Yemen, armi contro i civili: nuove pesanti accuse alla Francia

Due video del collettivo di giornalisti Disclose provano l’uso di materiale bellico francese contro i civili yemeniti. Durissimo il Consiglio Diritti Umani dell'Onu

La Francia è nuovamente accusata di inviare illegalmente armi alle nazioni impegnate nel conflitto nello Yemen. La denuncia è stata avanzata dapprima dal collettivo di giornalisti Disclose, che ha pubblicato due video che provano l’uso di materiale bellico di produzione francese da parte di Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti.

Successivamente, a puntare il dito contro Parigi è stata Amnesty International, alla fine di settembre. Mentre a Parigi era in corso la Fashion Week, la città è stata tappezzata di manifesti firmati dall’associazione umanitaria, assieme ad altre sei ong. Con slogan provocatori come “Meno moda e più vittime”, con il volto di una donna con occhiali da sole tempestati di brillanti che imbraccia un fucile. Oppure “Collezione autunno-inverno”, con un uomo mimetizzato che imbraccia un mitra.

Ad aprile un’inchiesta aveva contraddetto il governo di Parigi

Già nello scorso mese di aprile, un’inchiesta dell’organizzazione non governativa di giornalismo investigativo Disclose aveva rivelato i contenuti di documenti confidenziali dei servizi segreti francesi. Che sembravano contraddire totalmente le versioni ufficiali del governo francese in merito all’utilizzo di armi di produzione transalpina nello Yemen.

Era stata rivelata in particolare l’esistenza di una lista dettagliata delle armi fornite all’Arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti. Carri Leclerc, aerei Mirage 2000-9, radar Cobra, blindati Aravis, elicotteri Cougar e Dauphin. E ancora corvette lancia-missili Baynunah e cannoni Ceasar. Nonostante la ministra della Difesa Florence Parly, pochi mesi prima, avesse affermato: «Non sono a conoscenza del fatto che armi francesi siano utilizzate direttamente nel conflitto».

Amnesty International chiede un dibattito parlamentare

Per questo Amnesty International ha chiesto che sulla questione venga aperto un dibattito in Parlamento. E ha lanciato una petizione per chiedere al governo trasparenza e azioni concrete per controllare le esportazioni di materiale bellico. Ciò a pochi giorni di distanza dalla pubblicazione dei due video da parte di Disclose (assieme a Radio France e Mediapart). Le immagini dimostrano come delle navi da guerra di fabbricazione francese siano effettivamente utilizzate nello Yemen.

Il presidente Emmanuel Macron ha parlato alle Nazioni Unite lanciando un appello affinché termini il conflitto. Ma non ha fatto alcun riferimento alle esportazioni di armi transalpine. Al contrario, il Gruppo di esperti del Consiglio dei diritti dell’uomo dell’Onu, incaricato di documentare le violazioni del diritto internazionale commesse nella nazione mediorientale, ha pubblicato all’inizio di settembre un rapporto che punta espressamente il dito contro Francia, Regno Unito e Stati Uniti.

Le Nazioni Unite: «Francia, Regno Unito e Usa corresponsabili»

«La legalità dei trasferimenti di armi da parte di tali tre nazioni – si legge nel documento – resta in dubbio». Non a caso, «sono state avviate numerose procedure giudiziarie in merito». Inoltre, il Gruppo di esperti ha constatato «che armi e munizioni continuano ad essere fornite alle parti in conflitto nello Yemen. Il che alimenta la guerra e le sofferenze della popolazione».

Di conseguenza, la conclusione dell’organismo delle Nazioni Unite è particolarmente chiara: «Le nazioni in questione possono essere ritenute responsabili di aver aiutato e fornito assistenza a coloro che non hanno rispettato il diritto internazionale». Inoltre, per la Francia si tratta di una violazione del Trattato sul commercio di armi ratificato nel 2014. Esso, infatti, vieta la vendita di armi nel caso in cui esse possano essere utilizzate per commettere crimini di guerra.

«Indifferenza totale per la sorte della popolazione»

La difesa del governo francese resta tuttavia quella di sempre: i materiali e mezzi bellici non sarebbero utilizzati per operazioni di attacco ma soltanto per attività difensive. Una posizione che non convince le Ong, dal momento che – anche ammesso che sia come indicato da Parigi – si tratta comunque di un aiuto alla macchina bellica saudita e degli Emirati.

Il presidente del Gruppo di esperti Onu, Kamel Jendoubi, ha affermato che, nel frattempo, «le violazioni contro i civili yemeniti proseguono senza sosta. Nell’assenza totale di azioni internazionali per responsabilizzare le parti in conflitto. E in un contesto di indifferenza totale per la sorte della popolazione». In ginocchio a causa dell’embargo navale imposto proprio dall’Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi Uniti.