Damiano Tommasi e i suoi pochissimi fratelli
Mettendo assieme i calciatori che si sono candidati a cariche elettive, e hanno ottenuto le poltrone, non si arriva a formare una squadra
La clamorosa elezione a sindaco di Verona di Damiano Tommasi, ex centrocampista della Roma e della Nazionale, diventa pretesto per raccontare i calciatori italiani che nella loro seconda vita sono diventati politici. E a differenza di quanto possa sembrare, sono pochissimi quelli che sono riusciti ad essere eletti a una qualche carica. Certo, la politica non si fa solo nelle istituzioni. Impossibile dimenticare i pugni chiusi di Paolo Sollier, o i saluti romani di Paolo di Canio.
Ma se prendiamo solo i calciatori italiani eletti o nominati, pur avendo l’allenatore, non riusciamo a trovarne nemmeno undici per fare una squadra. O ci rivolgiamo all’estero, a partire in ordine di importanza da George Weah, ex giocatore del Milan e Pallone d’Oro che dal 2018 è addirittura presidente della Liberia, o Romario, idolo del Barcellona e campione del mondo con il Brasile, prima senatore e poi vicepresidente del Senato brasiliano, per arrivare a Kakhaber Kaladze, anche lui ex milanista e prima ministro dell’Energia in Georgia e poi sindaco di Tbilisi. E ne troviamo molti altri.
Oppure, per restare in Italia, per avere undici calciatori bisogna recuperare i “trombati”, quelli che non ce l’hanno fatta. Partiamo allora con i titolari. A posto il centrocampo. Sulle fasce con Damiano Tommasi, eletto in una coalizione di centrosinistra a Verona, ecco Carlo Nervo, ex Bologna, primo calciatore a diventare sindaco. Lo fa nel suo comune, Solagna, con la lista di centrodestra Forza Solagna. Poi in mezzo Gianni Rivera, sempre al centro di tutto, in campo come in politica: eletto quattro volte alla Camera, due con la Democrazia Cristiana e una con il Patto Segni e con l’Ulivo, è stato anche sottosegretario alla Difesa per tre governi di centrosinistra. Al suo fianco Massimo Mauro, dalla Juve al Napoli fino alla Camera dei deputati con l’Ulivo. L’unico difensore è Fabio Rustico, ex Atalanta, non è stato eletto ma è stato nominato assessore allo Sport di Bergamo con un sindaco di centrosinistra. Lo stesso vale in attacco per Giuseppe Incocciati, ex Napoli e Milan, poi assessore a Fiuggi con il centrodestra.
Sempre in attacco il tridente è completato da due eletti: Giulio Ebagua, Torino n B e Catania in A, consigliere a Varese con il Pd, e Spillo Altobelli, campione del mondo consigliere comunale a Brescia, e poi assessore allo sport, con la Dc. Allenatore è Renzo Ulivieri, consigliere comunale ed assessore nel comune di San Miniato con il Pci, e una volta estinto il partito iscritto a Sel e poi a Potere al Popolo. Otto giocatori quindi.
Servono i “trombati”, appunto, per trovare un portiere, e ne abbiamo addirittura due, tutti di centrodestra: Stefano Tacconi candidato in parlamento con Alleanza Nazionale e Giovanni Galli, campione del mondo 1982 candidato sindaco a Firenze con Forza Italia. Non ce l’ha fatta nessuno dei due. Stessa sorte anche per altri campioni del mondo come Ciccio Graziani (con Forza Italia al Senato) Paolo Rossi (elezioni europee con Alleanza Nazionale) e Marco Tardelli (anche lui alle europee, con il Pd però). A dimostrazione che si può essere campioni in campo e non in politica, o viceversa, o entrambi, o nessuno dei due.