Il disincanto degli umarell per i cantieri fermi di Milano-Cortina 2026
A mille giorni dall'inaugurazione delle Olimpiadi invernali di Milano Cortina tutto è fermo
Mancano mille giorni alla cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi invernali di Milano Cortina, che si svolgerà il 6 febbraio 2026 allo stadio di San Siro, edificio che (in attesa della costruzione dei nuovi impianti) è già massimo esempio di cementificazione, corruzione e speculazione. Simbolo della stagione degli appalti d’oro di Italia ’90, con costi insostenibili lievitati dell’84% rispetto alle previsioni iniziali, finiti di pagare solo pochi anni fa. E un’eredità allucinante di stadi obsoleti e fatiscenti, stazioni ferroviarie mai aperte, cantieri mai conclusi, alberghi e altri edifici in stato di abbandono.
Mancano mille giorni alla cerimonia di inaugurazione, e il cda della Fondazione Milano Cortina 2026 ha confermato il budget a disposizione di 1,5 miliardi di euro (da aggiungersi a 400 milioni già stanziati in aiuti durante il governo Draghi). Staremo a vedere di quanto lieviterà, e quali e quanti saranno i costi sociali per la popolazione. Ma adesso il problema più urgente è un altro: far partire i cantieri. Talmente immobili che nella loro desolazione hanno gettato nello sconforto un’intera generazione di umarell, ovvero gli anziani che passano il loro tempo davanti ai lavori in corso.
Al di là della questione ambientale, ovvero della continua cementificazione della montagna, della devastazione climatica, degli investimenti per intervenire su vie di trasporto già obsolete, del continuo smantellare e ricostruire opere che sarebbero dovute durare per l’eternità (vedi la pista da bob di Cortina) oggi il problema più urgente è proprio l’immobilità. Nonostante i proclami e le visite del ministero preposto – lo stesso che si occupa di lasciar morire in mare i migranti – e dei sindaci e governatori di ogni colore, tutto è fermo.
Dietro il litigio per pochi spiccioli tra Torino e Milano sul palazzetto che ospiterà il pattinaggio, sono cominciati i lavori per demolire e ricostruire la vecchia pista di bob a Cortina, appunto. E quelli per la costruzione del nuovo Villaggio Olimpico di fronte alla Fondazione Prada, come parte di una più ampia operazione di gentrificazione che da anni interessa quella zona sud di Milano. Per il resto qualche variante di valico, e poco altro. In attesa di constatare i futuri danni ambientali, per adesso a fare una passeggiata sui luoghi dove dovranno sorgere le mirabolanti opere del genio italico si trovano cantieri abbandonati tra detriti e rifiuti, erbacce e topi. Nessuno che faccia almeno un po’ di casino con un martello pneumatico, per la gioia degli umarell.