Il complotto del calcio a pagamento in tv
Ogni settimana il commento di Luca Pisapia sugli intrecci tra finanza e calcio
Popolo di santi, poeti e navigatori, gli italiani amano i complotti e non sopportano di pagare per il calcio in televisione. E, forse, non hanno tutti i torti. Conclusa la battaglia per l’assegnazione dei diritti tv della Serie A 2021-2024, con la vittoria di Dazn – storica sia perché Sky esce di scena dopo due decenni, sia perché dall’anno prossimo il calcio italiano si guarderà sulla app e non tramite decoder (è stato confermato che i due canali del digitale terrestre serviranno come backup o per trasmettere nei bar e nei ristoranti, ma non saranno visibili a tutti) – cominciano i complotti. Apprendiamo da una nota, inviata all’Ansa da Dazn, che domenica la partita tra Inter e Cagliari è saltata per colpa di un partner esterno, che non è altri che Comcast Technology Solutions, società del gruppo Comcast di cui fa parte Sky, il rivale cui è stato portato via il pallone. E mentre non si sa se ridere – Sky che annuncia trionfante ogni cinque minuti che ha acquisito i diritti delle partite di padel – o piangere – Sky che fa trapelare che nei prossimi tre anni senza Serie A prevede licenziamenti di 3mila persone su 11mila dipendenti, più del 25% del totale – andrebbe fatta una considerazione su quanto sia poco visto il calcio a pagamento. Ecco due numeri.
A fine marzo il debutto dell’Italia nelle qualificazioni contro l’Irlanda del Nord ha avuto il 22,64% di share e 6.129.000 telespettatori, leggermente sotto la media dell’ultimo anno, ma più o meno si sta sempre lì: tra i 6 e i 7 milioni di spettatori. Quando, la settimana dopo, la Serie A è tornata sulla pay tv la situazione era questa: Bologna-Inter 1,110 milioni di spettatori ed il 4,3% di share; Milan-Samp 984mila e il 5,4%; Sassuolo-Roma 361mila e il 2,4%. Un crollo verticale. Di nuovo, settimana scorsa una bella partita di Champions senza italiane, come Real-Liverpool, è stata vista gratis su Mediaset da 3.341.000 spettatori con il 14,16% di share. Ottimo risultato, come fa sempre la Champions in chiaro. Basti pensare che in autunno le due partite tra Juve e Barça hanno superato i 6 milioni, arrivando quasi al 25% di share. Mentre il giorno dopo su Sky il decisivo recupero della Serie A tra Juventus e Napoli ha raccolto appena 1,574 milioni di spettatori e il 7,2% di share. Meno della metà. In generale la partita più vista di Sky quest’anno è stata Inter-Juventus a gennaio, 2 milioni 902 mila spettatori e il 10,5% di share, mentre la partita più vista su Dazn è stata Milan-Inter a febbraio con 1,143 milioni dio spettatori e il 7% di share.
Forse il vero complotto non è tanto chi ha messo fuori uso Dazn durante Inter-Cagliari, ma perché ci sia ancora chi fa finta di credere che investire nel calcio a pagamento in televisione sia un buon affare.