«Bosch abbandona il fotovoltaico. Annuncio in giornata»
A rivelare la notizia è stato questa mattina il quotidiano francese La Tribune, che sottolinea come a fare le spese di tale scelta saranno oltre 5 mila ...
Il colosso tedesco Bosch avrebbe deciso di annunciare, questo pomeriggio, l’abbandono dei programmi legati alla produzione di pannelli fotovoltaici. A rivelarlo è un’indiscrezione pubblicata questa mattina dal quotidiano francese La Tribune. Se confermata, la notizia lascerebbe stupiti molti attori del settore, dal momento che la divisione Bosch Solar Energy, solamente la settimana scorsa, aveva annunciato con soddisfazione di aver ottenuto la certificazione Tüv Rheinland, che dà diritto ad apporre il marchio “made in Europe” sui propri prodotti fotovoltaici.
A preoccupare, oltre alla scelta in sé, che costituirebbe un segnale negativo per il comparto delle fonti rinnovabili, c’è anche la questione occupazionale. Bosch, infatti, possiede fabbriche specializzate nel solare in Germania ad Arnsadt (2 mila dipendenti), a Prenziau e Brandeburgo (3.300 dipendenti). Ad esse, si affianca il sito di Venissieux, in Francia.
Quest’ultimo, in particolare, è stato finora un esempio di responsabilità sociale d’impresa. Per molti anni la fabbrica, che sorge nei pressi di Lione, costruì infatti pompe a iniezione per motori diesel della Peugeot. Il 3 dicembre del 2009, il rappresentante sindacale Marc Soubitez venne informato dalla Bosch del fatto che la fabbrica, in ragione di cambiamenti normativi e di mancanza di produzioni alternative, avrebbe dovuto chiudere entro un anno. Il sindacato, la CFDT, chiese allora un incontro con il numero uno del gruppo, il tedesco Franz Fehrenbach, che acconsentì a mettere in piedi un gruppo di lavoro incaricato di trovare una soluzione per i lavoratori. Un organismo al cui interno erano presenti, in modo paritetico, lavoratori, dirigenti, e consulenti esterni.
I lavori cominciarono ad aprile del 2010, e il primo passo fu quello di organizzare interviste a tutti i lavoratori, per comprenderne le professionalità e costruire un vero e proprio “curriculum aziendale”. Si scoprì così che con un investimento ragionevole (50 milioni di euro) la fabbrica avrebbe potuto cominciare a produrre pannelli fotovoltaici (sebbene al prezzo di pesanti tagli occupazionali).
Un esempio virtuoso che, ora, potrebbe improvvisamente svanire.