Bitcoin e oro: è davvero possibile paragonarli?

Oro e bitcoin vengono spesso accostati come beni rifugio. Ma quanto è corretto parlare di “oro digitale”? Analizziamo somiglianze e differenze tra i due asset

L'immagine è stata realizzata dalla redazione di Valori.it utilizzando Midjourney

In un contesto mondiale caratterizzato da incertezze finanziarie, monetarie e geopolitiche sempre più accentuate, cresce l’interesse per i beni rifugio, come l’oro e, più recentemente, il bitcoin. Quest’ultimo viene spesso definito come “oro digitale” e paragonato all’oro, considerato storicamente la massima riserva di valore. Un accostamento che nasce dall’idea che entrambi possiedano caratteristiche chiave, come la scarsità e la resistenza all’inflazione. Ma è davvero sensato confrontare Bitcoin con l’oro? Il nostro obiettivo è quello di capire perché questo paragone sia frequente e per quali ragioni lo stesso potrebbe risultare fuorviante.

Il confronto deve partire dal riconoscimento del ruolo consolidato dell’oro come bene rifugio da millenni, dall’apprezzamento per la sua stabilità e dalla sua accettazione globale. Bitcoin, invece, nato nel 2009, è un asset digitale che sfida i modelli tradizionali, con un valore percepito in parte speculativo e un profilo di rischio molto più alto. L’oro continua a essere sinonimo di sicurezza in momenti di crisi, mentre il bitcoin sta cercando di conquistare un ruolo simile, ma resta ancora molto volatile e meno consolidato nei cicli economici. La sfida è quella di capire se la più nota e diffusa delle criptovalute possa diventare un’alternativa valida o se il paragone con l’oro sia prematuro o addirittura fuorviante.

Perché bitcoin viene paragonato all’oro

I principali motivi per cui il bitcoin viene paragonato all’oro si basano su alcune caratteristiche comuni. 

Scarsità

L’oro è un metallo raro presente in natura in quantità limitate, mentre il bitcoin ha una offerta massima fissa e predeterminata di 21 milioni di unità, garantita dal protocollo. Questa limitazione teoricamente crea un effetto simile alla scarsità fisica e rappresenta una difesa contro l’eccessiva offerta di moneta e l’inflazione.

Durabilità e divisibilità

L’oro è divisibile in grammi o frazioni, mentre il bitcoin può essere suddiviso fino ad 8 decimali, i cosiddetti satoshi, consentendo piccole transazioni e risparmi frazionati. 

Decentralizzazione 

L’oro esiste da sempre al di fuori dei sistemi finanziari tradizionali e il bitcoin funziona tramite una rete distribuita senza controllo assoluto da banche centrali o governi.

Resistenza all’inflazione

L’oro ha storicamente mantenuto il suo potere d’acquisto nei secoli durante periodi di inflazione o crisi monetarie. Bitcoin mira a offrire una protezione simile grazie alla sua offerta limitata, diventando una sorta di “scudo digitale” contro la svalutazione monetaria, soprattutto in un’era di forte espansione della base monetaria da parte delle banche centrali.

Infine, in tempi recenti, con l’approvazione di ETF sui bitcoin (prodotti finanziari che replicano l’andamento del prezzo della criptovaluta), e l’ingresso di investitori istituzionali, la narrazione di bitcoin come oro digitale si è rafforzata. Questo ha contribuito a una crescente considerazione della criptovaluta come strumento alternativo nei portafogli di investimento, soprattutto per chi cerca diversificazione in asset non correlati ai mercati azionari tradizionali.

Perché il paragone non regge?

Nonostante queste caratteristiche apparentemente comuni, esistono numerose ragioni per cui il confronto tra bitcoin e oro risulta in molti casi inadeguato o fuorviante. 

Storia e consistenza

L’oro è un bene rifugio consolidato con una storia iniziata in Mesopotamia circa 6mila anni fa, la sua stabilità e ruolo sono ampiamente riconosciuti e testati attraverso cicli economici, recessioni, crisi globali e addirittura sistemi monetari che si sono susseguiti nel corso della Storia. 

Il bitcoin, al contrario, è nato nel 2009 e non ha ancora superato interi cicli di mercato di lungo termine; non si può quindi valutare con certezza come si comporterà nel lungo termine.

Volatilità

Bitcoin presenta oscillazioni di prezzo molto più ampie e rapide rispetto all’oro, che tende a muoversi con gradualità e stabilità. Tali forti fluttuazioni fanno di bitcoin un asset molto più rischioso e meno adatto a chi cerca principalmente sicurezza e stabilità.

Valore intrinseco

L’oro possiede usi pratici industriali e ornamentali, come l’elettronica e la gioielleria, che contribuiscono a sostenere il suo valore intrinseco. Bitcoin, invece, è un asset puramente digitale, senza un utilizzo fisico, principalmente usato come riserva di valore o mezzo di scambio.

Percezione e regolamentazione 

Si tratta di ulteriori punti di forza dell’oro, accettato universalmente e con un quadro legale stabile a livello globale. Il bitcoin, invece, come le altre criptovalute affronta una regolamentazione frammentata e incerta che varia da Paese a Paese, aumentando il rischio legale e normativo. Basti pensare alle differenze tra la regolamentazione europea e statunitense, che abbiamo analizzato nei numeri precedenti di Eticoin.

Liquidità 

Nel caso dell’oro la possibilità di trasformarlo in moneta fiat (come dollaro o euro) è pressoché immediata e fortemente consolidata a livello mondiale, mentre quella del bitcoin, seppur in crescita, è ancora relativamente frammentata tra numerose piattaforme e mercati digitali. Questo può portare a problemi di accessibilità e di stabilità sui mercati in momenti di stress.

Bitcoin, oro e il prossimo “bear market”

L’attenta analisi di come oro e bitcoin si sono comportati durante gli ultimi mercati ribassisti, in particolare il “bear market” del 2022, ci aiuta a capire i rischi per gli investitori. L’oro ha conservato il suo ruolo di bene rifugio tradizionale, dimostrando stabilità e capacità di mantenere valore anche in fasi critiche. Bitcoin, invece, ha subito forti perdite in linea con la sua elevata volatilità, facendo pesare decisamente il rischio sugli investitori meno preparati.

Chi ha puntato tutto sul bitcoin senza considerare la possibilità di forti ribassi o senza adeguate strategie di gestione del rischio si è esposto a perdite consistenti. Al contrario, gli investitori che hanno mantenuto posizioni bilanciate con oro e altri asset più stabili hanno limitato i danni. Il bear market 2022 ha messo quindi in luce come il bitcoin sia ancora un asset ad alto rischio e alta ricompensa, mentre l’oro conserva un profilo più prudente e conservativo, adatto a proteggere il capitale.

Di riflesso, il futuro andamento dei due asset dipenderà da diversi fattori, tra cui l’evoluzione delle politiche monetarie, l’adozione istituzionale del bitcoin e la durata e intensità delle crisi geopolitiche. Il prossimo bear market potrebbe essere una prova decisiva per determinare la fiducia crescente (o meno) degli investitori in bitcoin come possibile bene rifugio.

Due “campi da gioco” diversi 

In sintesi, bitcoin e oro condividono alcune caratteristiche chiave, ma si muovono in contesti e con dinamiche profondamente diverse. Bitcoin ha il vantaggio di essere un asset digitale innovativo con un potenziale di crescita elevato, ma è molto più volatile, giovane e meno testato nel tempo. L’oro, invece, è un pilastro consolidato di sicurezza e stabilità, supportato da una lunga storia e da usi materiali concreti.

Dunque la criptovaluta può essere considerata un’alternativa interessante e complementare all’oro in portafoglio, ma non un sostituto. Sono due asset che rispondono a logiche differenti e si rivolgono a profili di rischio distinti. La scelta tra i due, o la loro combinazione, dovrebbe sempre essere guidata dalla personale tolleranza al rischio e dagli obiettivi d’investimento di ciascun investitore, soprattutto in vista di possibili scenari di crisi.


Glossario Eticoin criptovalute

Bear market

Immaginiamo i mercati finanziari come un grande negozio dove si comprano e vendono azioni di aziende o criptovalute come bitcoin. Un “bear market” (letteralmente “mercato orso”) rappresenta la situazione in cui i prezzi scendono continuamente per un periodo lungo. È come se tutto nel negozio costasse sempre meno, giorno dopo giorno.

Perché si chiama “orso”? Perché l’orso attacca dall’alto verso il basso con le zampe, proprio come fanno i prezzi del nostro esempio. È il contrario del “bull market” (mercato toro), dove i prezzi salgono, il toro infatti attacca dal basso verso l’alto con le corna. Durante un bear market, molti investitori hanno paura e vendono, il che fa scendere ancora di più i prezzi.


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