Clima, Hsbc getta la maschera. E ActionAid UK sposta i suoi conti altrove
ActionAid Uk punta il dito su Hsbc: ha un impatto devastante sul clima e ridimensiona drasticamente i propri impegni per il futuro
In Brasile la multinazionale Cargill continua a espandere la produzione di soia. Il 62% delle sue coltivazioni è nella savana tropicale del Cerrado, il bioma con la maggiore superficie deforestata nell’ultimo biennio. In Bangladesh la centrale elettrica United Payra Power, alimentata a olio combustibile pesante, inquina quotidianamente l’aria e l’acqua. In Africa procede la costruzione dell’East African Crude Oil Pipeline (Eacop), un oleodotto che percorre 1.147 chilometri dall’Uganda alla Tanzania, dall’impatto devastante per le comunità locali.
Questi tre progetti, lontanissimi tra loro per caratteristiche e geografia, hanno qualcosa in comune. Hanno ricevuto il sostegno finanziario di Hsbc, la prima banca europea per capitalizzazione. I primi due direttamente. Nel terzo caso, l’istituto britannico ha fornito prestiti e servizi di sottoscrizione alle due proprietarie della joint venture, TotalEnergies e China National Offshore Oil Company, oltre a detenere le loro azioni e obbligazioni. E dire che, non troppo tempo fa, Hsbc aveva promesso di ridurre il proprio impatto sul clima. Salvo poi tirarsi indietro.
L’enorme impatto sul clima dei finanziamenti di Hsbc
Queste storie arrivano da un rapporto pubblicato dall’organizzazione umanitaria ActionAid Uk, intitolato “Chi paga il prezzo? I costi dei danni al clima causati da Hsbc”. Lo studio si focalizza proprio sull’istituto di credito londinese perché è il più grande sostenitore in assoluto dell’agribusiness nel Sud del mondo. È anche in cima alla classifica dei finanziatori europei dei combustibili fossili, sempre nel Sud del mondo. Nel loro insieme, questi flussi finanziari raggiungono un totale di 176 miliardi di euro nel periodo 2021-2023. La stragrande maggioranza (163 miliardi) sotto forma di prestiti e sottoscrizioni, a cui si aggiungono quasi 13 miliardi di investimenti in azioni e obbligazioni.
Queste attività hanno contribuito a riversare in atmosfera 357 milioni di tonnellate di CO2 equivalente. Poco meno dell’intera economia del Regno Unito nel 2023. Volendo calcolare i costi sociali di queste emissioni, si arriva alla vertiginosa cifra di 128 miliardi di sterline. Il triplo del profitto netto cumulato della stessa Hsbc nel periodo considerato. Ed è una stima parziale, perché queste attività hanno altre conseguenze sulle comunità locali che sono più difficili da quantificare, legate per esempio alla parità di genere e alla salute fisica e mentale. Per ravvisare questa responsabilità non serve necessariamente che ci sia stato un finanziamento diretto allo specifico progetto. Anche detenere azioni e obbligazioni delle società, o fornire loro capitali per scopri generali, significa contribuire a mantenerle sul mercato.
Anche Hsbc dice addio all’Alleanza delle banche per il clima
E dire che Hsbc aveva annunciato di voler fare grandi cose per il clima. Aveva, appunto. La promessa era quella di azzerare le emissioni nette delle proprie operazioni e della catena del valore entro il 2030. Nell’ultimo report annuale pubblicato in primavera, però, si scopre che la scadenza è slittata. E di ben vent’anni, al 2050. Entro la fine del decennio la banca inglese dovrebbe riuscire a ridurle appena del 40%: in particolare, i progressi nella catena del valore risultano molto più lenti del previsto.
C’è poi il grande tema delle emissioni finanziate, cioè quelle dovute alle attività di aziende che la banca finanzia o in cui investe. Azzerarle entro il 2050 era l’obiettivo iniziale della Net Zero Banking Alliance (Nzba), l’alleanza globale di banche per il clima di cui Hsbc era uno dei membri fondatori, fin dal 2021. Ma l’entusiasmo iniziale è svanito in fretta e, con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, le grandi banche statunitensi si sono sfilate una dopo l’altra, ben presto imitate da quelle canadesi, giapponesi e australiane. Pur di restare a galla, l’Alleanza ha visibilmente ridimensionato i propri impegni. Ma a luglio Hsbc l’ha comunque abbandonata. Dando una ragione in più a chi dubita del significato stesso di iniziative di questo tipo, i cui risultati concreti finora sono stati nulli o quasi.
ActionAid Uk sposta i suoi conti in altre banche
Per la sezione britannica di ActionAid, organizzazione non governativa che lavora per porre fine all’ingiustizia e sradicare la povertà, tutto questo è decisamente troppo. «Dai consigli di amministrazione della City continuano a fluire miliardi verso industrie che alimentano la crisi climatica, con impatti enormi sui diritti umani. E sono le comunità con cui lavoriamo – in particolare donne e ragazze – a portarne il peso», ha dichiarato la co-direttrice Hannah Bond.
E le informazioni di cui disponiamo sono incomplete, perché – rivela sempre il report – Hsbc rende note le proprie emissioni dirette e indirette soltanto per alcuni settori. Mancano per esempio le attività agricole, nonostante il loro impatto sul clima sia ben noto. Anche per i comparti monitorati, non sempre la banca esamina l’intera catena del valore. È il caso dell’oil&gas, in cui si focalizza solo sull’esplorazione e sull’estrazione perdendo di vista le fasi di trasporto, raffinazione, distribuzione e vendita di carburanti e derivati.
Per questo, ActionAid Uk ha preso una decisione molto concreta: trasferire i suoi conti in altre banche. Spostare i nostri soldi non è solo un gesto simbolico», conclude Hannah Bond. «È un primo passo essenziale per sfidare questi sistemi finanziari distruttivi e affermare con forza i nostri valori».
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