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Arctic Sunrise, Greenpeace porta in tribunale la Russia

L'associazione ambientalista giudica «sproporzionata» la reazione di Mosca alla manifestazione pacifica dello scorso settembre, in seguito alla quale 30 attivisti furono arrestati e trattenuti per settimane.

 Greenpeace ha citato in giudizio questa mattina la Russia di fronte alla Corte europea dei Diritti dell’uomo . L’associazione ambientalista ha puntato il dito contro Mosca per la detenzione dei 30 membri dell’equipaggio della Arctic Sunrise , arrestato nel corso di un’azione contro una piattaforma petrolifera. «Domandiamo alla Federazione russa un’indennizzo per i danni – ha spiegato l’ONG in un comunicato – così come una dichiarazione che stabilisca che gli interrogatori e le detenzioni sono stati effettuati in modo illegale ».  

I fatti risalgono allo scorso 19 settembre, quando i membri dell’equipaggio della nave di Greenpeace stavano protestando contro le trivellazioni del colosso petrolifero Gazprom nel Mar Glaciale Artico. Alcuni militanti tentarono di scalare la piattaforma, situata in acque internazionali: per questo le forze dell’ordine russe reagirono, arrestando gli ambientalisti e imprigionandoli dapprima a Murmansk, quindi a San Pietroburgo.

«La reazione della autorità russe è stata assolutamente sproporzionata rispetto alla protesta pacifica», sostiene Sergey Golubok, avvocato di Greenpeace. I tempi, in ogni caso, dovrebbero essere piuttosto lunghi: è probabile che la Corte non notifichi la citazione alla Russia prima di un anno.