Inquinamento e rinnovabili, la Cina sempre più Paese delle contraddizioni
Mentre le grandi città della seconda economia del mondo soffocano letteralmente nell'inquinamento, il Paese si impone sempre più come il più grande investitore globale nelle ...
La Cina si impone sempre più come il campione delle contraddizioni in tema di ambiente. Da una parte, infatti, in questi giorni il Paese sta vivendo uno dei momento più difficili dal punto di vista dell’inquinamento atmosferico, con le autorità che hanno invitato la popolazione in una decina di città a non uscire di casa a causa dei livelli di polveri sottili, talmente elevati da oscurare persino il sole a Pechino. Dall’altro, il Paese asiatico si conferma il più attivo sul fronte delle energie verdi: con 50 miliardi di euro, in crescita del 20% rispetto all’anno precedente, è la nazione che ha investito di più nel 2011, secondo quanto riferito da uno studio di Bloomberg New Energy Finance.
Da sola, la Cina rappresenta il 25% degli investimenti globali, che arrivano a 201 miliardi di euro. Soprattutto, Pechino si pone in controtendenza rispetto al resto del mondo, dal momento che i dati complessivi hanno registrato un calo dell’11%, complice anche la crisi internazionale. E complice anche il riorientamento degli Stati Uniti, che sembrano decisi a puntare sullo shale gas: così, data anche l’incertezza sugli aiuti pubblici ad eolico e fotovoltaico, nella prima economia del mondo gli investimenti sono crollati del 32%.
Tra i più attivi figurano invece il Giappone, che dopo la catastrofe di Fukushima ha lanciato un programma di aiuti statali alle rinnovabili, che ha raggiunto i 12, 2 miliardi di euro. Da notare infine l’ingresso del Sudafrica, fino al 2010 privo di investimenti specifici, che ha concesso 4, 1 miliardi di euro nel 2011.