I cambiamenti climatici sono insostenibili. Anche per la psiche umana

Gli impatti fisici dei cambiamenti climatici sono impossibili da ignorare, ma gli esperti sono preoccupati da un’altra conseguenza di tale crisi: lo stress

Soprattutto i più giovani sono toccati da un problema nuovo: lo stress provocato dalla crisi climatica © Kat Jayne/Pexels

«È praticamente impossibile accettare tutta la verità su quello che abbiamo fatto subire alla Terra. È qualcosa di così sconvolgente che conviverci è difficilissimo dal punto di vista emotivo. Chi ha provato a convivere con il pensiero dei cambiamenti climatici ha sviluppato, in alcuni casi, forme di follia». Il filosofo australiano Clive Hamilton ha spiegato con queste parole, parlando al quotidiano francese Le Monde, la ragione per la quale alcuni di noi sono portati a rifiutare l’idea che il mondo, come lo conosciamo, tra alcuni decenni potrebbe non esserci più.

Gli impatti fisici dei cambiamenti climatici sono impossibili da ignorare, ma gli esperti cominciano a essere sempre più preoccupati da un’altra, meno ovvia, conseguenza di tale crisi: lo stress che sta provocando sulla psiche delle popolazione di tutto il mondo. In particolare nel caso dei più giovani. 

Patrick Kennedy-Williams è uno psicologo clinico. Lavora a Oxford, nel Regno Unito. Nella sua carriera si è sempre occupato di comuni difficoltà di salute mentale come ansia, depressione e traumi. Poi è successo qualcosa. Scienziati e ricercatori climatici della città inglese hanno iniziato a rivolgersi a lui chiedendogli aiuto. 

«Erano persone che stavano affrontando essenzialmente un fuoco di fila di informazioni e previsioni negative nel loro lavoro. Più si occupavano di cambiamenti climatici, più si rendevano conto che le soluzioni andavano molto al di là delle loro possibilità», ha dichiarato lo psicologo al Guardian. «E le conseguenze – ha aggiunto – possono essere abbastanza tragiche: ansia, burnout e una sorta di paralisi professionale».

Kennedy-Williams ha iniziato così ad approfondire la questione. E si è reso conto che non erano solo gli scienziati e i ricercatori a soffrire: «C’è una grande richiesta di aiuto anche da parte dei genitori, per esempio, che non sanno come parlare ai loro figli di cambiamenti climatici». Quando ha iniziato a focalizzare l’attenzione sui giovani, infatti, pensava che nella maggior parte dei casi si sarebbe trattato di teenager. Ma ha scoperto presto preoccupanti livelli di stress e ansia legati a questioni ambientali anche nei bambini più piccoli.

«Ciò che mi ha stupito maggiormente è quanto presto maturino la consapevolezza e sviluppino l’ansia. Anche mia figlia aveva appena sei anni quando è venuta da me e mi ha detto “Papà, stiamo vincendo la lotta contro i cambiamenti climatici?” e io sono rimasto semplicemente confuso da quella domanda in quel momento. Mi ha posto di fronte alla necessità, in quanto genitore, di essere preparato su questi temi, così da poter avere risposte che aiutino i ragazzi».

Secondo l’esperto non c’è modo di proteggere del tutto i giovani dal pensiero della crisi climatica: anzi – sostiene – sarebbe perfino controproducente, anche qualora fosse possibile. Piuttosto, i genitori devono parlare ai loro figli delle loro preoccupazioni e aiutarli a sentirsi in grado di agire, anche nel piccolo, per fare la differenza.

«La cosa positiva dalla nostra prospettiva di psicologi è che ci siamo resi conto presto che la cura dell’ansia da crisi climatica è la stessa cura necessaria per contrastare i cambiamenti climatici: l’azione» prosegue Kennedy-Williams. «Si tratta di prendere coscienza del fatto che occorre non rimanere chiusi in se stessi, ma uscire e fare qualcosa che sia utile. E i consigli sono semplici: prendi nota dei cambiamenti che ottieni e celebrali. Tieni a mente che nessuno è troppo piccolo per agire. Incontrati con altre persone e accetta che non potrai curare questo problema da solo. Che non dipende tutto da te».

Un recente studio inglese ha evidenziato che le persone che hanno vissuto esperienze di eventi meteorologici estremi hanno il 50% di probabilità in più di soffrire di problemi mentali, compresi stress e depressione, negli anni seguenti.

«Inazione e noncuranza sono privilegi del passato» afferma Mike Wang, presidente dell’Association of Clinical Psychologists UK, «Gli psicologi sono pronti e disponibili ad aiutare i Paesi a proteggere la salute e il benessere dei loro cittadini date le inevitabili conseguenze sociali e psicologiche dei cambiamenti climatici».

Sono sempre di più gli esperti che, in giro per il mondo, formano gruppi di ricerca e lavoro, al fine di occuparsi del crescente numero di persone colpite dalla crisi, cercando di aiutarle a passare da paralisi e paura all’azione.

Consigli per genitori

1. Ricorda che non devi essere un esperto di clima. Potete esplorare e imparare insieme. Se tuo figlio o tua figlia ti pone un quesito al quale non sai rispondere immediatamente, puoi dire: «È un’ottima domanda. Lasciami fare un po’ di ricerca così da poterti rispondere bene».

2. Dai valore alle emozioni dei bambini, non minimizzarle. Se i bambini esprimono ansia è molto meglio dire loro: «È normale sentirsi preoccupati. Ecco cosa possiamo fare», anziché liquidarli con un «Non preoccuparti. Va tutto bene». E cerca sempre di sostenere questa emozione con suggerimenti per azioni positive.

3. Le informazioni negative colpiscono di più. Gli avvenimenti negativi e minacciosi tendono a colpire maggiormente e, quindi, a rimanere in mente più a lungo. Cerca, quindi, di equilibrare notizie negative e positive. Tieni sempre pronte buone notizie legate al clima, come nel caso di esempi di progetti di successo.

4. Per i bambini più piccoli, concentrati sul livello locale e tangibile. Suggerisci raccolte di rifiuti ed eventi scolastici. Per i teenager, incoraggiali a darsi da fare a un livello più alto: scrivere al proprio parlamentare, partecipare a manifestazioni e proteste, unirsi a gruppi e campagne locali.

5. Stabilisci obiettivi per la tua famiglia e portali a termine. Prendi nota dei vostri successi e festeggiateli insieme (anche solo con un foglio di carta sul frigorifero). Rafforza il messaggio secondo il quale anche le piccole azioni possono fare una grande differenza.


Questo articolo è stato pubblicato in 11 anni – storie e approfondimenti sulla crisi climatica, la newsletter che Valori.it invia ogni venerdì. Se vuoi riceverla iscriviti alla newsletter e seleziona “Ambiente” tra i tuoi interessi.