La World Bank annuncia una coalizione (spuntata) pro-carbon tax
La Banca Mondiale ha dichiarato di aver ricevuto l'appoggio ad una tassazione delle emissioni di CO2 da più di mille imprese e da 73 governi. Ma ...
Più di mille imprese e 73 Paesi si sono dichiarati favorevoli ad un sistema di tassazione che consenta di far pagare in funzione delle emissioni di CO2 , attraverso una carbon tax o un sistema di quote scambiabili sul mercato. Ad indicarlo è stata ieri la Banca Mondiale , il cui presidente Jim Yong Kim ha spiegato si tratta di «un messaggio forte» alla vigilia del summit sul cambiamento climatico di New York.
Secondo un comunicato della stessa World Bank, la «coalizione» di Stati e aziende rappresenta più della metà delle emissioni di gas ad effetto serra di tutto il mondo, dal momento che ne fanno parte la Cina, l’Ue e la Russia (così come colossi come BP, Statoil, Pfizer, ArcelorMittal, Allianz). «Quando abbiamo cominciato a parlarne, , c’erano molte esitazioni», ha raccontato Kim alla stampa, secondo quanto riportato dall’agenzia AFP. Tentennamenti che sarebbero poi stati superati.
Certo, c’è da chiedersi come mai alcune tra le imprese più inquinanti del Pianeta si siano improvvisamente rese conto della gravità della situazione e abbiano chiesto di essere tassate per le loro emissioni nocive. È anche vero, però, che alcuni tra i più strenui difensori della causa “industriale” non hanno aderito all’appello. Tra i governi, è il caso degli Stati Uniti (ma Obama non era quello del «Green New Deal»?) e delle compagnie petrolifere Exxonmobil, ConocoPhillips, Chevron e Total.