La crisi del calcio sarà in diretta tv, a meno di problemi tecnici

La crisi del calcio italiano, nata con il tubo catodico e la bolla speculativa dei diritti tv, rischia di esplodere con le app multimediali

© Tero Vesalainen/iStockPhoto

La crisi del calcio italiano, nata con il tubo catodico e la bolla speculativa dei diritti tv, rischia di esplodere con le visioni di ultima generazione: le app multimediali come Dazn. È di pochi giorni fa l’annuncio delle dimissioni di Dal Pino, presidente della Lega di Serie A, a seguito dello scontro in assemblea sulla direttiva federale che voleva le decisioni a maggioranza semplice e non qualificata.

Grande regista dell’operazione, contrario alla maggioranza semplice, il presidente della Lazio Claudio Lotito, tornato prepotentemente al centro dell’agone riuscendo a fare eleggere un suo consigliere. Al di là delle questioni politiche, si parla infatti di un politico di professione come nuovo presidente di garanzia, (intanto è stato nominato vice Percassi dell’Atalanta), i problemi sono chiaramente di natura economica. E quindi televisiva, visto che dai soldi delle televisioni dipende l’intero carrozzone pallonaro italiano.

Altrove, come abbiamo spesso ripetuto, i soldi si fanno anche in altri modi e se ne fanno molti di più. Dal Pino, manager che proveniva dalle telecomunicazioni, era il grande sponsor dei fondi che lo scorso anno avrebbero dovuto dare alla Serie A 1,7 miliardi per il 10% di una media company che avrebbe gestito i diritti tv. La cosa non è andata in porto per l’opposizione dei grandi club, che puntavano alla Super Lega e non volevano vincoli.

Nel frattempo però, dopo il decennale monopolio di Sky, i diritti interni sono stati venduti a Dazn (spalleggiata da Tim), la app multimediale che viaggia in rete senza decoder, che oltre ai problemi tecnici ha fatto di peggio, come abbiamo scritto qualche mese fa. La conferma arriva dall’istruttoria Agcom (delibera 18/22 del 20 gennaio 2022) secondo cui i dati di ascolto di Dazn forniti da Nielsen non sono veritieri, secondo Auditel questi sono del 50% più bassi. Nelle ultime partite addirittura del 60% in meno. Questo ha provocato un terremoto.

Non solo gli investitori pubblicitari sono sul piede di guerra, ma addirittura si è dovuto dimettere l’ad di Tim Gubitosi che aveva costruito l’operazione Tim-Dazn con un occhio alla banda larga. A gennaio le dimissioni Dal Pino e il pallone che precipita nel caos. Intanto, mentre in Lega si ciarla di crisi dovute alla pandemia e ristori dovuti dal governo, come se fossero questi il problema e la soluzione, le uniche due squadre che danno l’idea di essere potenti confermano di essere giganti dai piedi d’argilla: dopo il secondo aumento di capitale della Juve, 700 milioni in tre anni, l’Inter ha emesso nuovi bond da 415 milioni con scadenza 2027. L’esplosione è imminente e sarà trasmessa in diretta televisiva, a meno di problemi tecnici con l’app. Nel caso rivolgersi al call center.