Stati Uniti, respinta l’azione legale di ExxonMobil contro gli azionisti critici

Una successo per l’azionariato critico, perché impedisce alle multinazionali di rivolgersi ai tribunali contravvenendo alle indicazioni Sec

Quella di ExxonMobil è stata al massimo una vittoria di Pirro © Robin Jonathan Deutsch/Unsplash

C’è un giudice a Dallas. La corte distrettuale del Texas settentrionale ha respinto la causa di ExxonMobil contro l’azionista critico Arjuna Capital. «La seconda volta è quella buona», ha detto infatti il giudice federale Mark Pitman, ricordando che precedentemente la strategia legale della multinazionale del fossile aveva segnato un punto a suo favore. E aveva costretto Arjuna Capital a promettere che avrebbero ritirato ogni proposta sul clima e i gas serra che avesse dato fastidio al gigante petrolifero. Ma ora la situazione si è ribaltata. E l’azionariato critico porta a casa una vittoria assai importante sotto diversi punti di vista.

La nostra testata aveva monitorato la situazione. A partire dallo scorso gennaio quando era arrivata la notizia che ExxonMobil aveva fatto causa a due azionisti critici – Arjuna Capital e Follow This – per impedire loro di portare in assemblea una proposta, da sottoporre a tutti gli investitori, volta ad accelerare la riduzione delle emissioni. La cosa aveva fatto molto scalpore. Perché era la prima volta che una multinazionale si rivolgeva direttamente a un tribunale federale, contravvenendo alle indicazioni della Security and Exchange Commission (Sec) che di solito gestisce questo tipo di controversie.

Il vero obiettivo di ExxonMobil era la Sec

Il mese dopo poi ExxonMobil aveva nuovamente gridato alla vittoria, perché aveva costretto Arjuna Capital e Follow This a promettere che non si sarebbero presentate all’assemblea generale con mozioni climatiche contrarie alla sua politica. Allora Natasha Lamb, Chief Investment Officer di Arjuna Capital, nella lettera al consiglio di amministrazione di ExxonMobil in cui prometteva di non presentare altre proposte sul clima, aveva detto che «non erano in grado di sopportare da soli il peso della guerra iniziata da Exxon contro i diritti degli azionisti». E aveva definito la decisione di rivolgersi a un tribunale «una tattica di intimidazione e bullismo».

Era però chiaro, fin da subito, che il vero obiettivo del gigante fossile era quello di mettere in difficoltà la Sec, il cui regolamento prevede che gli azionisti critici abbiano tutto il diritto di presentare le proposte che vogliono. E soprattutto si riconosce come l’organo deputato a risolvere queste controversie. Il tribunale texano però, aveva concesso l’autorizzazione a procedere contro Arjuna Capital. Non contro Follow This, ma solo perché questa ha sede in Olanda. Ora la sentenza della corte distrettuale non solo ribalta la situazione, ma spiega a chiare lettere quali saranno le conseguenze.

«Se Exxon ha vinto, è una vittoria di Pirro»

Quello che infatti sembra un successo solo parziale per l’azionariato critico, dato che lo stop a ExxonMobil è arrivato solo quando Arjuna Capital si è impegnata a non presentare altre proposte climatiche, è in realtà un successo a tutto tondo. Il perché lo spiega nella sentenza lo stesso giudice Mark Pitman, sostenendo appunto come fosse chiaro che il vero obiettivo di ExxonMobil fosse quello di mettere in difficoltà la Sec. «Se Exxon era interessata solamente a contrastare Arjuna Capital, allora l’accordo firmato da Arjuna di non presentare altre proposte è un’ottima notizia», scrive il giudice. «Se Exxon avesse voluto fermare Arjuna e allo stesso tempo recare danni alla Sec, allora aver costretto Arjuna all’accordo sarebbe al massimo una vittoria di Pirro».

«Ma se Exxon stava invece usando Arjuna per fare una guerra per procura contro la Sec, il suo vero obiettivo, allora l’accordo firmato da Arjuna gli si ritorcerà contro», continua il giudice. Per questo i commenti degli azionisti critici sono stati tutti positivi. Natasha Lamb di Arjuna Capital si è detta «soddisfatta che la corte abbia preso la giusta decisione». Mentre Mark Van Baal, fondatore di Follow This, è stato ancora più esplicito. «È stato creato un precedente sulla necessità di applicare le regole della Sec», ha detto Van Baal. «ExxonMobil non è stata in grado di raggiungere il vero obiettivo di questa la causa: fare in modo che in futuro chiunque possa aggirare la Sec e rivolgersi a un tribunale. Per impedire a un qualsiasi azionista di presentare proposte climatiche. Fosse andata diversamente sarebbe stato un disastro».