Borsa in fuorigioco
Ogni settimana il commento di Luca Pisapia sugli intrecci tra finanza e calcio
Nell’anno della pandemia, mentre i maggiori indici italiani, dopo un crollo iniziale, si assestavano e alla fine perdevano circa il 5%, Juventus, Lazio e Roma, le tre società italiane quotate in Borsa, sono invece andate malissimo. La capitalizzazione delle loro azioni ha perso rispettivamente il 35% (Juve, 575 milioni), il 25% (Lazio, 26 milioni) e il 55% (Roma, 235 milioni), per un totale di oltre 800 milioni. Perché quotarsi in Borsa per le squadre di calcio non è mai stata una buona idea. E infatti l’americano Friedkin, nuovo proprietario della Roma, appena arrivato ha subito provato a delistare il titolo, senza però riuscirci. Tutto comincia in Inghilterra, come sempre. La prima squadra a quotarsi è il Tottenham nel 1983, poi il Millwall nel 1989, e così via fino a che, a fine anni Novanta, ci sono almeno una quarantina di società europee di livello quotate in Borsa, tra cui la Lazio di Cragnotti, prima italiana.
Ma il gioco non vale la candela appunto, e man mano si sfilano tutte. Oggi, oltre alle tre italiane, in Europa sono rimaste Ajax, Borussia, Lione e alcune società danesi, turche e portoghesi. E il Manchester United, che però è un discorso a parte, essendo una vera e propria struttura finanziaria la cui capitalizzazione cresce a ritmi vertiginosi indipendentemente dai risultati del campo. Lo stesso si può dire dell’Ajax e del Fc Copenhagen, mentre per le altre è un disastro. Perché questo è il fulcro del discorso, non si può legare l’azione sul mercato a quella in area di rigore. Basti pensare che due anni fa, dopo la sconfitta negli ottavi di Champions per 2-0 a Madrid contro l’Atletico, il titolo della Juve perse l’11%, così, di botto e senza senso. E dopo l’incredibile vittoria nel ritorno per 3-0 guadagnò il 17% e fu sospeso per eccesso di rialzo. Nessun titolo ha valore con un andamento così aleatorio. A meno che non si intenda piazzare la scommessa settimanale a Piazza Affari invece che dal tabaccaio.