La partita più importante dell’anno non l’ha vinta il Chelsea
Ogni settimana il commento di Luca Pisapia sugli intrecci tra finanza e calcio
Sabato scorso si è giocata la partita economicamente più importante della stagione calcistica, quella più ambita e remunerativa. E no, a dispetto di ogni logica, non è stata la finalissima di Champions League trasmessa in mondovisione e vinta dal Chelsea di Tuchel sul City di Guardiola. Ma la finale playoff per la promozione dalla Championship alla Premier League, giocata poche ore prima e vinta dal Brentford sullo Swansea.
Il perché è presto detto. Il Chelsea campione d’Europa ha incassato circa 125 milioni: poco meno di 80 dai premi Uefa (su un massimo di 82,5 per chi vince tutte le partite dal primo turno alla finale) più i bonus vari, la percentuale d’incassi dal botteghino, il market pool televisivo e il ranking storico. Il calcolo porta a circa 125 milioni, accordi privati con gli sponsor esclusi.
Bene, il Brentford, piccolissimo club di un quartiere di Londra, a ovest di Hammersmith, qualche km sopra Chelsea, di nuovo dopo 74 anni nella massima serie inglese, vincendo la partita promozione ha incassato invece 207 milioni di euro (178 in sterline). Quasi il doppio del Chelsea che ha vinto la Champions! Alla neopromossa arriveranno, infatti, un minimo garantito di 95 milioni (da qui tutto in euro) per il primo anno dai diritti televisivi e, nell’infausto caso dovesse subito tornare in Championship, 88 milioni in due anni di premio paracadute, istituito per evitare tracolli finanziari post retrocessione.
Se a questo aggiungiamo gli altri fissi, tra incassi, bonus ecc., ecco che si arriva ai 207 milioni di minimo. E qui si potrebbe cominciare a raccontare come il Brentford, salvato dalla bancarotta nel 2012 dallo scommettitore professionista Matthew Benham, sia gestito attraverso statistiche e algoritmi, che hanno portato la società a chiudere il settore giovanile e a licenziare lo storico tecnico delle prime promozioni dalle serie inferiori in nome degli xG, gli expected goals su cui si basano le formule matematiche applicate al calcio. E di come Benham, con lo stesso metodo, abbia portato il piccolissimo Midtjylland a vincere il campionato danese e a giocare la Champions. Ma, per rendersi conto di come il calcio viva già immerso in strane formule algoritmiche, basta sapere che la partita più importante dell’anno è la finale playoff di Championship, che vale il doppio della finale di Champions League.