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La Nasa documenta il disastro del lago Aral, in Kazakistan

Una serie di fotografie satellitari mostra il prosciugamento del bacino d'acqua. Un noto disastro ecologico dovuto alla volontà di privilegiare le necessità industriali.

  L’uomo, con le sue scelte di “sviluppo”, ha prosciugato il lago Aral , bacino salato di origine oceanica alimentato dai fiumi Syr Darya e Amu Darya. Un esempio di come le attività antropiche possano distruggere l’equilibrio ecologico di un’area. Lo specchio d’acqua, che si trova a cavallo tra il Kazakistan e l’Uzbekistan , risultava tra i più estesi al mondo negli anni Sessanta. Oggi, è ridotto a qualche piccolo isolotto d’acqua nell’immensità del deserto circostante.  

A documentare il drastico cambiamento è stata la Nasa, che ha pubblicato sul sito internet del suo Earth Observatory una serie di fotografie satellitari che ripercorrono le tappe della “morte” dell’Aral. Le immagini sono state scattate tra il 2000 ed il 2014, ma sono corredate da indicazioni che fanno comprendere anche quali fossero i “confini” del bacino nei decenni precedenti. 

Il tutto è dovuto alle attività dell’uomo, ed in particolare allo sfruttamento delle acque dei fiumi emissari a scopi industriali. Ciò, assieme ad una diga che è stata costruita nel 2005 dal Kazakistan, ha privato il lago delle risorse necessarie per compensare l’evaporazione. Il prosciugamento ha ucciso una delle poche attività della zona, la pesca, provocando disoccupazione e povertà, come raccontato anche dall’ex candidato alle elezioni americane Al Gore in un suo libro.