Auto elettriche, la Germania si muove: 10 milioni di e-car sulle strade nel 2030

Berlino punta a rendere obbligatorie le stazioni di ricarica per spingere la crescita dei veicoli elettrici. Produttori in pole. Ma resta il problema dei costi

Matteo Cavallito
Matteo Cavallito
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Una nuova legge per rendere obbligatoria l’installazione di infrastrutture di ricarica e accelerare la diffusione dell’auto elettrica. È la promessa avanzata dal governo tedesco nelle scorse settimane. La norma, ha spiegato l’esecutivo di Berlino, imporrà la presenza di colonnine di ricarica negli edifici pubblici. E offrirà incentivi fiscali ai datori di lavoro che forniscono strutture analoghe per il personale. L’obiettivo, ha spiegato il ministro dei trasporti Andreas Scheuer, è quello di vedere almeno 10 milioni di veicoli elettrici. Oltre a 300mila stazioni di ricarica entro il 2030.

Infrastrutture: Germania in pole

Annunciato dopo un incontro congiunto tra alcuni ministri del governo e i rappresentanti dell’industria automobilistica alla presenza della cancelliera Merkel, il piano – che dovrà ora essere approvato dal Bundestag – prova a rispondere concretamente alle esigenze espresse dal comparto. Da tempo, nota l’edizione europea del quotidiano Politico, i produttori di auto identificano nella carenza di infrastrutture la principale barriera alla diffusione dei veicoli elettrici.

La Germania, in ogni caso, resta l’apripista europea. Primatista continentale con quasi 29mila punti di ricarica secondo i dati diffusi dal portale Comparethemarket Berlino si colloca al secondo posto nella graduatoria in valore assoluto delle nazioni più attrezzate in fatto di infrastrutture per le auto elettriche. Alle spalle degli Stati Uniti. Con una stazione di ricarica ogni 7mila abitanti, la Germania è nona nella classifica in termini relativi. Preceduta però da Paesi decisamente più piccoli per i quali, va da sé, lo sviluppo di questo genere di infrastrutture resta meno oneroso. Tutto bene, insomma, anche se come nota qualcuno i piani originari erano più ambiziosi. Tra i programmi ambientali del governo, osserva lo Spiegel, spiccava il raggiungimento di quota 100mila punti di ricarica entro il 2020.

I Piani di BMW

Le case automobilistiche tedesche sembrano intenzionate a seguire l’onda del mercato. In una nota diffusa nelle scorse settimane, BMW ha annunciato che sarà in grado di offrire una gamma totale di 25 modelli elettrici entro il 2023, ovvero con due anni di anticipo rispetto alla data originariamente fissata dall’azienda. La strategia, precisa la casa automobilistica, segue il trend di crescita del settore.

Harald Krüger, presidente del Board of Management aziendale, prevede che e vendite di auto elettriche a marchio BMW cresceranno a un tasso medio del 30% all’anno da qui al 2025. Entro la fine di quest’anno, infine, BMW punta a superare quota mezzo milione di auto elettriche sulle strade. La società, che controlla anche i marchi Mini e Rolls Royce, ha venduto lo scorso anno 2,5 milioni di veicoli e 165 mila moto.

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Auto elettriche, Volkswagen accelera

Ma la partita più importante, ovviamente, si gioca a Wolfsburg. All’inizio di giugno Volkswagen ha annunciato l’intenzione di espandere i propri investimenti nel settore dell’auto elettrica: il piano prevede l’installazione di 36 mila nuove infrastrutture di ricarica in Europa entro il 2025. Undicimila di queste, spiega una nota dell’azienda, porteranno il marchio VW e saranno installate nelle concessionarie in tutte le maggiori città tedesche. Gli investimenti, realizzati attraverso la controllata Electric Life, dovrebbero ammontare a 250 milioni di euro.

Un impegno significativo per la compagnia di bandiera tedesca, ancora scottata dal dirompente scandalo Dieselgate del 2015. «L’infrastruttura di ricarica sarà il principale fattore per la rapida diffusione della mobilità elettrica in Germania» ha dichiarato il responsabile della E-Mobility della casa automobilistica, Thomas Ulbrich. «Ricaricare un’auto elettrica deve diventare altrettanto facile e normale che ricaricare uno smartphone».

Fornitori scettici

L’offensiva VW non si esaurisce qui. Nei giorni scorsi l’azienda ha anche annunciato l’intenzione di creare alcune joint-ventures per la produzione di batterie elettriche con l’obiettivo, riferisce la Reuters citando le parole di un dirigente, di persuadere i produttori più scettici circa le prospettive di sviluppo delle auto elettriche. L’operazione, stimata in 50 miliardi di euro, dovrebbe coinvolgere nel ruolo di partner la svedese Northvolt, le coreane SKI, LG Chem e Samsung, e la cinese CATL. «Non tutti i fornitori sono convinti che la mobilità elettrica raggiungerà uno sviluppo su larga scala, si deve spendere più tempo a convincerli ad investire nell’industria dell’auto» ha dichiarato il manager VW Stefan Sommer.

L’ostacolo dei costi

Tra entusiasmo e perplessità corre spesso un confine labile. Da un lato ci sono proclami iperbolici – in un futuro prossimo «tutti i mezzi di trasporto saranno elettrici» ha dichiarato il Ceo di Tesla Elon Musk – che poggiano, ma solo in parte, su numeri solidi: quelli sulle vendite totali in forte crescita. Al tempo stesso, tuttavia, il calo dei costi delle batterie non si è tradotto, per ora, in una significativa riduzione del prezzo dei veicoli, ancora irraggiungibile per molti consumatori. L’atteso modello elettrico Volkswagen ID.3, ricorda il settimanale Die Zeit, dovrebbe essere in vendita nell’estate del prossimo anno per 30mila euro. Stesso prezzo, più o meno, per le vetture concorrenti Opel Corsa-e, Peugeot e-208 e i veicoli elettrici Honda.

In un recente saggio, Andrea Poggio, responsabile mobilità sostenibile e stili di vita alla segreteria nazionale Legambiente, ha puntato il dito sull’Italia evidenziando i costi di un’ipotetica transizione verso l’auto a zero emissioni. Nella Penisola, ha spiegato, ci sono 38 milioni di automobili, oltre 62 ogni 100 abitanti. Il tasso più elevato tra i maggiori Paesi europei.

Numeri alla mano, si legge nello studio, «se dovessimo sostituire in 15 anni i 38 milioni di autoveicoli inquinanti con nuovi elettrici al prezzo medio di 25mila euro, la spesa annuale per l’acquisto di nuove auto raddoppierebbe: oltre 60 miliardi all’anno». Anche per questo, negli ultimi anni, alle speranze di sviluppo dei veicoli elettrici si sono affiancate le proposte di superamento del concetto stesso di auto di proprietà. Un invito al car sharing come soluzione ottimale per risolvere non solo il problema delle emissioni ma anche, ovviamente, quello dei costi.