Sorpresa: l’Italia fra i Paesi più attrezzati per l’e-car. Ma quanto costano…

Il nostro Paese è sesto con 7000 stazioni di ricarica. Ma possedere un'auto elettrica costa ancora molto più di quelle tradizionali: quasi 12mila euro l'anno

Emanuele Isonio
Emanuele Isonio
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Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Olanda, Norvegia: sono i “paladini” dei viaggi in auto elettrica, stando alla classifica stilata dal portale Comparethemarket. Ma la notizia non è tanto in quella cinquina quando nel fatto che l’Italia è subito dietro al gruppetto di testa. E lascia alle proprie spalle Stati sulla carta considerati più virtuosi del nostro quanto a infrastrutture per le e-car. Qualche esempio? Canada (7°), Svezia (8°), Francia (9°), Austria (11°), Giappone (12°), Svizzera (14°).

Il buon risultato è legato al numero di punti di ricarica presenti sul territorio nazionale: oltre 7mila, distribuiti in 3513 stazioni. Gli Stati Uniti, molto più grandi per dimensione, ne hanno poco più di 29mila e il loro numero ha subito un’impennata grazie alla presenza del marchio automobilistico Tesla che ha portato anche a una crescita del numero di veicoli elettrici venduti.

Se però gli Usa sono primi, il resto della classifica è quasi monopolizzato dagli Stati europei: 8 Paesi nei primi dieci. La Germania può vantare oltre 11.802 punti di ricarica e 28.967 stazioni. Il Regno Unito segue con 6.959 località di ricarica e 10.553 stazioni.

Meno bene sul numero di stazioni pro capite

Un buon punto di partenza per consentire al settore delle auto elettriche di crescere e consolidarsi in breve tempo. Tuttavia, avere un numero adeguato di punti di ricarica, da solo, non può essere sufficiente.

Importante è senza dubbio anche il numero di stazioni pro capite. E in questo caso, l’Italia è indietro in classifica. Con 16878 persone per stazione, è fuori dalla top ten (11esima). Stesso discorso per gli Stati Uniti, che sarebbero dietro di noi in classifica. In questo caso, gli Stati più virtuosi sarebbero Olanda e Norvegia (meno di 3mila abitanti per ogni punto di ricarica) seguiti dalla Svezia.

L’auto elettrica costa quasi 12mila euro l’anno

C’è però un altro fattore probabilmente ancor più cruciale da tenere in considerazione. Possedere un’auto elettrica costa ancora molto. Soprattutto se comparata con quelle a combustibili fossili.

Un calcolo è contenuto del rapporto Car Cost Index, un’analisi dettagliata del mercato automotive realizzato dalla società LeasePlan, prendendo in considerazione 21 Stati europei.

L’analisi si basa su 13 diversi modelli di auto (BMW i3, Ford Focus sia benzina sia elettrica, Renault Clio, Smart ForTwo, Volkswagen Polo e Golf, compresa la versione elettrica, Nissan Leaf, Hyundai Ioniq, Renault Zoe e Opel Corsa) e differenzia inoltre i costi medi per le propulsioni diesel e a benzina rispetto a quelli dell’auto elettrica. Per arrivare a calcolare il costo effettivo di possesso di un veicolo, oltre al deprezzamento, aggiunge la spesa per carburante, pneumatici, tasse, assicurazione e manutenzione.

In base a questi parametri, l’auto elettrica per un italiano è ben più costosa: in media 986 euro al mese. Ovvero: poco meno di 12mila euro l’anno.

I motori fossili più convenienti (in Italia…)

Praticamente un bene di lusso, nonostante lo studio confermi che il gap rispetto al costo medio dei veicoli benzina e diesel si stia riducendo, a tutto vantaggio di quelli ad alimentazione ecologica.

Ancora oggi tuttavia, il diesel è – tutto considerato – il più conveniente. In Italia “appena” 628 euro (4° nella classifica europea). Poco più alto del diesel, il possesso di un’auto a benzina: una quarantina di euro in più. Un incentivo occulto che rischia di continuare a orientare le scelte di acquisto dei consumatori verso il gasolio, con buona pace dei propositi di riduzione delle emissioni nocive.

La Norvegia dimostra: invertire il gap si può

Uno dei fattori che incide maggiormente sulla differenza di costo è la perdita di valore, decisamente marcata nelle macchine elettriche: in questi modelli, la svalutazione commerciale pesa per quasi il 60% dei costi totali. Nelle vetture a benzina tale perdita non incide più del 35%, e nei diesel non supera il 40%. Un dato importante, che mostra chiaramente perché le auto elettriche siano viste ancora come un investimento oneroso.

Ma invertire il trend è possibile: lo dimostra la Norvegia, Stato europeo dove è più caro mantenere veicoli a fonti fossili (722 per il diesel e 731 per il benzina) mentre è terzultimo sul fronte elettrico (670 euro). «Tale risultato – si legge nel rapporto – è il risultato delle politiche nazionali in materia di utilizzo dei combustibili fossili, una strategia che disincentiva l’acquisto di tali veicoli favorendo la diffusione delle nuove vetture elettriche di ultima generazione».