Il Chelsea demolisce l’ultima credibilità rimasta al Financial fair play. E forse è meglio così

Per aggiustare i bilanci, il club londinese ha creato una società attraverso cui ha comprato due hotel di sua proprietà

Lo stemma del Chelsea FC © Simon Reza/Unsplash

Contrariamente a quello che raccontano i suoi apologeti, il cosiddetto libero mercato ha bisogno di una quantità infinita di norme e leggi. Sempre pensate a tutela del più forte. E così è anche nel libero mercato del calcio, dove il Financial fair play (Ffp), che permette ai club di accumulare perdite in base ai guadagni, fa in modo che il più ricco possa spendere di più. E quindi diventare ancora più ricco. Ma quando, anche con questo impianto normativo a disposizione, un club di prima fascia rischia di violare la norma, ecco che sono previste nuove vie di fuga.

Forse il caso più evidente di quanto queste leggi siano ridicole, arriva dal punto più avanzato del capitalismo calcistico: la Premier League. In un campionato come quello in corso, segnato da penalizzazioni (per Everton e Nottingham Forest) che avranno strascichi anche a competizione finita, ecco il clamoroso caso del Chelsea. Dove per aggiustare i bilanci e non incorrere in penalizzazioni è stato permesso al ricchissimo proprietario americano di comprare due hotel, parte del patrimonio immobiliare della sua stessa società, e limitare così le perdite finanziarie del suo club. E demolire la credibilità del Ffp.

Il Financial fair play e il diritto del più forte

Salutata come norma democratica e a favore dei più deboli, voluta dall’allora presidente della Uefa Michel Platini nel 2009, fin da subito il Ffp si è dimostrato l’ennesima legge a tutela del più forte. Nella forma. Perché permettendo di perdere di più a chi ha speso di più, favorisce come detto l’esponenziale arricchimento dei più ricchi. E nella sostanza. Perché da allora la Uefa si è impegnata negli anni a punire e squalificare solo piccole squadre di campionati minori. Salvando invece le grandi.

L’esempio più clamoroso è quello del Manchester City, che quando nel 2020 è stato lambito dall’ipotesi di penalizzazione ha subito fatto ricorso. E la Uefa lo ha graziato, e ringraziato. Poi, siccome una norma a favore dei potenti fa sempre piacere agli alfieri del cosiddetto libero mercato, la Premier League l’ha subito fatta sua. E negli anni l’ha trasformata fino a farla diventare l’attuale Protocollo di sostenibilità e redditività (Psr) che permette ai club di perdere 105 milioni di sterline in tre anni.

O, peggio, in realtà si potrebbero perdere solo 15 milioni in tre anni. Ma chi ha un proprietario che si dimostra in grado di coprire 90 milioni di sterline può aumentare le perdite a 105. Questa la forma. La sostanza è che “piccole” come Everton e Nottingham Forest sono state penalizzate. Il solito Manchester City, accusato di 115 violazioni del Psr, non è stato toccato. Ecco perché la settimana scorsa il Guardian era arrivato a definire il Psr britannico «una norma ridicola». E ancora non si sapeva cosa aveva fatto il Chelsea…

Il trucco del Chelsea: compra i giocatori e vende gli alberghi

Da quando due anni fa il club londinese è stato acquistato dalla holding BlueCo 22 Ltd, un consorzio di cui fanno parte il miliardario Todd Boehly e il fondo Clearlake Capital, ha già speso oltre 1 miliardo di sterline in sole tre sessioni calciomercato. Il tutto completamente a caso, sbagliando lo sbagliabile. Se infatti prima il Chelsea si qualificava stabilmente per la Champions League, da quando è arrivata BlueCo non riesce nemmeno ad arrivare tra le prime dieci in classifica. Ma si sa, ai fondi d’investimento nel pallone non interessa vincere.

Questa settimana sono infine stati resi noti i bilanci depositati a giugno 2023. E se nel bilancio precedente il Chelsea aveva dichiarato una perdita netta di 121,4 milioni di sterline, per l’anno appena passato è riuscita ad abbassare il rosso in bilancio a 90,1 milioni. Siamo ben oltre i 105 milioni di possibili perdite in tre anni (ne manca comunque uno, ma dovrebbe fare utili clamorosi…) ma è chiara una tendenza al miglioramento che permetterà al club di evitare penalizzazioni. Ma come è avvenuto questo miglioramento?

Semplice, BlueCo 22 Ltd ha creato la sussidiaria BlueCo 22 Properties Ltd attraverso cui si è comprata da sé medesima BlueCo 22 Ltd due hotel di Fulham Broadway (il Millennium e il Copthorne) che stanno di fianco allo stadio. E che erano parte del patrimonio immobiliare del club. Ecco quindi un guadagno netto e improvviso di 76 milioni sterline da iscrivere a bilancio, per limitare le perdite a “solo” 90,1 milioni e risultare virtuosi. Eccoci ben oltre il «ridicolo» descritto dal Guardian. Non solo chi è più ricco può spendere di più. Non solo chi è più ricco non sarà mai punito. Ma può anche fare queste operazioni assurde alla luce del sole, e risultare virtuoso.