Siria, Nigeria, Sudan: il climate change favorisce i conflitti
Il cambiamento climatico costituisce una delle ragioni alla base delle dispute di risorse, nonché un fattore di destabilizzazione dei mercati e, di conseguenza, uno dei “...
Tempeste, siccità, ondate di calore e inondazioni. Il cambiamento climatico , come noto, sta modificando il clima del mondo intero, ma sono le regioni più vulnerabili a pagarne le conseguenze maggiori. E non soltanto in termini meteorologici. A crescere sono infatti i conflitti per le risorse : la scarsità di acqua e di beni alimentari , insieme all’aumento delle migrazioni , possono aumentare gli scontri tra popolazioni e tra nazioni.
Un problema che era già stato indicato nell’ultimo rapporto dell’IPCC. Ma, secondo un’analisi dell’agenzia AFP, il fenomeno è già in atto in alcuni Stati africani. Nello Sahel, la desertificazione ha generato conflitti tra allevatori ed agricoltori, entrambi bisognosi di terra: scontri violenti si sono già verificati in Nigeria, Sudan e Kenya.
Ma nel 2011 numerosi osservatori avevano indicato il cambiamento climatico come una delle ragioni della Primavera araba registrata in alcuni Paesi produttori di cereali. La crescita record dei prezzi alimentari dovuta alla crisi dei cereali russi, ucraini e kazaki avrebbe infatti provocato povertà, disoccupazione e alimentato la rivolta nel Mediterraneo.
Ancora, in Siria tra il 2006 e il 2010 una siccità storica ha distrutto il 60% delle fattorie, l’80% del bestiame e provocato il riversamento di un milione di persone nelle città (dove già era presente un altro milione di persone in fuga dalla guerra in Iraq).