Opl245: il super poliziotto nigeriano porta un panettone avvelenato per l’Eni
La procura milanese ascolterà il misterioso Victor: coordinava la polizia nella capitale nigeriana. I tempi si stringono: si potrebbe arrivare a sentenza la prossima primavera
Il super-teste, ribattezzato anche dalla stampa nostrana “il nuovo Victor”, sarà ascoltato. È questa la notizia clou della nuova udienza (che si è tenuta mercoledì 27 novembre) del processo contro Eni e Shell per la presunta maxi-tangente nigeriana. Quella che sarebbe stata pagata nel 2011 per l’acquisizione della licenza del blocco petrolifero Opl245 in Nigeria.
Con un’ordinanza netta, la corte del processo Eni-Shell/OPL 245 ha respinto le dure obiezioni delle difese di Eni e dei suoi manager e ha deciso di esaminare il nigeriano Isaac Eke – questo in realtà il suo nome – su richiesta dell’imputato Vincenzo Armanna, il grande accusatore dei manager dell’Eni nel processo sulla maxi-tangente per la ricchissima licenza esplorativa Opl 245.
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Il giro di borse piene di soldi
Isaac-Victor si è palesato solo nelle ultime settimane, dopo che a gennaio scorso un tal Victor Nawfar, presunto agente dei servizi nigeriani ed allora responsabile della sicurezza del Presidente Goodluck Jonathan, era stato ascoltato in video-conferenza da Abuja. Come testimoniato a luglio in tribunale da Armanna, il “vero Victor” avrebbe visto transitare borse piene di soldi in contanti della tangente nella residenza presidenziale, e in particolare un paio di valigie che sarebbero poi finite nella villa di Abuja del manager Eni Roberto Casula.
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Il nuovo Victor è un super poliziotto nigeriano
Il Victor già ascoltato, che negò di sapere, sembra non fosse la persona con cui lavorò Armanna, anch’egli in aria servizi segreti nostrani. Probabilmente Victor era un nome di copertura del vero agente, che oggi si rivela come Isaac Eke e ha chiesto alla Procura di Milano di essere ascoltato dal tribunale. Eke ha fornito i dati per la sua identificazione e chiesto che gli sia garantita adeguata sicurezza. Il “nuovo Victor” parrebbe essere un super-poliziotto nigeriano, oggi in pensione, ma negli anni dell’affare Opl245 era il responsabile del coordinamento di tutte le forze di polizia nella capitale Abuja.
Eke è in testimone cruciale, come definito dalla stessa Procura in aula, e il via libera da parte del tribunale, per nulla scontato, mercoledì scorso (il 27 novembre), ha gettato scompiglio e tensione tra le file dei difensori dell’Eni. Eke sarà ascoltato il 18 dicembre mattina.
L’intreccio con il il processo Saipem-Eni per corruzione in Algeria
Per altro le vicende nigeriane si intrecciano con quelle di corruzione in Algeria, riguardanti Saipem ed Eni. In questo caso siamo al processo di appello, dopo che in primo grado Saipem ed i suoi manager sono stati condannati, mentre l’Eni e l’allora amministatore delegato Paolo Scaroni erano starti assolti. Mercoledì è stato un via vai di avvocati difensori di Eni e dei suoi manager tra le due aule del palazzo di giustizia dove si svolgevano i due processi.
..e con l’affare del gas di Bonny Island
Tornando alla Nigeria, il tribunale ha finalmente finalizzato il calendario degli ultimi testimoni delle difese. Si salta il 4 dicembre per lo sciopero degli avvocati penalisti contro la riforma della giustizia Bonafede. L’11 dicembre sarà una giornata lunga: si inizia con Jeffrey Tesler, faccendiere sempreverde in video-conferenza da Tel Aviv. Tesler è già stato condannato nell’affare corrotto del gas di Bonny Island, sempre in Nigeria, per cui Snamprogetti del gruppo Eni ha patteggiato negli Usa e in Nigeria ed è stata condannata in Italia.
Quindi seguiranno i due esperti 231 sulla responsabilità amministrativa di impresa per Eni e Shell. Al riguardo va notato che l’Eni avrebbe corrotto per l’Opl245 proprio mentre era sotto condanna sospesa negli Usa per l’affare Bonny Island. A chiudere la giornata sarà un rappresentante della banca Raffaisen di Vienna, con cui l’intermediario Emeka Obi – già condannato con rito abbreviato – tramava per far transitare i soldi dell’Opl245, senza successo.
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Finalmente tocca al nuovo Victor
Il 19 dicembre, dopo la giornata dell’attesissimo Eke, ci sarà Salvatore Castilletti, alto dirigente dell’Aise, i servizi italiani, e quindi tre altri testimoni citati da Armanna: un funzionario nigeriano della JPMorgan, dove la presunta tangente è stata pagata, l’ennesimo faccendiere nigeriano coinvolto in altri affari di Armanna e a chiudere il console onorario del Congo Brazzaville in Italia, Fabio Ottonello. Ovvero colui che, secondo l’accusa, ha dato in affitto un jet privato per riportare in Italia 50 milioni di dollari in contanti della mazzetta retrocessi ai manager italiani.
Si stringono i tempi: a sentenza forse in primavera
Accogliendo l’indicazione del tribunale, le difese hanno significativamente accorciato le proprie liste dei testimoni, ma la Procura potrebbe fare ancora obiezione su alcuni nomi e chiedere che i testimoni cancellati siano invece citati. Ma il Presidente del collegio giudicante, Marco Tremolada, è stato molto chiaro: accelerare e chiudere con i testimoni prima di Natale, per poi passare alla discussione e le conclusioni ad inizio 2020. A meno di sorprese si potrebbe andare a sentenza già al principio della prossima primavera.
* Re:Common