoluzione per renderlo significativamente più capiente rispetto al tetto attuale di 55 miliardi, così da poter essere realmente utilizzato in caso di fallimento di grandi banche durante una crisi. In particolare, premono perché il sostegno fiscale comune per il Fondo di Risoluzione Unico sia reso operativo prima possibile. Rispetto alla capacità del supervisore/governo di un paese di rifiutarsi unilateralmente di attenersi a una decisione del consiglio di amministrazione di un ESA sulla base di potenziali danni fiscali, chiedono che sia limitata ai casi in cui il danno fiscale putativo superi significativamente il danno ad altri paesi nel caso di non conformità. Chiedono anche di riconoscere alle autorità di vigilanza il diritto di imporre la separazione tra economia reale e attività dei mercati dei capitali nelle banche in cui, secondo le autorità di vigilanza, la non separazione contraddica l’interesse pubblico. Esigono un efficace sistema di assicurazione dei depositi dell’UE e la garanzia che, in ogni momento, i regimi nazionali siano pienamente finanziati, oltre un sistema di assicurazione credibile per poter intervenire quando un regime nazionale è troppo impoverito. I Verdi sono favorevoli all’istituzione di uno schema di riassicurazione attuato dal primo giorno. Vogliono ridurre i Non Performing Loans – NPL assorbendo le perdite interne al sistema bancario e non tramite trasferimento a premi di rischio artificialmente bassi, ai mercati dei capitali e/o alle agenzie aggressive di allenamento del debito. Puntano a limitare il ricorso alla clausola di “iniezione di capitale senza risoluzione” della BRRD e degli “strumenti di finanziarizzazione del governo”. Vogliono analizzare la conformità delle recenti misure nazionali in materia di aiuti di Stato con la normativa europea. Vogliono includere esplicitamente il rischio di condotta nella categoria del rischio operativo per costringere le banche a garantire la protezione dei consumatori, la concorrenza nel mercato unico, la protezione dei diritti umani, la giustizia fiscale e l’elusione del riciclaggio di denaro. Chiedono una pubblicazione vincolante dei risultati degli stress test da parte dell’EIOPA e dell’ESMA. Supportano l’importanza di una infrastruttura IT sicura per la garanzia e l’integrità dei servizi finanziari.
SOCIALISTI E DEMOCRATICI (S & D) si impegnano per promuovere meccanismi, come il Meccanismo Europeo di Stabilità, che sostengano le economie colpite da una crisi significativa. Vogliono regole rafforzate per i settori finanziario e bancario, maggiori garanzie che il settore bancario pagherà il conto per le banche in fallimento, oltre a maggiori garanzie per i depositanti. Vogliono includere i rischi e i fattori ESG nel mandato del Sistema Europeo di Vigilanza Finanziaria mediante l’introduzione dei corrispondenti sistemi di monitoraggio a lungo termine e l’uso di “stress test del carbonio” obbligatori a livello dell’Unione al fine di misurare l’esposizione delle imprese finanziarie al rischio di cambiamento climatico.
IL PARTITO POPOLARE EUROPEO (EPP) propone una solida Unione Bancaria che preveda una garanzia europea sui depositi solo quando una volta ridotti significativamente i rischi nel sistema bancario europeo, obiettivo raggiungibile soltanto attraverso una riduzione degli NPL e del privilegio regolamentare sui titoli di stato. Vogliono introdurre misure per affrontare il problema dell’”abbraccio mortale tra banche e paesi “, un supporto fiscale per il Fondo di Risoluzione Unico delle crisi e garantire la giusta infrastruttura e sicurezza digitali per aumentare la fiducia e affidabilità nel mondo online.
L’impegno de LA SINISTRA (GUE/NGL) volge a una revisione fondamentale dell’attuale quadro di governance economica. Vogliono che la BCE funga da prestatore di ultima istanza e allarghi il proprio mandato includendo indicatori occupazionali e sociali. Vogliono abbandonare il Patto di Stabilità e Crescita e il Fiscal Compact. Vogliono impedire l’uso continuato di denaro pubblico per salvare i principali azionisti bancari, per non parlare di impedire alle banche di impegnarsi in manipolazioni finanziarie o speculazioni egoistiche. Richiedono coefficienti patrimoniali significativamente più elevati per le banche sistemiche e mirano a consentire la ricapitalizzazione precauzionale solamente nei casi in cui la banca è sottoposta a controllo pubblico permanente.
I LIBERALI (ALDE) propongono una rapida attuazione di un’unione bancaria nell’Eurozona, basata sul rafforzamento della responsabilità dei proprietari e dei creditori delle banche invece di aumentare la responsabilità del contribuente o dei concorrenti per il fallimento di una banca. Vogliono anche prendere misure per affrontare i problemi della sicurezza informatica.
I CONSERVATORI (ECR) promuovono regole che incentivino una continua ricerca della stabilità del mercato.
* pubblichiamo la traduzione di un articolo di Finance Watch. La traduzione è a cura di Viola Nicodano
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